«La Carédia», omaggio all’identità gallesanese

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«La Carédia», omaggio all’identità gallesanese

GALLESANO Serata di grandi emozioni alla Comunità degli Italiani di Gallesano, dove Lino Capolicchio ha presentato ai suoi concittadini la raccolta di poesie in dialetto gallesanese “La Carédia” (La strada), edita dalla stessa CI, grazie al contributo dell’Unione Italiana e dell’Università Popolare di Trieste. L’evento ha attirato nella sala del sodalizio un numeroso pubblico, con nelle prime file il sindaco di Dignano, Klaudio Vitasović, il presidente del Consiglio cittadino, Corrado Ghiraldo, la preside della SEI “Giuseppina Martinuzzi” di Pola, Susanna Cerlon e numerosi altri ospiti.

Dal tavolo dei lavori, a salutare i presenti è stata Diriana Delcaro Hrelja, che prima di cedere la parola alla prof.ssa Elis Deghenghi Olujić, autrice della prefazione dell’opera, ha rivolto un sentito ringraziamento a Lorena Ghiraldo Moscarda e a Debora Moscarda, che hanno dato un prezioso contributo alla realizzazione della raccolta.
A presentare quindi a un pubblico attento e partecipe l’opera di Capolicchio, è stata la stessa prof.ssa Deghenghi Olujić, che ha tracciato un’attenta analisi del versi del protagonista della serata, la cui opera riunisce la somma della sua produzione lirica, in un intreccio di temi storici e sociali e testi di tipo più propriamente lirico. “Alla base della sua produzione lirica – ha rilevato ­– c’è una volontà di resistenza, che nasce dal bisogno di recuperare e fissare su carta un’epica popolare, con l’orgoglio per tutto quello che sa d’identità istriana, e di farlo nel suo dialetto. Il dolore per l’evidente decadimento dell’universo contadino-pastorale e la consapevolezza della scomparsa di tutto un mondo con il suo bagaglio di affetti, valori, sapori, oggetti e mestieri, ha spinto Capolicchio a scrivere poesie, pregne di saggezza popolare, che dedica a Gallesano e alla sua gente, ma anche a tutti gli istriani, concentrandosi sul suo microcosmo.

Nostalgia per un mondo scomparso
Spaesato nel presente, al quale non risparmia severe accuse, l’autore preferisce rifugiarsi nel passato, con tutta la nostalgia per un mondo scomparso anche a causa dello stravolgimento traumatico causato dall’esodo, che ha letteralmente svuotato il paese. Subentra quindi il rimpianto per un modo di essere cadenzato dai ritmi della natura, in un mondo contadino, domestico e familiare. Con la propria individualissima parlata e con una lirica supportata da una forte carica morale e civile, Capolicchio risponde al bisogno di resistenza all’erosione culturale del luogo d’appartenenza, e sostiene la necessità di salvaguardate il retaggio storico dell’universo locale preservato dalla cancellazione”.
A fornire un assaggio della raccolta di poesie è stata quindi Debora Moscarda, che le ha presentato in lingua italiana, lasciando l’incarico di proporle in istrioto allo stesso autore, ora divertito, ora commosso, ma incoraggiato dal suo pubblico con caldi applausi.
Ringraziando tutti coloro che l’hanno aiutato a pubblicare la raccolta, l’autore ha quindi invitato i concittadini e amici a leggere le sue poesie, così come lui legge volentieri quelle dei numerosi autori della CNI di Pola, Dignano, Valle, Rovigno, Buie, Fiume e Capodistria. A nome della sala, a rivolgere un grazie a Capolicchio per avere dato alle stampe queste poesie, che come ha detto rispecchiano un po’ l’animo di tutta la comunità gallesanese, è stata Diriana Delcaro Hrelja. Oltre agli omaggi floreali per i protagonisti della serata, il sindaco ha voluto donare a Capolicchio, con stima e affetto, pure la monografia di Dignano, dicendosi convinto che sarà per lui una piacevole lettura. (dr)

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