Il ruolo dell’intellettuale nella promozione dei valori morali

Nell'ambito della 25ª edizione del Forum Tomizza il simposio «Grammatica dell'oblio» si è articolato tra le città di Trieste e Capodistria. Rimarcata l'importanza dello superamento delle barriere di confine immaginarie

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Il ruolo dell’intellettuale nella promozione dei valori morali
Aljoša Pužar, Samira Kentrić, Irena Urbič, Dušan Šarotar e Milan Rakovac. Foto: ELENA BUBOLA

Il laboratorio plurilingue e transculturale del Forum Tomizza punta, nella sua 25esima edizione, a rafforzare la dinamica ricordo-dimenticanza rompendo provocatoriamente il pesante silenzio con l’ingrato compito di tenere viva la fiamma di soggettivi scomodi passati comuni taciuti alla storia. “Mi identifico con la frontiera”, così lo scrittore istriano ispiratore degli incroci divulgativo-letterari della piattaforma che, nel Capodistriano, vive grazie a Irena Urbič, moderatrice del convegno.

Il ritorno di Milan Rakovac
Come Tomizza, il Forum non s’identifica con una o l’altra parte ma con “il” confine, l’impalpabile ovunque come luogo d’incontro che nella “Grammatica dell’oblio” avvalora la propria idea di interazione per veicolare ideologie introspettive dei talenti, articolando un nuovo sillabario che argomenta il tema di quest’anno sviscerato, nella giornata di ieri, anche grazie alla rentrée d’eccezione. Dopo due anni d’assenza ritorna in pubblico l’anima del pensiero critico del simposio, lo scrittore istriano e fondatore del Forum, Milan Rakovac, figura portante del progetto degli Incontri di frontiera che ha aderito al dibattito assieme a relatori di diversificata provenienza. Interlocutori, pronti ad interrogarsi sullo stato dell’attualità sociale e sul ruolo dell’intellettuale nella promozione di valori morali ed etici delle deviazioni sociali che hanno affidato, non a caso, l’editoriale d’apertura sulla “Grammatica dell’oblio” al culturologo, antropologo e scrittore croato-sloveno-italiano originario di Fiume, Aljoša Pužar, che s’identifica nel “Tomizian, el famoso pirata istrian” implementando le prospettive di vicinanza nel paradosso dei substrati mentali che algoritmicamente uniformano la logica dei ricordi filtrati a freddo dalla ragione protesa al futuro. Una navigazione alla cieca tra chiaroscuri hackerati che s’insinuano in ricordi frammentari di una piccola storia come tasselli suicidi di verità sepolte.

La memoria dimenticata
Dopo il saluto del sindaco di Capodistria, Aleš Bržan, alla presenza del console generale d’Italia, Giovanni Coviello, del vicesindaco e presidente della CI “Santorio Santorio”, Mario Steffè, assiduo promotore culturale anche degli appuntamenti del Forum, è proseguito il dibattito degli attivisti scelti di una memoria dimenticata. Combattenti, come Tomizza, contro la coercizione dell’oblio manipolato e travisato alla stregua del ricordo a cui si è dato valori contorti e politicamente di parte dalle discutibili interpretazioni. Lo scrittore Diego Marani, identificatosi nel suo “L’uomo che voleva essere una minoranza”, ha proposto l’incongruenza della struttura della logica esprimendosi nel suo personalissimo “europanto” (lingua inventata come mix di tutte quelle esistenti). Samira Kentrić, pittrice e autrice di un romanzo-grafico, vede la “Grammatica dell’oblio” come una tela monocromatica della quiete dove ognuno riempie gli spazi vuoti.

Lo scrittore Diego Marani.
Foto: ELENA BUBOLA

Territori di confine
A seguire, Dušan Šarotar e lo stesso Milan Rakovac a nome degli assenti, che hanno rimarcato la forza del reagire come risposta per strutturare un dialogo diversificato volto a sfondare le barriere di confine immaginarie spaziando in contesti sovranazionali non istriani, non europei o mondiali, ma universali, per superarli ancora e ancora, instancabilmente verso l’altrove perché tutto questo è ricordo-dimenticanza, è l’annullarsi delle zone nazionalmente miste in cui viviamo per non abbandonare la nostra memoria. Espletati con successo i punti focali del rimanente programma capodistriano, appuntamento oggi alle 10 ad Umago, presso la CI “Fulvio Tomizza”, per il conferimento dei premi della 19esima edizione del Concorso letterario internazionale per la prosa breve “Lapis Histriae 2024” per diversificare ancora la Grammatica dell’oblio.

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