Fiume. Teatro Fenice: agire con urgenza

Il palazzo è un gioiello dell’architettura della Secessione e uno dei simboli di Fiume. Il Consiglio cittadino per la Cultura chiede interventi urgenti

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Fiume. Teatro Fenice: agire con urgenza

Lo stato di conservazione del Teatro Fenice – dal quale negli ultimi due anni sono caduti pezzi di intonaco e del tetto – è tale che esige una pronta reazione al fine di prevenire la perdita di un gioiello dell’architettura della Secessione a Fiume. Su questo si sono trovati d’accordo tutti i membri del Consiglio per la Cultura della Città di Fiume, riunitisi ieri per discutere soltanto un punto all’ordine del giorno: il Teatro Fenice, appunto.
Al fine di ottenere informazioni più precise sul tema, alla seduta sono state invitate anche la capodipartimento dell’Istituto di conservazione dei beni storico-culturali di Fiume, Biserka Dumbović-Bilušić, la prof.ssa Nana Palinić, esperta del Teatro Fenice e membro del Consiglio culturale per la tutela e la conservazione dei beni storico-culturali, Vlasta Linić del Dipartimento per la cultura della Città, e l’f.f. di capodipartimento per la Gestione dei beni, Denis Šulina.
Il presidente del Consiglio, Zvonimir Peranić, ha ripercorso brevemente le vicende legate al Fenice, ricordando che il palazzo è giunto al centro dell’attenzione nel maggio 2018, quando dalla facciata sono caduti pezzi d’intonaco. All’inizio di luglio 2019, al Consiglio per l’istruzione, la scienza e la cultura del Sabor è stata inviata un’interrogazione sullo status dell’edificio. La risposta del ministro della Cultura, Nina Obuljen Koržinek, è giunta nell’ottobre 2019. In questa il Ministro comunica che alla fine di luglio erano state decretate delle urgenti misure di conservazione dello stabile. “Ci interessa, quindi, come si è sviluppata la questione dopo il mese di luglio dell’anno scorso”, ha rilevato Peranić.
Le richieste dei conservatori
A rispondere è stata la capodipartimento dell’Istituto di conservazione dei beni storico-culturali, la quale ha osservato che il Teatro Fenice è uno dei simboli dell’identità di Fiume, un palazzo straordinario che, però, è diventato proprietà di persone (l’azienda Rijekatekstil) la cui attività principale non è legata alla gestione di un edificio destinato principalmente a contenuti culturali e di svago.
“L’edificio non si trova in buone condizioni, mentre le occasionali cadute dell’intonaco sono la conseguenza della trascuratezza – ha rilevato la capodipartimento –. Noi conservatori possiamo confermare che un gran numero di edifici storici in città si trova in simili condizioni. Ma torniamo al Teatro Fenice. Dopo la risposta del ministro della Cultura, gli esperti del nostro Istituto hanno svolto un sopralluogo del palazzo e hanno obbligato l’azienda Rijekatekstil, proprietaria dell’edificio, a intraprendere urgentemente degli interventi di risanamento e di verificare la stabilità statica del palazzo. L’azienda ha, però, fatto ricorso al Ministero della Cultura, al che i suoi esperti hanno fatto un altro sopralluogo del palazzo e hanno confutato le richieste del nostro Istituto constatando che l’edificio non si trova in stato precario e decretando soltanto degli interventi minori di risanamento del tetto e della facciata e della copertura delle finestre rotte con pellicola di plastica”, ha precisato Biserka Dumbović-Bilušić.
Investimenti… nel vento
Vlasta Linić ha sottolineato che in seno alla Città di Fiume vengono seguite con interesse le vicende legate al Teatro Fenice. “Nel 2011 abbiamo stanziato un milione di kune ricavate dalla tassa sui monumenti per un’opera di risanamento del palazzo, ma purtroppo questo denaro non è stato investito a questo scopo – ha precisato –. Ad un certo puntodisponevamo pure di un progetto di risanamento del tetto e della facciata del valore di 16 milioni di kune, ma questo non è stato accolto nel programma di cofinanziamento di opere di rinnovo degli edifici di valore storico-culturale. Nel 2012, l’impresa Rijekakino aveva dato un’offerta di acquisto del palazzo, ma il Consiglio cittadino ha bocciato la richiesta”, ha puntualizzato Vlasta Linić.
Denis Šulina ha precisato che, anche se la Città di Fiume figura nei documenti come proprietaria di 1/10 del palazzo (il 9/10 appartiene alla Rijekatekstil), in pratica le cose stanno diversamente. Infatti – come spiegato da Denis Šulina – la parte dell’edificio che figura di proprietà della Città riguarda sette alloggi che la Rijekakino, precedente proprietaria dell’edificio, aveva venduto al Fondo di attività condominiali e che non sono più di proprietà della Città, anche se questo fatto non è stato ancora rettificato nei relativi documenti”.
Interesse per l’acquisto
Va anche detto che nel 2016 alla Città di Fiume, alla Regione litoraneo-montana e allo Stato era stata fatta l’offerta di acquistare l’edificio per la somma di 2,3 milioni di euro, ma questa era stata respinta perché troppo onerosa. Denis Šulina ha spiegato che la Città di Fiume è interessata all’acquisto del palazzo, ma questo dipende dall’offerta e dai fondi a disposizione. Ultimamente era stata avanzata la possibilità di rilevare il Teatro Fenice per 11 milioni di kune, ovvero 1,5 milioni di euro, che è una somma che forse la Città potrebbe racimolare, anche attingendo ai fondi europei.
La prof.ssa Nana Palinić ha rievocato i vari studi e monitoraggi svolti nell’edificio a partire dal 1991. Nel 2015, la Facoltà di Edilizia aveva realizzato un progetto di restauro, ma questo non era stato accettato dal proprietario. “La struttura del palazzo non è in pericolo, ma all’interno del palazzo la situazione non è buona”, ha constatato Nana Palinić.
Forse un amministratore temporaneo
Nel corso della seduta è stata esaminata la possibilità che il sindaco approvi la nomina di un amministratore temporaneo dell’edificio su suggerimento dell’Istituto di conservazione, ma è stato pure osservato che questa misura non risolverebbe il problema principale del palazzo, ossia la sua funzione e i contenuti che dovrebbe ospitare. Infatti, come sottolineato da Biserka Dumbović-Bilušić, prima di avviare qualsiasi opera di restauro è necessario innanzitutto chiarire a quale attività sarà adibito l’edificio. A ogni modo, con la nomina di un amministratore, il proprietario sarebbe costretto ad avviare e finanziare gli interventi più urgenti di risanamento all’esterno dell’edificio.
Attirare investitori
Nikša Vitković, membro del Consiglio, si è detto favorevole alla nomina di un amministratore, in quanto convinto che l’edificio continuerà a deteriorare se non si agisce immediatamente anche con un provvedimento provvisorio. “Se si iniziasse a lavorare sul palazzo, questo risveglierebbe sicuramente l’interesse di potenziali investitori”, ha rilevato Vitković.
Lucio Slama, membro del Consiglio, si è chiesto come è possibile che, nonostante il palazzo si trovi in pessime condizioni, nell’ex Opera vengano comunque organizzati eventi. Gli è stato risposto che il Teatro Fenice non è stato proclamato inagibile, per cui gli eventi possono comunque venire organizzati.
Peranić ha osservato pure che un’eventuale opera di restauro dell’intero edificio potrebbe essere finanziata attingendo ai fondi europei, cosa che la Città di Fiume ha dimostrato di sapere sfruttare. Ha infine concluso che il Consiglio richiederà che tutte le istituzioni e gli enti coinvolti nel caso Teatro Fenice agiscano con la massima urgenza al fine di salvare il palazzo.

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