CI di Pola. «Chi non ricorda il passato è costretto a riviverlo»

Dopo Zagabria, è stato presentato alla CI di Pola il recital letterario con Sabrina Modenini, prodotto da Enrico Carretta e tratto dall'omonimo libro di Piera Sonnino

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CI di Pola. «Chi non ricorda il passato è costretto a riviverlo»
Sabrina Modenini nei panni di Piera Sonnino. Foto: MARKO MRĐENOVIĆ

Il 27 gennaio di 78 anni fa, con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il mondo ha visto con i suoi occhi l’orrore della Shoah, il deliberato piano nazista di persecuzione e sterminio del popolo ebraico (ma non solo). Non a caso il 27 gennaio è la data scelta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per la “Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto”. Una Giornata che anche l’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria (IIC) e il Consolato generale d’Italia a Fiume hanno voluto ricordare con un doppio appuntamento a Zagabria e Pola. Il primo si è tenuto proprio il 27 gennaio, il Giorno della Memoria. Il secondo si è tenuto, invece, il giorno successivo, alla Comunità degli Italiani di Pola, che ha avuto l’onore di ospitare “Questo è stato”, un recital letterario con Sabrina Modenini, prodotto da Enrico Carretta e tratto dall’omonimo libro di Piera Sonnino, unica sopravvissuta della famiglia ai campi di sterminio nazisti.

Una tragedia immane
La rappresentazione teatrale è stata introdotta e presentata al pubblico della CI di Pola dal Console generale Davide Bradanini, che ha colto l’occasione per ribadire l’importanza del Giorno della Memoria, una ricorrenza istituita a livello internazionale per ricordare lo sterminio legato all’Olocausto e il 27 gennaio1945, giorno in cui le truppe sovietiche della 60.esima Armata arrivarono alle porte della città polacca di Oswiecim (Auschwitz in tedesco), svelando al mondo l’esistenza dei campi di sterminio, prigionia e lavori forzati, veri e propri luoghi infernali dai quali soltanto pochissime persone ebbero la fortuna di uscire vive. “Soltanto ad Auschwitz sono morte in pochi mesi più di un milione di persone – ha ricordato Bradanini, aggiungendo che – Auschwitz è stato uno dei tanti luoghi di morte dell’universo concentrazionario nazifascista in Europa in cui morirono circa sei milioni di ebrei, oppositori politici, rom, sinti, omosessuali, disabili. Non si fa mai abbastanza per ricordare quello che è successo e l’abisso in cui è caduta la nostra civiltà europea negli anni della Seconda guerra mondiale”, ha sottolineato il Console.

Una famiglia straziata
Un saluto ai presenti, tra i quali il Console onorario, Tiziano Sošić, il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Marin Corva, il caporedattore del nostro quotidiano, Christiana Babić, un gruppo di studenti della Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri” di Pola e la preside Debora Radolović, è stato rivolto dalla presidente del sodalizio polese, Tamara Brussich. Dopodiché, aperto il sipario, i riflettori sono stati tutti per Sabrina Modenini, che sul palco ha portato il dramma e le vicende dei membri di una numerosa famiglia ebrea (Piera è la quarta di sei figli), quella dei Sonnino, le cui vite sono state sconvolte e straziate dalle leggi razziali prima e dalle conseguenze dell’8 settembre 1943, che hanno portato all’arresto e alla deportazione nei campi di concentramento, dai quali soltanto un membro della famiglia è riuscito a tornare, vivo, in Italia: Piera Sonnino. Soltanto dieci anni dopo il ritorno alla vita Piera Sonnino trovò il coraggio e la forza per raccontare la sua storia, la sua tragedia, la deportazione e lo sterminio dei suoi genitori, dei sui tre fratelli e delle sue due sorelle. Una storia che, grazie alla toccante e brillante interpretazione del ruolo di Piera Sonnino, Sabrina Modenini ha saputo non soltanto raccontare, ma anche trasmettere al pubblico, che col fiato sospeso, rapito e commosso, è stato catapultato in un mondo di orrore e di sofferenze. Non soltanto il pubblico si è, però, lasciato trasportare dalle emozioni.
È successo anche alla stessa attrice che, smessi i panni della protagonista e scesa dal palco, ha dichiarato che “interpretare Piera Sonnino è sempre un’emozione. Non so come ma ogni volta che la interpreto entro nel mood di questa donna. È un grande onore poter raccontare questa memoria, perché chi non ricorda il passato sarà costretto a riviverlo. Quindi per me poter raccontare questa storia è un privilegio”, ha commentato Sabrina Modenini, che ha quindi sottolineato l’importanza di trasmettere l’importanza della Memoria ai ragazzi e ai giovani affinché non commettano gli errori passati. “Adesso abbiamo ancora i sopravvissuti, me presto non ci saranno. Per questo è nostro compito ricordare l’Olocausto e tutti i genocidi commessi nel corso della storia”.

L’Italia in cucina
Alla Comunità degli Italiani di Pola, è andato in scena anche un secondo appuntamento: l’inaugurazione della mostra “Pellegrino Artusi e l’unità italiana in cucina”, che rimarrà aperta al pubblico fino al 31 marzo. Anche questa volta, l’onore e l’onere di introdurre la mostra al pubblico è spettata al Console generale d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, il quale ha ricordato che Artusi è il padre della cucina italiana moderna, l’uomo che ha unito l’Italia in cucina. Va ricordato che la mostra era stata presentata lo scorso novembre a Villa Antonio, sede della CI di Abbazia.

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