Vini. In Croazia il futuro è… rosé

Ad Abbazia si è tenuta la degustazione guidata di Karmela Tancabel, titolare della piattaforma WinEmotionByKC che promuove i vini croati

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Vini. In Croazia il futuro è… rosé
Le sorelle Katarina e Ana Peršurić con la relatrice Karmela Tancabel. Foto: LUCIO VIDOTTO

È un veicolo promozionale straordinario per il territorio e un testimone della cultura di un luogo, di una regione o di un Paese. In altre parole, il vino può parlare di noi, e quello che si fa nostro portavoce nel mondo assume sempre più autorevolezza. Lo scorso fine settimana c’è stata la possibilità di saperne un po’ di più al laboratorio organizzato all’albergo “Ambasador” di Abbazia, in un contesto particolare, dedicato ai rosé, a quei vini che erroneamente vengono associati a un pubblico femminile, più delicati e amabili rispetto a certi vini rossi di “comprovata virilità”. L’appuntamento, per chi c’è stato, ha messo fortemente in discussione questi luoghi comuni.
Karmela Tancabel, riconosciuta nel mondo dei vini e titolare della piattaforma WinEmotionByKC, attraverso una degustazione guidata, ha presentato a una platea numerosa sei vini rosé provenienti dalle quattro regioni vitivinicole in cui è suddivisa la Croazia. “La mia idea è quella di promuovere i vini croati, prodotti in piccole quanità se ci si paragona a Francia, Stati Uniti o Italia, ma che sono ormai pluripremiati alle principali rassegne europee e mondiali. Ci sono delle eccellenze, tante, e siamo qui per proporne alcune”, ha detto Karmela Tancabel, che ha ripercorso il cammino della scena croata negli ultimi trent’anni. Questo periodo ha visto l’Istria come forza trainante di un movimento in costante crescita.
I primi due rosé, molto diversi tra loro, hanno rappresentato la regione vitivinicola istro-quarnerina, con le cantine “Pavlomir” della valle del Vinodol, e “Kozlović”, capofila della produzione in Istria. La Croazia continentale è stata presentata attraverso la cantina “Volarević” del Međimurje e “Galić” per la Slavonia. La Dalmazia non poteva che regalare un rosé prodotto dal suo più importante vitigno, che è il Plavac mali. C’è stato quindi il finale con un ritorno in Istria alle cantine “Peršurić”, con il rosé nella versione con le bollicine, prodotto, ovviamente, con le tecniche tradizionali dello spumante.
Cosa si è potuto imparare? Il vino rosato è prodotto dai vitigni da cui si ottengono i vini rossi attraverso alcuni tipi di procedimenti. In pratica, dei vini molto impegnativi, talvolta “scorbutici” se non li si affronta con cura, diventano gentili e comprensibili a tutti. Plavac Mali, Terrano o il Pinot noir possono diventare più freschi e leggeri, particolarmente raccomandati d’estate, serviti come i vini bianchi. La loro trasformazione in vino rosé mantiene però molte delle caratteristiche tipiche del vitigno nei profumi, nel sapore e nel retrogusto. Nel mondo la concentrazione più alta e la produzione maggiore di rosé la troviamo in Francia, più precisamente in Provenza, e le statistiche indicano che la richiesta supera l’offerta. Le statistiche svolte in Francia, inoltre, dicono che nella fascia d’età tra i trenta e i quarant’anni non sono le donne a preferire il rosé, bensì gli uomini che lo “snobbano” da giovani per scoprirlo una volta “diventati grandi”.

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