Scoglio Olivi: sei aziende dal ministro

Previsto incontro con Damir Habijan

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Scoglio Olivi: sei aziende dal ministro
Una veduta del cantiere navale di Scoglio Olivi. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Tra due settimane. La seduta del Consiglio dei creditori di Scoglio Olivi, che si sarebbe dovuta svolgere ieri per decidere il da farsi nella vendita della quota azionaria detenuta dallo Stato nell’Uljanik brodogradnja 1856 (il 54,77 p.c.) è slittata di due settimane. La proposta di proroga è giunta a firma della sostituto pm Nevenka Kovčalija, che nel Consiglio dei creditori rappresenta, appunto, lo Stato. Da quanto è dato sapere, i sei potenziali interessati all’acquisto del pacchetto avranno un colloquio con il ministro dell’Economia e dello Sviluppo sostenibile, Damir Habijan. Questo dopo che anche il sesto tentativo di alienazione all’asta è andato miseramente in fumo in quanto nessuno dei potenziali acquirenti aveva inteso tramutare l’interesse virtuale in denaro tangibile.
Saranno quindi a Zagabria i rappresentanti dell’israeliana Israel Shipyard, della rumena GSP Offshore, dell’italiana Micoperi, della cipriota La Maison, della slovena Eko Bor e della fiumana Adria Mont. ai colloqui sarà presente pure il curatore fallimentare, Loris Rak.
L’incontro, in un certo senso, è quasi percorso obbligato: della necessità dei potenziali acquirenti di avere un abboccamento con lo Stato già si mormorava prima dello scadere del termine per il versamento della cauzione. quello che interessa è sapere la posizione di Zagabria sul mantenimento della cantieristica, un eventuale accordo sulla diminuzione degli oneri cantierini e la durata della concessione demaniale. Chiarite queste questioni si potrà ragionare in termini di un nuovo termine di alienazione e della base d’asta. Lo si saprà il 18 marzo, quando il Consiglio dei creditori deciderà, ancora e di nuovo, il destino della quota azionaria e quindi dell’Uljanik brodogradnja 1856, che ormai ha visto la tosse trasformarsi in qualcosa di più serio. La medicina è in mano al nuovo partner strategico, che poi sarà quello di maggioranza.

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