Pescheria, buona l’offerta dicembrina

Il pesce è fresco e ce n’è per tutte le tasche e tutti i gusti, ma di questi tempi mancano i clienti

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Pescheria, buona l’offerta dicembrina
In pescheria è... calma piatta. Foto: DARIA DEGHENGHI

Calma piatta o, come si usa dire in mare, bonaccia assoluta. Per registrare un movimento, ci vorrebbe uno sismografo dalla sensibilità impeccabile, tale è l’assenza di clienti nella pescheria al pianterreno del mercato coperto in questi primi giorni di dicembre. Impressionante, davvero. Ben che vada, ogni quarto d’ora entra qualcuno per andarsene pochi attimi dopo col sacchetto della spesa modestamente rigonfio. E dire che questo dovrebbe essere il momento buono per pensare alla tavola. Si fa un gran parlare di feste, di attesa del Natale, dei concerti, degli spettacoli per ragazzi, dei veglioni e dei cenoni che verranno, o perlomeno così fa in televisione, ma la città sembra parlare diversamente. Le casette del mercatino di Natale o sono chiuse o servono pochissimi clienti e comunque soltantoo nei momenti degli eventi organizzati. La parola d’ordine “vieni in città” suscita di norma risate sardoniche.

Regna la bonaccia
In pescheria regna dunque la bonaccia, che diversamente di quella di mare, propriamente detta, non è il massimo della goduria. Eppure l’offerta ittica non è pessima, anzi. Il pesce è fresco e ce n’è per tutte le tasche e tutti i gusti, a significare che si può spendere poco e mangiare bene e si può spendere parecchio e mangiare sempre bene o meglio. Poi dipende tutto dai gusti, si capisce. C’è chi ama le sogliole e chi le acciughe, chi vuole i calamari e chi le seppie, chi apprezza l’orata e chi il branzino, chi le cozze e chi i gamberetti. Per fortuna, in piazza del Popolo ce n’è abbastanza per tutti i palati. Semmai, mancano i clienti. Ma forse è solo quel momento di stasi che precede gli acquisti sfrenati di fine anno. Ciò non toglie che quest’anno è diverso. L’inflazione, il caro carburanti, il calo del potere d’acquisto, in combinazione col maltempo, hanno un effetto dissuasore per la voglia di uscire di casa praticamente impossibile da combattere.
Vediamo dunque le varietà in commercio e i prezzi. Insolita la presenza degli zerri che ultimamente sono rari come le mosche bianche. Chi perde l’occasione dell’acquisto a volte aspetta qualche mese per ritrovarseli in piatto. Cugini delle menole, ma più piccoli ancora, sono adatti alla frittura senza investimento di tempo nella pulizia. Costano 60 kune il chilogrammo, vale a dire una decina di kune in più rispetto agli anni passati. Comunque hanno i loro clienti assicurati. Proprio come le sardelle, in vendita a 30 kune, e il tombarello (30-40), pesce azzurro a sua volta, e quindi conveniente e sano per la presenza di grassi acidi insaturi: quelli buoni.

Gli scampi a 230 kn
Viene in mente la storiella che ci raccontavano da bambini secondo cui “mangiare pesce azzurro fa diventare intelligenti”, ma l’ostinazione a resistere anche contro la promessa di un futuro cognitivo migliore è sempre stata e sempre sarà troppo forte. Ieri come oggi, è quasi impossibile convincere i ragazzi a farsi una bella scorpacciata di scombri o acciughe piuttosto che una di pizza e patatine fritte. Di pesce veramente pregiato troviamo il sarago fasciato e il dentice a 120, 130, 150 e 160 kune il chilo, le sogliole a 100, 120 e a 140, le capesante a 160, i gamberoni a 120 e 140, gli scampi a 200 e 230, il salmone fresco a tranci a 140 kune. Di conveniente e buono c’è anche del nasello a 60 kune. Orate e branzini d’allevamento costano in media 80 kune il chilogrammo, mentre i branzini selvatici, specie se di grossa taglia, raggiungono anche il prezzo di 180 kune. Il palombo 90 kune.

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