Manodopera, ricerca continua

Trovare lavoratori, soprattutto qualificati, diventa un’impresa sempre più ardua anche in settori completamente slegati dal mercato delle vacanze, tanto che la difficoltà delle aziende nel reperire personale è sempre più un tormentone non soltanto estivo come fino a un paio d’anni fa

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Manodopera, ricerca continua
La carenza di manodopera si fa sentire anche nel settore edile. Foto: GIULIANO LIBANORE

Decisamente no: l’Istria, almeno questa volta, non fa eccezione, anzi, sembra messa peggio di qualche altro territorio. L’economia cresce, il turismo avanza, la domanda di lavoro c’è. Eppure, lavoratori se ne trovano sempre meno. A mancare sono soprattutto i camerieri, i commessi, i cuochi, gli addetti alle pulizie, ma anche i muratori, i carpentieri, i manovali e i capi cantiere. L’elenco degli “introvabili” è ancora molto lungo e comprende, ad esempio, anche i professori, i pasticceri, i macellai, gli infermieri, i fisioterapisti, i dentisti, gli assistenti a domicilio, i magazzinieri, gli autisti, i camionisti, i postini, gli addetti alle consegne… Insomma, trovare lavoratori, soprattutto qualificati, è sempre più un’impresa anche in settori completamente slegati dal mercato delle vacanze, tanto che la difficoltà delle aziende nel reperire personale è sempre più un tormentone non soltanto estivo come fino a un paio d’anni fa.

Ma è vero che i posto di lavoro ci sono, ma mancano i lavoratori? Sembrerebbe di no, visto che in Istria per ogni lavoratore richiesto ci sono almeno quattro disoccupati. Per avere una prova di questo, basta osservare il numero dei senza lavoro in Istria e i posti vacanti. I disoccupati a febbraio sono pari a 3.502, mentre i posti vacanti sono pari a circa 820. I dati sono forniti come sempre dall’Istituto nazionale per l’impiego, dal cui rapporto mensile emerge comunque un dato positivo: dopo mesi di crescita il numero dei residenti iscritti nelle liste di collocamento ha iniziato, seppur di poco, ad assottigliarsi. Rispetto al mese precedente, a febbraio, i disoccupati sono stati 252 o il 3,4 p.c. in meno. Su base annua, invece, si registra una riduzione del 6,7 p.c. Al termine del mese scorso 1.732 dei complessivi 3.502 disoccupati erano uomini. Il numero delle donne senza un’occupazione è stato leggermente superiore (1.776). Anche per febbraio, l’Istituto nazionale per l’impiego ha fornito un’esaustiva panoramica sui livelli di istruzione dei residenti iscritti nelle liste di collocamento. Si apprende così che 87 disoccupati non hanno ultimato alcuna scuola, nemmeno quella dell’obbligo. Decisamente più alto (655) è, invece, il numero dei senza lavoro con la licenza elementare. Tra i disoccupati figurano inoltre 1.121 persone in possesso di un diploma d’istruzione secondaria superiore della durata di tre anni e altre 1.124 persone in possesso dello stesso diploma, ma della durata di quattro anni. Tra chi è in cerca di un’occupazione figurano poi 215 laureati (in possesso di un titolo di studio di primo o secondo livello) e altri 300 possessori di titoli superiori. Per quanto riguarda l’età, l’Ufficio per l’impiego informa che i più rappresentati sono gli over 50 (1.186). Anche per il mese di febbraio, nell’ultima rilevazione sul mercato del lavoro, i responsabili dell’Istituto per l’impiego hanno pubblicato i dati sul numero dei disoccupati suddivisi per area di residenza, che dicono che il 46 p.c. (1.610) di tutti i disoccupati risiedono nella Bassa Istria, tra Pola, Dignano e gli altri Comuni vicini. Rispetto a gennaio, il numero si è ridotto di 59 unità. Se il Polese è, prevedibilmente, l’area con la più alta concentrazione di senza lavoro residenti, il Pinguentino (con 69 disoccupati) continua a essere l’esatto opposto. Nel mezzo troviamo il Parentino (578), l’Albonese (404), il Rovignese (351), l’Umaghese (277) e infine il Pisinese (213). Tra i mesi di gennaio e di febbrario il numero dei disoccupati è diminuito non soltanto nel Polese, ma anche a Parenzo, a Rovigno e a Umago. A Pinguente e e Pisino il numero è rimasto invariato, mentre nell’Albonese i senza lavoro sono, invece, aumentati, passando da 382 di gennaio ai 404 di questi giorni.

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