La crescita formativa su tutto

Intervista a Serena Sirotić, da poco nominata direttrice della Scuola d’infanzia in lingua italiana Rin Tin Tin dopo 27 anni di lavoro svolto in tutte le sezioni dell’asilo, per parlare del suo programma e degli obiettivi prefissati per il prossimo quadriennio

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La crescita formativa su tutto

Serena Sirotić ha assunto da poco le redini della Scuola d’infanzia italiana Rin Tin Tin di Pola, istituzione che rappresenta il gradino che sta alla base della verticale didattico-formativa in lingua italiana della città, succedendo a Tamara Brussich. Sostenere questo ruolo di responsabilità significherà dover attingere da un bagaglio di sapere ed esperienza che la neo-eletta direttrice ha acquisito dopo 27 anni di lavoro svolto come educatrice ed educatrice mentore, in tutte le sezioni (nido, miste, prescolari), portando avanti con particolare estro di inziative la Sezione Delfini, dislocata all’elementare Giuseppina Martinuzzi. Nel suo curriculum professionale s’inserisce pure la partecipazione attiva nella promozione di laboratori Unicef, di Reggio Children, nonché a innumerevoli eventi e programmazioni dell’Unione Italiana.

 

Che cosa l’ha spinta a candidarsi per la carica di direttrice?

“Dopo anni di mansioni lavorative svolte con i bambini e i genitori, ho voluto mettermi alla prova e vedere come contribuire all’ulteriore sviluppo dei programmi e dei processi formativi della scuola materna da tutta un’altra prospettiva, quella dirigenziale che è più onnicomprensiva. Pur mantenendo sempre i dignitosi panni di educatrice, mi ritengo una persona in grado di assumersi anche questa nuovo importante incombenza. Nel mio lavoro ho sempre cercato di migliorarmi, di ascoltare e confrontarmi con i colleghi, in modo onesto e costruttivo, facendo attenzione a tenere tutti in considerazione. Gli educatori di quest’istituzione, di cui mi sento onorata di far parte, ogni anno si ritrovano con dei bambini dalle caratteristiche e necessità più svariate e il nostro ruolo è diventato tutt’altro che semplice. L’attualità che ci ritroviamo a vivere da quasi due anni a questa parte ne è la testimonianza, pertanto posso dire che la centralità di ogni processo di crescita, sia esso rivolto al discente o all’educatore, è favorita dal particolare contesto educativo di cui ci si trova a far parte e i rapporti che intercorrono tra i vari membri sono di fondamentale importanza affinché tale crescita sia costruttiva, motivante e serena. Sono dell’opinione che per un buon funzionamento della nostra istituzione, tutti i ruoli ricoperti dalle varie persone che vi operano siano essenziali e di uguale importanza. Un collettivo funziona se tutti gli elementi tra di essi si trovano sulla stessa lunghezza d’onda, come pure se ci si rende conto che non esiste il singolo bensì il gruppo”.

In che direzione intende guidare il Rin Tin nel prossimo quadriennio? Ci presenta il suo progamma di lavoro?

“Desidero focalizzare la mia attenzione su alcuni obiettivi formativi essenziali e importanti, rivolti alla crescita personale e professionale di ogni singolo dipendente, nonché sulla formazione dei bambini che ci vengono affidati quotidianamente dai genitori. Parlando di crescita formativa dei bambini, mi riferisco alla cura nello sviluppare e arricchire le sfere linguistica, cognitiva, culturale e sociale, intese come elementi fondamentali per educare al rispetto delle diversità, alla convivenza, alla cittadinanza democratica, alla consapevolezza della propria identità e della propria storia. Mi propongo di migliorare i rapporti interni che intercorrono sia tra gli educatori come pure tra il personale tecnico, la cui importanza non è da meno; quindi, creare una squadra affiatata e performante, coinvolgendo i dipendenti nelle decisioni in modo tale che diventino le ‘nostre’ decisioni; incrementare la collaborazione, aumentare il livello di fiducia nei colleghi; motivare il gruppo di lavoro e creare coesione ed integrazione; puntare sull’accoglienza nei confronti dei bambini e dei dipendenti; creare connessioni autentiche basate sull’ascolto e sulla fiducia reciproca, un ambiente lavorativo sereno e stimolante; raggiungere un equilibrio nei rapporti interpersonali, soprattutto tra dipendenti e dirigente didattico”

Quali strategie prevede di mettere in campo allo scopo di perseguire le anzidette e altre finalità?

“Il mio proposito è di utilizzare misure di valutazione uguali per tutti. Punteremo sull’iscrizione dei bambini della minoranza, accogliendo nel contempo anche altri che ne vogliono far parte, in quanto i destinatari dell’offerta formativa della nostra istituzione con lingua d’insegnamento italiana sono sia i bambini per i quali l’italiano è lingua materna, talvolta non unica, sia coloro che si accostano alla cultura italiana come a un’importante opportunità di formazione, arricchimento e crescita personale, favorita dalla peculiarità plurilingue del territorio; cercheremo sostegno da enti pubblici per migliorare l’offerta formativa rivolta ai nostri discenti e, in ogni caso, per far crescere la nostra istituzione dall’aspetto della qualità educativa. Da parte mia sono disposta ad ascoltare e a ponderare tutti i suggerimenti che mi verranno rivolti, valutandoli e prendendoli in considerazione in quanto elargiti nell’interesse dell’istituzione di cui con onore ed orgoglio faccio parte. Desidero promuovere progetti, strategie educative e didattiche mirate all’arricchimento e all’ampliamento dell’offerta formativa e ad incrementare così il numero dei bambini presenti nelle varie sezioni didattiche. In conclusione posso dire che mi ripropongo di continuare a lavorare con serietà, dedizione e soprattutto con correttezza, contribuendo alla crescita culturale e interiore di tutte le persone che fanno parte del collettivo”.

Non possiamo soprassedere sulla faccenda riguardante l’ipotesi che era stata suggerita in Consiglio cittadino, circa l’eventualità di annettere sezioni croate in seno al Rin Tin Tin, che il sindaco Filip Zoričić ha esplicitamente scartato. Che cosa pensa a proposito?

“Mettere sezioni croate sotto l’egida del Rin Tin Tin? Non sono d’accordo. La scuola d’infanzia italiana ha investito anni di lotta per acquisire e mantenere l’autonomia giuridico-amministrativa e didattico-organizzativa. La lingua è fattore di massima importanza ed è chiaro che l’inserimento di un programma in croato implicherebbe l’introduzione del bilinguismo ad ogni livello a scapito dell’autenticità identitaria italiana”.

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