I presepi della tradizione nella chiesa di S. Giusto

Gallesano. Una mostra organizzata dalla locale CI

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I presepi della tradizione nella chiesa di S. Giusto

Un’arte che sa di antico, che sa di casa, di chiesa, di famiglia e di speranza. È l’arte di costruire un presepe con pochi attrezzi essenziali e materiali grezzi come il legno, la stoffa e la carta, del muschio secco, del pietrisco e qualche filo di paglia. E con le statuine a completare il quadro. Ancora una volta la Comunità degli Italiani “Armando Capolicchio” di Gallesano c’insegna l’arte. È il quarto anno che i gallesanesi allestiscono la mostra dei Presepi che trova accoglienza nella chiesa di San Giusto. I presepi sono una trentina, più numerosi che mai e sono tutti il frutto del fai da te, realizzati a mano e quindi pezzi unici, d’autore. Il tema, è vero, non permette troppe fantasticherie, perché gli elementi del presepe sono dati una volta per sempre: la grotta (o la stalla), la culla di paglia, la Sacra famiglia, i Re magi, i pastori, i suonatori, gli artigiani. Lo stesso vale per il resto della scenografia bucolica: il ruscello, i campi, i bovini, gli ovini, la stella cometa… La ricchezza, in questo caso, non guasta, anche se l’essenza del presepio è proprio l’umiltà del Redentore che viene al mondo in una stalla. Gli autori dei presepi in mostra nella chiesa di S. Giusto sono i gallesanesi stessi, i bambini dell’asilo e della scuola, i soci delle CI di Buie e di Sissano, gli attivisti dell’associazione “Amici del presepe” di Trieste, nonché gli ospiti Josip Sterpin, Divna Kontošić e Graziella Damjanić (che partecipano grazie alla collaborazione con l’Associazione dei pensionati di Pola e della Pro loco di Gimino).

Le autorità all’inaugurazione della mostra

Per quest’anno niente cerimonie d’apertura in grande stile e niente proclamazioni dei vincitori: per ridurre i contatti e le possibilità di contagio, l’apertura dell’esposizione è stata modesta, benché non si sono fatte attendere le autorità. Presenti il sindaco di Dignano, Edi Pastrovicchio, i due presidenti dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul e Marin Corva (Giunta esecutiva), nonché i presidenti dell’assemblea e della GE della Comunità degli Italiani di Gallesano, Pietro Demori e Diriana Delcaro Hrelja, che hanno curato l’allestimento della mostra. Per il prossimo anno, pandemia permettendo, si farà qualcosina in più. Oltre a estendere il numero dei partecipanti a tutte le Comunità degli Italiani interessate, la mostra potrebbe essere itinerante e svilupparsi in strada, tra le tre chiese del territorio, per formare una specie di processione artistico-liturgica. Ma in quel caso i preparativi dovranno iniziare prima. Questa mostra, intanto, resterà aperta fino al 6 gennaio. Chi non l’avesse già visitata, s’affretti perché c’è in serbo anche una sorpresa: un’esposizione di ottanta cartoline di Natale d’epoca, di Giancarlo Moscarda.

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