Giù le mani dalla palestra. Uso garantito dall’accordo

Incontro tra istituzioni per rispondere alle mire della Città. Per l’impianto proprietà ancora da definire

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Giù le mani dalla palestra. Uso garantito dall’accordo
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Uno soltanto era l’oggetto all’ordine del giorno per la riunione di ieri alla Comunità degli Italiani di Pola, convocata dallo stesso sodalizio congiuntamente all’Unione Italiana: una palestra. Non una qualsiasi, ma l’impianto sportivo della Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri” e dell’Elementare italiana, “Giuseppina Martinuzzi”, adibita pure all’attività ginnico-ludica dei bambini della scuola d’infanzia italiana “Rin Tin Tin”.

Un tavolo… impegnativo
Presenti per parlare in merito al suo usufrutto e alle attività sportivo-ricreative da farsi in sede, l’onorevole Furio Radin, vicepresidente del Sabor, in collegamento online, il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, quindi il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Marin Corva e la presidente della Comunità degli Italiani di Pola, Tamara Brussich in qualità di convocatori, poi la vicepresidente della Regione istriana, Jessica Acquavita, la responsabile del settore scolastico della GE dell’Unione italiana, Patrizia Pitacco, le dirigenti scolastiche dell’elementare e della SMSI, Susanna Cerlon rispettivamente Debora Radolović, il vicesindaco di Pola in quota CNI, Bruno Cergnul, il presidente del Consiglio della minoranza nazionale italiana della Città di Pola, Ervino Quarantotto e il presidente dell’Assemblea della Comunità degli Italiani di Pola, Daniele Kumar. Perché una così importante consultazione? La risposta va cercata andando a ritroso.

Un vero miracolo
”Il miracolo si è compiuto. Le scuole italiane di Pola, dopo oltre sessant’anni d’attesa – perché è dalla Seconda guerra mondiale a questa parte che si è a digiuno – hanno la palestra tutta loro, un edificio sportivo di prim’ordine, da fare invidia a molte altre istituzioni scolastiche”. Sono parole testuali attinte dalle Cronache polesi del nostro quotidiano in data 17 gennaio 2012, che celebravano tutta la gioia delle scolaresche per l’ingresso nello splendido impianto sportivo e il magnifico traguardo raggiunto a forze finanziarie congiunte della Repubblica d’Italia e della Repubblica di Croazia, grazie al prezioso impegno dell’Università Popolare di Trieste e dell’Unione Italiana, con oltre 16 milioni di kune, allora impiegati per completare la missione. Oggi, oltre che testuali, quelle espressioni di plauso e soddisfazione collettiva per la Comunità Nazionale Italiana intera, purtroppo sembrano essersi rivelate anche tristemente profetiche. Il moderno impianto, in funzione di tutta la nostra verticale scolastica polese (asilo, elementare e media-superiore), attrezzato in maniera adatta a ogni esigenza didattica e standard pedagogico per l’attività ginnica, risulta fare gola a parecchi, club sportivi in primis. Anzi, si dirà di più. Dacché era stato totale rinascimento, una volta liberi dalla “memorabile” costrizione di aver dovuto sempre far ginnastica in aule di pochi metri quadrati a rischio di spintoni per generazioni, oppure ospiti di altrui palestre fin da quando le scuole italiane di Pola furono sfrattate dalle loro sedi storiche, l’interesse nei confronti di questo patrimonio è sempre stato oltremodo spiccato.

Scusi, c’è posto?
Appetibile al punto da rinnovare persino richieste ufficiali di comoda sistemazione per chi propone attività sportiva anche a livello antagonistico, professionistico o semi professionale. Sta di fatto che lo scorso 17 gennaio e successivamente anche il 9 febbraio, il sindaco della Città di Pola, Filip Zoričić, ha inviato due missive a Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana e altrettante comunicazioni (senza indicare i nomi dei destinatari) agli indirizzi della SEI “Giuseppina Martinuzzi” e della SMSI “Dante Alighieri”, insistendo con la richiesta di concedere ospitalità in palestra ad “almeno un club sportivo cittadino per quattro ore al giorno”. Il fatto di avere soprasseduto sui principi di fondo, per cui era stato stabilito fin dall’inizio – con l’avvio della costruzione nel 2007 – che la fruizione della palestra spetta esclusivamente alle istituzioni della CNI, ha spinto i vertici dell’UI e della CI di Pola a convocare una riunione per ragionare sul da farsi e battersi ancora una volta allo scopo di far valere i diritti acquisiti dal nostro settore scuola e dalla Comunità italiana polese di cui è parte integrante. Non trascorrerà troppo tempo per vedere recapitata la risposta al sindaco di Pola, allo scopo di ribadire a triplice firma, quella del presidente della Giunta UI e delle succitate dirigenti scolastiche, che esistono accordi espliciti con cui la destinazione d’uso di quest’impianto sportivo è già da tempo stabilita e notificata a chiare lettere da accordi bilaterali tra due Stati. Tale è la posizione presa all’unanimità da tutti i presenti dopo aver preso atto della situazione analizzata nel dettaglio in merito a questo patrimonio di grande valore per la CNI, anche per il solo fatto di rappresentare il risultato di un investimento italo-croato.

Bene da tutelare
Prima Tamara Brussich e quindi soprattutto Marin Corva, hanno sottolineato la necessità di tutelare questo bene e specificato quale prassi è oggi in auge nel caso di siffatti investimenti con riferimento alla recente ricostruzione della SMSI di Buie: al fine di poter accedere ai finanziamenti messi a disposizione dello Stato italiano è stata chiesta esplicita garanzia e conferma che l’immobile verrà utilizzato esclusivamente per le necessità della CNI e ad uso scolastico per i prossimi 99 anni. Lo Stato italiano, come sentito, va giustamente a monitorare la gestione che si fa degli investimenti messi in atto e il vincolo esiste, come segnalato da Maurizio Tremul, anche nell’annesso al contratto d’appalto di questa palestra, dove la scuola Dante è designata quale istituzione fruitrice e beneficiaria a tutti gli effetti. Lo avevano siglato nel 2006 il Ministero della Scienza e dell’istruzione della Croazia, la Regione istriana, la Città di Pola, l’UPT in rappresentanza dello Stato italiano, l’Unione Italiana, la SMSI Dante e l’appaltatore Projektgradnja. Anche Jessica Acquavita ha ribadito il fatto che non vi siano dubbi a proposito dell’accordo d’usufrutto, risultando il medesimo molto limpido e da mantenersi tale per il bene della CNI di Pola e delle sue scuole. Un tanto anche senza scendere in considerazioni sulle sfide logistiche e le spese di manutenzione e pulizia che la condivisione dell’usufrutto della palestra da parte di esterni comporterebbe per le scuole. L’appoggio alla verticale scolastica italiana di Pola e alla loro palestra, in virtù degli accordi tra Roma e Zagabria, è poi arrivato anche per voce di Furio Radin, convinto che la Città di Pola saprà sicuramente cavarsi d’impaccio e risolvere il problema dell’assenza di strutture sportive per i club e i giovani mediante la costruzione di un proprio nuovo impianto sportivo, senza dover ripiegare sull’ingresso in una palestra a uso scolastico.

Le ragioni delle presidi
A sua volta Susanna Cerlon ha dato a intendere quanto si sia stati costretti a lottare come istituzioni scolastiche per gestire ed evitare pretese nei confronti di questo edificio sportivo, mentre Debora Radolović ha illustrato al meglio la sensazione di tristezza che si prova nel dover tornare a levare uno scudo di difesa al fine di tutelare quanto già concordato in precedenza e per giunta ribadito pure in occasioni d’incontri più recenti con la Città di Pola. Le garanzie erano andate a favore della “Dante”, che condivide questi spazi con la “Martinuzzi” e con il “Rin Tin Tin” grazie a un’ottima collaborazione che tra l’altro viene estesa a un’altrettanto significativa convivenza con la Comunità degli Italiani di Pola. La medesima, infatti, qui organizza le attività per i soci connazionali nell’ambito del suo attivissimo Settore sportivo guidato da Ervino Quarantotto, che per l’occasione ringrazia vivamente per questa disponibilità sempre messa al servizio della CNI polese. Portare via le ore pomeridiane alla palestra e far accomodare dei club, significherebbe dover rinunciare a queste preziose opportunità. Debora Radolović, da parte sua ha sottolineato quello che in effetti è il problema di fondo: gli appezzamenti di terreno su cui sorgono gli edifici scolastici sono sì di proprietà delle istituzioni, ma le medesime non risultano essere titolari dell’impianto sportivo. Si richiede pertanto di provvedere a questo cruciale aspetto senza nulla togliere al dato di fatto che la destinazione d’uso è stata chiaramente pattuita. In difesa dell’apertura, che comunque le istituzioni italiane dimostrano nei confronti della realtà che le circonda, la dirigente ha ben ricordato la generosa concessione e trasformazione della palestra italiana in centro vaccinale dell’Istria, dato come nobile obolo alla lotta durante l’emergenza Covid. Il vicesindaco in quota CNI, Bruno Cergnul, quindi, si è reso portavoce della Città, ventilando la possibilità di individuare una modalità di concedere in affitto la palestra a qualche club eventualmente in un futuro, qualora si dovesse trovare un po’ di spazio libero. Senza incontrare riscontro in merito e prendendo comunque atto della necessità di attenersi fedelmente agli accordi presi da investitori e committenti, il vicesindaco ha espresso il proprio appoggio e condiviso quanto sottolineato alla riunione quale principio di fondo. Dicendo con le parole di Daniele Kumar, si continuerà a tenere duro per mantenere la CNI polesana in vita, integra e unita. Va segnalato che un applauso è scaturito a fine riunione per gratificare Susanna Cerlon, dirigente uscente dell’elementare, per i suoi 14 anni di indefesso lavoro svolto alla guida di quest’istituzione, strategica proprio per il futuro dell’etnia italiana.

«Attenzione con l’italiano»
“Grazie del nobile gesto di aver dedicato una tabella in ricordo di Anna Frank e reso omaggio a colei che è il simbolo della Shoah e delle brutture del nazifascismo”: a dirlo è l’onorevole Furio Radin, rammaricato, però, del fatto che una tabella dal siffatto alto valore civile e morale messa nel parco dedicato alla compianta ragazza ebrea sia stata oscurata da errori d’ortografia e contenuto nella sua versione italiana. Da qui l’appello del vicepresidente del Sabor al vicesindaco di Pola, Bruno Cergnul, di supportare l’iniziativa indispensabile a porre rimedio e collocare una tabella con la dicitura in italiano corretta, per cancellare ogni aspetto negativo da quanto è stato fatto con belle intenzioni. A tanto il vicesindaco ha risposto che si sta già provvedendo in merito e che presto sarà cosa fatta.

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