Pola. Nuovo look per la «scuola gialla»

L’edificio che ospita il Ginnasio croato, la media superiore d’avviamento ai mestieri e quella di musica è soggetto a un esigente e complesso intervento edile. La mastodontica struttura architettonica, che abbraccia tre indirizzi, sarà dotata anche di tre ascensori

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Pola. Nuovo look per la «scuola gialla»
La costruzione dell’ascensore comincia dal sottosuolo. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Nulla si vede, ma succede di tutto. Bisogna penetrare dentro all’enorme cortile, racchiuso da un mastodontico edificio storico con pianta a forma di trapezio rettangolo, per constatare che è in atto un esigente e complesso intervento edile. La mastodontica struttura architettonica, che tutti a Pola sogliono chiamare “scuola gialla”, è talmente estesa da abbracciare nientemeno che tre indirizzi: via Treviri 8, via Zagabria 22, via Venezia 3 e ospitare altrettante istituzioni scolastiche al suo interno. Il Ginnasio croato, la Scuola media superiore d’avviamento ai mestieri e la Scuola di Musica Ivan Matetić-Ronjgov in condizione di esilio, a causa dell’inagibilità della sua vecchia sede (via Ciscutti 22), sono inquilini di un medesimo sconfinato condominio. L’opera edile in corso, con un investimento della Regione istriana pari a 400mila euro, fornirà a delle scolaresche costituite da centinaia e centinaia di allievi, la possibilità di salire e scendere da un secondo piano particolarmente elevato (data l’altezza dei soffitti), fino alla palestra del sotterraneo con estrema facilità.

Interventi molto complessi
Si sta effettuando la costruzione di tre enormi ascensori. L’opera vede impegnata da due settimane a questa parte la ditta Vladimir Gortan, di Pisino con forza lavoro in subappalto, e la sovrintendenza ai lavori espletata dalla Singrad, s.r.l. di Parenzo. “Andremo avanti per mesi e mesi…”: è la constatazione lasciata scappare a un operaio immerso dentro al vano ascensore tra il cemento armato in fase di asciugatura. E, difatti, la sfida è quella di provvedere all’installazione e alla realizzazione di strutture da saliscendi con requisiti adeguati alla veneranda età dell’edificio austroungarico e anche ben specifici riguardo allo spazio necessario. Ci sono delle misure minime da rispettare, a cominciare dalla cabina e dall’apertura della porta che devono risultare sufficientemente ampie da consentire il passaggio di una persona in sedie a rotelle, così come definito dal progetto firmato dallo Studio Bašić di Pola. Fortunatamente, la zona del cortile d’intervento, tutta invasa da materiali da risulta e da costruzione, nonché da attrezzature e macchinari edili, è talmente estesa da concedere piena libertà di manovra nell’esecuzione e nella sistemazione delle cabine e delle antistanti piattaforme di distribuzione. Non si ha da fare i conti con degli ambienti interni e con dei ridotti vani scala, ma è comunque un lavoro lungo e costoso, comprensivo anche di interventi a livello del tetto e sottotetto, e altrettanto quanto necessario per installare degli ascensori a norma e utilizzabili da tutti.

Sostituzione di finestre e infissi
A proposito di costi. La Regione istriana ha “sacrificato” il 46 per cento dei fondi di Bilancio 2023 a favore dei progetti dell’assessorato all’Istruzione, allo Sport e alla Cultura tecnica. E tanto di obolo è dovuto al fatto che l’anzidetto ente regionale è fondatore di 25 scuole elementari e 21 scuole medie, il che si traduce in un’ottantina di edifici scolastici da riparare, ampliare e mantenere in buono stato di salute. Nel 2022, la Regione aveva speso oltre 800mila euro a titolo di manutenzione scolastica, di cui 152mila euro erano stati devoluti proprio per il rinnovo della “scuola gialla” di Pola, ossia per una capillare sostituzione di finestre e infissi. Adesso si torna alla carica con un ulteriore progetto finanziariamente significativo: gli investimenti nelle scuole per quest’anno ammontano a 1 milione e 750mila euro e, di questi, ben 400mila serviranno per condurre a termine l’impresa degli ascensori. Da quanto previsto, i lavori non si arresteranno nemmeno d’estate e dovranno giungere a compimento a settembre, prima dell’avvio del prossimo anno scolastico 2023/2024. Nel frattempo, pazienza: un terzo di superficie dei campi da gioco che affiancano l’edificio scolastico è recintata e preclusa agli allievi, dal momento che è occupata da camion e materiali da scarto che si stanno estraendo dal cortile. In ogni caso le cose vanno fatte con molta attenzione, nel pieno rispetto dell’edificio che s’ha da dotare di ascensori. E se la Regione istriana ha oggi commissionato gli ascensori, il celebre, e ingiustamente ignorato, podestà italiano Ludovico Rizzi, ebbe commissionato la costruzione del grande edificio scolastico.

La storia dell’edificio
Un po’ di storia non guasta: nel remoto 10 dicembre1899 venne inaugurato in quest’area un velodromo, un piccolo impianto sportivo destinato alle gare ciclistiche su pista che dal 1901, ai tempi delle carrozze e dei cavalli, lasciò spazio persino a gare di ippica e successivamente ad altri eventi e spettacoli pubblici. Negli anni antecedenti la prima guerra mondiale, nell’area del velodromo venne iniziata la costruzione della Staatliche Realschule (Regia scuola statale), per scolari dalle quinte alle decime classi. La decisione di dare avvio all’opera pubblica era arrivata per alzata di mano del Consiglio cittadino con in testa il podestà Rizzi, ancora nel 1904 per creare le condizioni logistiche necessarie a sistemare un’istituzione in grado di formare la forza lavoro professionale indispensabile all’industria (navale soprattutto). La dirigenza della scuola veniva allora affidata all’ingegnere Enea Nicolich, sovrintendente e professore della Scuola industriale di Trieste. Nell’anno scolastico 1908/1909, il governo provinciale d’Istria con sede a Parenzo assieme alla Giunta della Città Pola decise poi di aprire il “Civico Ginnasio Reale”, proprio nell’ala oggi occupata dal Ginnasio croato. L’enorme crescita della scolaresca frequentatrice indusse quindi il podestà Domenico Stanich a costruire ulteriori ali scolastiche terminate nel 1910. Quanto al resto, la storia della scuola nel dopoguerra è, più o meno, cosa risaputa.

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