Finanziamento ai partiti: alla DDI la fetta più grossa

Il documento sarà al vaglio della prossima seduta del Consiglio cittadino. Su 22 rappresentanti, il partito regionalista ne ha 7

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Finanziamento ai partiti: alla DDI la fetta più grossa

Sessantamila kune mensili dal Bilancio cittadino sui conti corrente dei partiti politici e delle liste che compongono il Consiglio. Anzi, ad essere fiscali, trattando di soldi, il versamento mensile previsto sarà di 59.999,94 kune. L’esborso annuo sarà di 719.999,24 kune. Questo quanto si legge nei materiali per la seduta del Consiglio cittadino, in agenda il 7 dicembre. Considerato che il termine per l’inoltro di eventuali proposte scade oggi, salvo improbabili imprevisti non ci dovrebbero essere dei ritocchi alla voce.

 

Naturalmente, gli… appannaggi ai partiti e alle liste sono direttamente proporzionali ai seggi conquistati. Specifichiamo che è la legge a regolare che il finanziamento annuale ai partiti è obbligo delle unità d’autogoverno, fermo restando che per ogni consigliere di una Città di grandi dimensioni non si possono prevedere meno di 5mila kune. Il Bilancio per il 2022 prevede un esborso di 720mila kune, che quindi sono state distribuite a seggio. Ne consegue che ogni consigliere eletto porterà al partito o alla lista che rappresenta 2.727,27 kune mensili. Il conto è presto fatto.

L’assegno più corposo avrà quale beneficiario la Dieta Democratica Istriana, che con 7 seggi in Consiglio riceverà 19.090,89 kune mensili (facendo grazie dei centesimi, 229.090 annue); il Partito istriano dei pensionati (ISU-PIP), con un consigliere 2.727,27 kune mensili (32.727 annue); la piattaforma Možemo (4 seggi) 10.909 kune mensili (130.908 annue); l’SDP (3 consiglieri) 8.181,81 kune mensili (98.181 annue); l’HDZ con i suoi due consiglieri 5.454,54 kune mensili (65.454 annue); la Lista indipendente Filip Zoričić avrà per i suoi quattro seggi 10.909 kune mensili (corrispondenti a 130.908 annue); infine la Lista indipendente Milan Rašula, con un seggio, 2.727 kune mensili (32.727 annue). Come si ricorderà, il consigliere Milan Rašula è entrato nel parlamento cittadino in seguito alle elezioni suppletive per la minoranza serba, che non aveva il posto che le spetta.

E le quote rosa? si chiederanno quelli più attendi alle vicende elettorali-consiliari-politiche-partitiche. Solitamente si prevedeva un’aggiunta alla cifra base per le quote rosa. Ebbene, non serve. Ma non è il caso di farne una questione di discriminazione.

La legge prevede un’aggiunta del 10 p.c. della cifra per i consiglieri del sesso sottorappresentato, condizione esistente se la rappresentatività di un sesso sia inferiore del 40 p.c. A Pola non è il caso: il Consiglio ha 13 consiglieri maschi e 9 donne, per cui in entrambi i casi la rappresentatività è superiore al 40 p.c. Il salvadanaio quindi è equo.

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