Filip Zoričić ne ha per tutti

Il sindaco ha trattato diversi temi, dal problema delle paghe negli asili alla proprietà sui campi sportivi di Valcane, dalla sfilata per i diritti LGBT di sabato al rifacimento della Riva, approfittando pure per lanciare contraccuse a Možemo! e DDI

0
Filip Zoričić ne ha per tutti
La banchina sta cedendo spaventosamente. Foto: MARKO MRĐENOVIĆ

Evidentemente Valcane sarà di nuovo l’argomento bollente dell’estate politica. Questa volta a parlarne è il sindaco, sollecitato dalla mozione del gruppo consiliare Možemo! che non perde occasione per avanzare nella sua crociata contro l’albergo Valkane. Ieri mattina Filip Zoričić ha convocato la stampa per affrontare la controversia separandola in quelle che considera essere le due facce opposte della medesima medaglia: l’aspetto legale e l’aspetto politico della faccenda. Dal punto di vista legale, i diritti della Repubblica in applicazione della Legge sulle foreste e quelli degli enti locali in applicazione alla Legge sullo sport sono incomparabili, nel senso che la prima detta legge in modo assoluto e l’altra solo in modo relativo, ponendo dei vincoli da rispettare. Pertanto ogni bosco che fino al 1991 era di proprietà sociale è diventato immediatamente demanio della Repubblica per sola forza di legge, ed è per questo che la Città di Pola ha dovuto patteggiare col governo per sbrogliare il bandolo della matassa sui rapporti patrimoniali di Valcane relativi alla pineta.

Leggi e interpretazioni
La legge sullo sport non è meno importante per le questioni patrimoniali solo che in questo caso, per avere il passaggio dalla proprietà sociale alla proprietà dell’ente locale sui campi sportivi, nel 1991 era richiesta una deliberazione da parte della Città di Pola oppure una fruizione formale da parte di qualsiasi associazione sportiva. Invece l’amministrazione cittadina non si è presa la briga di assolvere alle condizioni richieste per cui successivamente non ha potuto rivendicare il possesso dei campi sportivi. Inoltre la stessa legge ha subito dal 1991 al 1995 una serie di emendamenti complicando ulteriormente le facoltà interpretative dei posteri, che infatti oggi si stanno scervellando intorno alla questione della legalità o illegalità del procedimento di privatizzazione dei campi sportivi senza mai venirne a capo. In terzo luogo, la Legge sul riesame della riconversione e della privatizzazione della proprietà sociale ha stabilito che il 30 settembre del 2006 sarebbero decaduti tutti i tentativi di verifica dei processi di appropriazione della proprietà sociale a meno che non vi siano stati riscontrati degli estremi di reato. Ora, che il sindaco ne sappia, il gruppo consiliare Možemo! ha già avviato un procedimento in questo senso presso la Procura, che ci starebbe lavorando per conto proprio. Stando così le cose, il sindaco e i legali della Città di Pola hanno deciso di rivolgersi a un ente indipendente e competente in materia, e cioè alla Facoltà di giurisprudenza di Zagabria, perché prenda in esame tutta la cronologia degli eventi di privatizzazione dell’ex cava di pietra di Valcane dal 1991 a questa parte. Lo scopo della perizia è naturalmente stabilire quante e quali sarebbero le possibilità di Pola di riprendersi Valcane senza incorrere nell’obbligo di pagare risarcimenti milionari alla società Hotel Valkane, che invece continua a progettare il suo albergo. A parere avuto, la presidente Marija Marković Nikolovski convocherà il Consiglio municipale per decidere il da farsi.

Troppo veleno nel discorso pubblico
Ed ora l’aspetto politico della faccenda. “La piattaforma Možemo! – afferma Zoričić – si ostina a inquinare i rapporti in città, semina zizzania, sparge veleno, mina la nostra salute e sfrutta gli attivisti per i propri fini politici. Insomma, la messinscena è identica a quella che aveva orchestrato per il referendum. Quanto ai piani urbanistici, l’amministrazione municipale ha avuto il nullaosta di tutte le istanze governative che vigilano sull’approvazione dei piani regolatori. Mentre noi chiediamo il parere agli esperti di giurisprudenza e alla Procura, i signori della piattaforma continuano a urlare ‘prendete quel ladro’ senza lo straccio di una prova e soprattutto senza alcuna responsabilità per quello che vanno affermando in pubblico. Facciano pure, se insistono, ma non gli permetto di insegnare a nessuno di noi la responsabilità per il bene collettivo e l’interesse pubblico. Non ci sto e dico basta perché sono il primo a chiedere il parere degli esperti e il primo a rispettarlo, mentre è vero il contrario per Dušica Radojčić che si atteggia ora ad architetto, ora a geometra, poi a ragioniere e infine a legale, al punto che ormai nessuno la prende più sul serio, anzi, se ne fanno pure gioco. Pertanto voglio dire molto chiaramente che la ruota della fortuna gira per tutti. Chi fonda tutta la sua azione politica sul grido ‘prendete quel ladro’ chissà che fine potrebbe fare per conto proprio”, ha concluso il suo ragionamento il sindaco con fare enigmatico, senza poi togliersi la soddisfazione di anticipare alcuni argomenti che terranno banco prossimamente nell’arena politica. “Ci sono tanti scheletri nell’armadio della Città di Pola. Se l’opposizione insisterà a incrociare le spade quest’estate, nessun problema, quando deciderò se voglio ricandidarmi o meno sarò pronto a mettermi in gioco, ma quella volta vi prometto che apriremo gli armadi e lasceremo uscire gli scheletri alla luce del giorno. Personalmente ho visto delle fatture che mi hanno lasciato di stucco. Per esempio, ho notato che dei funzionari pubblici hanno usato la carta bancomat di servizio per comprare delle scarpe da ginnastica nel 2011, e cose di questo genere. Ma andiamo con calma: una fattura per volta, un argomento per volta. Non vedo l’ora. Ogni cosa a suo tempo”.

Asili, a corto di 6 milioni
Sulla questione della parificazione degli stipendi per le maestre d’asilo e degli insegnanti delle scuole elementari il sindaco ha puntato le sue frecce contro la capitale. La differenza tre le due tipologie di dipendenti, è noto, è esorbitante e si parla di un buon 40 per cento di stipendio in meno per le maestre d’asilo. Le richieste di aumento dei sindacati e dei rappresentanti legali delle educatrici vertono tutte su un solo argomento: quello della legge nazionale che impone agli enti locali di equiparare i diritti materiali del personale degli asili a quelli già raggiunti dalle scuole elementari. Ma c’è una differenza di cui lo Stato non tiene conto, visto che gli stipendi delle scuole vengono erogati dall’erario e quelli degli asili dagli enti locali: la disparità del gettito fiscale, e infatti gli enti locali non possono permettersi un tenore di vita che possa tenere il passo con la Repubblica quando si tratta di retribuzioni e diritti del lavoro. “In tre anni abbiamo aumentato gli stipendi degli enti pubblici e degli asili del 30 per cento, cosa che non era successa prima in dieci anni. La legge dice che bisogna pareggiare gli stipendi? Benissimo. Ho chiamato a raccolta tutti i rappresentanti degli asili per fare quadrato contro il Ministero dell’Istruzione affinché si prenda la briga di versare quella differenza del 40 per cento che ci manca, visto che era tanto magnanimo nello stabilire l’obbligo dell’equiparazione dei diritti. Dovessimo seguire alla lettera la legge, saremmo a corto di 6 milioni di euro. E si badi bene, questo non è un problema di Pola, ma di tutti gli enti locali che gestiscono asili pubblici. Personalmente non ci rinuncio e ho già chiesto a tutti i sindaci del Paese di fare squadra per mettere il governo di fronte allo scompiglio che si è venuto a creare”.

«Sfilerò per i diritti LGBT»
In chiusura il sindaco si è difeso anche contro le accuse di ipocrisia e di mancanza di visione provenienti da una parte delle opposizioni, massimamente dal partito che ha governato la Città per trent’anni suonati (con la sola pausa della seconda Legislatura Delbianco). Quanto alla presunta ipocrisia per l’appoggio contemporaneo espresso alla sfilata della comunità LGBT e alla processione di San Tommaso della Chiesa cattolica, il sindaco non ci vede nessun male, anzi: “Ognuno di noi è in obbligo di difendere tutte le minoranze che sentono il bisogno di professare le proprie convinzioni in pubblico e per questo sabato sarò in corteo con le associazioni LGBT, così come sarò in corteo con i veterani il 5 agosto e in novembre nel corteo alla memoria del sacrificio di Vukovar o ancora nella processione di San Tommaso. Come si fa a vederci qualcosa di male, devo dire che non c’arrivo”. Quanto alla Riva che sarà oggetto di restauro entro la fine dell’anno, la DDI è l’ultima ad avere il diritto di mettere voce visto che in 30 anni non hanno fatto altro che lasciarla cedere mentre per allargarla a scapito del mare non ha fatto altro che sprecare soldi pubblici per un bando architettonico inutilizzato e per stampare manifesti.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display