Da Siana a Montegrande una tangenziale a quattro corsie

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Da Siana a Montegrande una tangenziale a quattro corsie

Le strade statali che l’espansione urbanistica polese ha finito per fagocitare nella sua periferia settentrionale non sono di pertinenza della municipalità, ma dell’Ente nazionale strade (Hrvatske ceste), ed è questo uno dei numerosi inconvenienti dell’elevata concentrazione dei poteri nelle mani del governo centrale, a scapito degli enti locali e regionali. Strade come la tangenziale, la Pola-Dignano e la Pola-Fiume penetrano la rete viabile polese fino a costituire alcuni dei principali nodi nevralgici della viabilità e ciò nonostante l’amministrazione municipale non può fare diversamente che rimettersi nelle mani della filiale polese dell’Ente strade nazionale. Fortunatamente, negli ultimi anni questa stessa filiale polese si è data una mossa e ha iniziato a lavorare a favore della città (e in collaborazione con l’amministrazione municipale), recuperando di fatto gran parte del tempo perduto dagli anni Novanta in qua, e sfornando opere infrastrutturali anche importanti, come il raccordo autostradale della D-66 con le due rotatorie (Siana e Stanzia Pellicetti), la stessa rotatoria gigante a cinque diramazioni sulla tangenziale, sempre in Siana, e, dulcis in fundo, la ricostruzione del tratto della Pola-Dignano che attraversa Montegrande, Capelleri e Valdenaga con le tre piccole rotatorie che ne scandiscono il percorso.

Carte in regola

Ora l’ente strade è impegnato su due fronti per proseguire nella missione intrapresa quattro anni fa. Da un lato continuano la progettazione e i preparativi per proseguire con gli investimenti nelle infrastrutture stradali in direzione dell’aeroporto. Dall’altro si pensa a dotare la tangenziale nord (Siana – Montegrande) di altre due corsie con le debite rotatorie, e poi anche a proseguire con la ricostruzione della Pola-Dignano come nel primo tratto: allargare la carreggiata, costruire marciapiedi, piste ciclabili e fermate degli autobus, edificare un sistema di drenaggio per le acque meteoriche e sostituire i pali della pubblica illuminazione lungo tutto il percorso stradale, fino alle porte di Dignano. Un’opera, quest’ultima, a lungo invocata da entrambe le località e da tutta la Bassa Istria. Che speranze abbiamo per cominciare a costruire oltre dopo cotanta progettazione? Per avere le quattro corsie fino all’aeroscalo ci vorrà l’aiuto dei fondi europei, perché “da soli non ce la possiamo fare”, sostengono gli ingegneri e i contabili dell’ente strade. La buona notizia è che ci sono concorsi apposta e si dà il caso che l’opera abbia tutte le carte in regola per poter richiedere (e ottenere) gli incentivi comunitari.

Quattro rotatorie

Quanto alla tangenziale nord (Siana-Montegrande), la pianificazione è ancora in alto mare. Passerà un altro paio di mesi prima che si possa anche soltanto richiedere la licenza edile e poi qualche altro mese per ottenerla. Ma anche in questo caso ci sarà bisogno di una mano dall’Europa (e di un’altra del Ministero della Marineria, del Traffico e delle Infrastrutture, chiamato a gestire questa parte dei fondi europei), affinché dalle parole si passi ai fatti, o meglio, ai cantieri. L’intervento, come noto, contempla l’ampliamento della strada con l’aggiunta di altre due corsie e la costruzione di quattro rotatorie: una con svincoli per i centri commerciali Pevec, Jysk, Metro e Velpro, una per l’incrocio con via Trieste (Mulino), una con svincolo per Vallelunga e una infine nel cuore di Montegrande. A proposito di Montegrande, ci saranno ulteriori modifiche rispetto alle soluzioni attuali. La rotatoria allungata, ellittica, costruita quest’estate in via provvisoria sarà rifatta diversamente e cioè ricostruita come rotatoria classica, circolare, con un’uscita in direzione di Vallelunga, mentre come collegamento con la strada dei Partigiani verrà costruito un raccordo ex novo. La rotatoria che unisce la Pola-Dignano con la strada di Fasana verrà dislocata, o meglio spostata di qualche metro in direzione di Fasana per favorire la scorrevolezza del traffico, ora, bisogna ammetterlo, tutt’altro che fluido.

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