Ospedale di Pola. Cardiologia interventistica: strumenti e personale… per il cuore

All’Ospedale polese è stato inaugurato il nuovo servizio: i pazienti potranno curarsi «in casa»

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Ospedale di Pola. Cardiologia interventistica: strumenti e personale… per il cuore
Autorità pubbliche e team medici in visita. Foto: ARLETTA FONIO GRUBISA

Se nel mondo è una prassi sanitaria ormai collaudata da anni, per l’Ospedale di Pola è un enorme passo avanti. Per la prima volta nella sua storia ha provveduto all’attivazione del Servizio di Cardiologia Interventistica che offre l’indispensabile trattamento ai fini diagnostici e terapeutici del paziente con cardiopatia ischemica acuta o cronica, che necessiti di coronarografia finalizzata a procedure di rivascolarizzazione miocardica, angioplastica e impianti di stent. Degli oltre tremila trattamenti di questo tipo che vengono eseguiti all’anno al Centro clinico ospedaliero di Fiume, addirittura 1.000 o 1.200 sono espletati a beneficio dei pazienti istriani, rendendo oltremodo oberata di lavoro la clinica delle malattie cardiovascolari della Regione litoraneo-montana.

Adesso che la sala angiografica polese ha aperto le sue porte, si può ben dire che una buona parte di pazienti del territorio peninsulare non avrà più necessità di dirigersi in altre strutture per ricorrere alle coronarografie e ad altri specifici e sofisticati esami diagnostici o anche a interventi d’urgente inserimento di stent salvavita in seguito a un arresto cardiaco. La nuova sala ha accolto il primo paziente il 20 gennaio scorso, mentre ieri c’è stato l’avvio ufficiale del servizio, salutato in presenza dei mass media dal presidente della Regione istriana, Boris Miletić, dalla direttrice dell’Ospedale, Irena Hrstić, da tutto un team di medici specialisti e personale tecnico-infermieristico di Pola e di specialisti cardiologi provenienti da Fiume. Davanti a una meraviglia di apparecchiatura con monitor gigante, un Philips Azurion 7 acquistato ancora nel 2019 con fondi dell’Ue per un valore allora corrispondente a 650mila euro, il caporeparto della Cardiologia polese, Krešimir Milić, si è detto oltremodo orgoglioso di poter esibire l’aspetto più visibile del nuovo programma di cardiologia interventistica e presentare i medici specialisti che si dedicheranno alle procedure di trattamento sulle cavità e sui vasi del cuore (arterie coronarie), anche senza ricorrere alla chirurgia standard. “Purtroppo – ha commentato il caporeparto – avevamo capito ancora dieci anni or sono che fino all’avvenuto trasferimento al nuovo ospedale non saremmo stati in grado di espletare un siffatto servizio. Poi, a rimandare tutto, c’è stata anche la pandemia. Ma, finalmente, ce l’abbiamo fatta.”

L’anello mancante
Come confermato dalla direttrice dell’istituzione sanitaria, Irena Hrstić, l’inaugurazione della Cardiologia interventistica “rappresentava l’ultimo anello mancante del grande progetto di equipaggiamento del nuovo Ospedale e tanto di angiografo e attrezzature di supporto hanno dovuto attendere oltre misura la loro messa in funzione dopo gli anni d’inaspettata emergenza epidemico-sanitaria. È dal 2019 che è anche iniziato un lungo periodo di sub-specializzazione dei nostri cardiologi Goran Čović e Daglas Dodić ai centri clinici di Fiume e di Isola, con cui abbiamo instaurato ottimi rapporti di collaborazione”. Ai medesimi si sono associati pure il tecnico Nino Gržinić e l’infermiera Maja Babić Komšić, fino a formare un vero e proprio cardio team ospedaliero di base, in grado di abilitare a sua volta ulteriori specialisti e poter attivare un giorno un servizio di guardia cardiologica 24 ore su 24. Nel frattempo, però, va compiuto un passo alla volta e una siffatta sofisticata metodologia di lavoro non può essere messa in pratica senza la giusta sovrintendenza.
I mentori di Fiume stanno espletando in questi giorni la supervisione degli interventi nella sala angiografica che, come annunciato sarà in grado di accogliere da 8 a 10 pazienti cardiopatici alla settimana, ossia oltre 600 all’anno, con l’obiettivo di superarne il migliaio. Due sono i medici ospedalieri che attualmente si stanno specializzando nel ramo cardiologico, mentre altri due già specializzati sono interessati al lavoro nel Servizio d’intervento. Resta aperto, invece, il problema della cronica mancanza di personale tecnico-infermieristico, impossibile da smistare da un reparto all’altro.

Un quadro ora completo
L’inaugurazione del Servizio di Cardiologia Interventistica è stato salutato con particolare compiacimento anche da Boris Miletić. “La Regione istriana completa in questa maniera il quadro delle proprie prestazioni nel campo cardio-chirurgico a tutto vantaggio dei nostri cittadini, che non saranno costretti sempre a viaggiare. Più che il nuovo Ospedale e le nuove attrezzature, contano per noi le persone, gli specialisti di elevata esperienza e qualità professionale, che avendo in dotazione strumenti diagnostici di ultima generazione potranno in effetti offrire tutto quello che finora non era reperibile, nonché motivare altri medici ad acquisire le competenze indispensabili”. Qui ribadita anche la disponibilità della Regione istriana a finanziare la sistemazione di quadri sanitari in Istria e di tenere elevati gli importi delle borse di studio destinate agli studenti di Medicina.

Interventi salvavita
Ai cardiologi interventisti Goran Čović e Daglas Dodić è stato, quindi, affidato il compito di spiegare le metodologie che verranno adottate in sala, a partire dalla coronarografia che è un esame radiologico che consente di visualizzare le immagini delle coronarie, i vasi arteriosi che avvolgono a corona il cuore e che portano il sangue al muscolo cardiaco. “Si tratta di una procedura diagnostica – così Dodić – che viene condotta attraverso l’introduzione di un mezzo di contrasto nel circolo sanguigno, utile a rendere visibili le coronarie al macchinario. Prevede l’introduzione di un catetere, un tubicino sottile e flessibile che viene fatto avanzare nei vasi sanguigni fino al punto in cui deve rilasciare il liquido di contrasto. Questo esame, indicato per valutare la funzionalità cardiaca, consente di stabilire se le coronarie sono libere oppure ostruite da coaguli, restringimenti o placche di colesterolo-ateromi. In caso di restringimenti si procede con l’applicazione di stent coronarici. Esiste sempre la possibilità di individuare durante la ricerca diagnostica più restringimenti in contemporanea e in quel caso s’invia a rivascolarizzazione chirurgica e riparazione mediante by pass. Ovviamente, non tutti i pazienti risulteranno candidati per una cura endovascolare”.

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