Carnevale di Pola. Niente sfilata per le vie del centrocittà

Pro loco: «Non ci sono i soldi per un evento in grande stile». Previsti diversi appuntamenti di minore portata nei fine settimana precedenti il Martedì grasso

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Carnevale di Pola. Niente sfilata per le vie del centrocittà
L’ultima sfilata di Carnevale a Pola nel 2020. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Non ci sono soldi per il Carnevale di Pola. Niente rumorose sfilate, niente carri allegorici, niente veglioni e niente manifestazione centrale con esultanza ai piedi della monumentale Arena. Il 2023 ripropone l’immagine di Pola nuovamente sterile, brulla e incapace di rigenerare determinate tradizioni popolari ed espressioni appartenenti all’immaginario collettivo. Il solito reo sarebbe il Covid, che dopo le ultime carnevalate di massa – un migliaio di partecipanti per quella degli adulti e altrettanti per quella dei ragazzi dentro all’anfiteatro – proposte nel 2020, sembra avere fatto chiudere bottega, scoraggiando e fermando del tutto la voglia di rinascita e di (ri)proponimento di un piccolo marchio di riconoscibilità per chi vive e visita Pola. Lungi dall’identificarsi con altre realtà che hanno saputo conservare usi e costumi senza soluzione di continuità o di imitare Fiume e l’inconfondibile immagine che ha creato a livello internazionale, Pola non ha intenzione di tornare a sfruttare il proverbiale asso nella manica, quelle che sono le sue più autentiche peculiarità: una sfilata davanti alle pittoresche arcate dell’Arena, lungo un tragitto salutato da monumenti romani, carri allegorici giganteschi che, si ricorderà scendevano da tutta l’Istria, dalla Slovenia e abbondantemente “prestati” proprio dal ricchissimo Carnevale fiumano, che anni or sono non aveva mai disdegnato di omaggiare anche la Bassa Istria.

Costi troppo esosi
Non occorreva tornare alla grande, sarebbe bastato farlo con stile, mettendo in campo la propria scenografia e una coulisse già disponibile e regalata dalla storica ambientazione urbana. Eppure, nulla di fatto. Si apprende che la situazione economica non permette all’Ente turistico di soggiorno cittadino, meritevole di avere sostenuto la rinascita del Carnevale di Pola degli anni passati, di riprendere il discorso dal punto dove era stato bruscamente interrotto. “L’attuale situazione economica, il grande rincaro dei costi, la crisi epidemica e la situazione post-Covid – spiega la direttrice della Pro loco, Sanja Cinkopan Korotaj – non ci concedono di prevedere lo stanziamento di elevate cifre per l’organizzazione di un grande evento centrale che a Pola tradizionalmente si ricolleghi al Carnevale. I costi sono oltremodo esosi. A parte il fatto di finanziare cibo, bevande, mega tendone, gruppi musicali, si corre il rischio che tutto l’evento concentrato entro una sola giornata, finisca per essere mortificato dalla pioggia o dal freddo. È già capitato. I cittadini non si erano aggregati alla festa ed erano rimasti a casa, vanificando gli sforzi finanziari messi da noi in campo e riducendo tutto a una festicciola per i soli gruppi partecipanti in costume. No, così non va”. “Siamo del parere – ha continuato Cinkopan Korotaj – che tanti piccoli eventi carnascialeschi distribuiti nei giorni dei fine settimana saranno molto più d’effetto per creare un po’ d’atmosfera, senza correre il rischio di scommettere su tutto o niente. A partire dal 4 febbraio, due sabati saranno dedicati ai bambini e uno ai ragazzi e anche adulti. È un programma ben articolato e riservato per il mese a venire assieme al Carnevale per l’infanzia e alla cerimonia di consegna delle chiavi curati su regia della Società Nostra infanzia, che presenteremo la settimana prossima in conferenza stampa, in collaborazione con gli animatori e l’Associazione dei ristoratori”.

Appuntamento all’anno prossimo
Tutto qua e nessuna kermesse. Così ha deciso l’Ente turistico che – parole di Sanja Cinkopan – subito dopo il mercoledì delle ceneri, si ripromette di sedere a tavolino assieme ai portavoce del gruppo carnascialesco di Montegrande e Valmade, per riflettere e studiare la formula più ottimale per la celebrazione del Carnevale polese proprio con l’aiuto di questi performer locali che finora si sono dimostrati in grado di rigenerare con baldanza, nel loro piccolo e senza troppe pretese, diverse usanze, manifestazioni ed anche idiomi locali, che altrimenti sarebbero già inseriti e dimenticati dentro al sacco della globalizzazione. Per l’ente turistico, il Carnevale non muore definitivamente, anzi, acquista almeno per ora, nuove forme più minute e sparpagliate, come quelle che avevano fatto la loro timida apparizione, l’anno scorso in vari angoli cittadini. Tanto si ritiene sufficiente a consentire, se non altro ai più giovani, di vivere con gioia l’atmosfera del Carnevale.
In effetti, l’impegno di istituire delle feste dell’allegria per eccellenza con manovra di capovolgimento di ruoli e costumi, si rimanda al 2024. Chi non demorde, invece, è la vivace brigata di Montegrande e Valmade, che impavida, l’altro giorno ha già impiccato il suo fantoccio Messere, tra musica e festa di popolo. La sua condanna è già nell’aria, anche senza sentenza di tribunale: finirà al rogo il 21 febbraio, rispondendo delle malefatte dell’odierna politica e degli uomini al potere.

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