Via Ciscutti. Mercatino ridotto

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Via Ciscutti. Mercatino ridotto

Comincia ad accusare i primi sintomi di stanchezza il mercatino dell’antiquariato di via Ciscutti. L’estate sta finendo, i turisti se ne sono andati, la domanda è in calo e di conseguenza si va assottigliando anche l’offerta. A partire dalla prossima settimana il mercatino si farà soltanto il sabato e non più tutti i giorni, tant’è vero che i rigattieri in arrivo da Zagabria e altre località sono sul punto di lasciare la piazza, mentre rimarranno per le edizioni autunnali della fiera solo i commercianti locali. Che abbia o meno il valore di un vero antiquariato, il mercatino di via Ciscutti ha indubbiamente un suo fascino. La mattina quando i tanti rivenditori di tutto e di niente mettono su la propria bancarella, i passanti cominciano a guardarsi intorno fino a quando un oggetto particolare non cattura la loro attenzione. E di oggetti in grado di catturare l’attenzione ce ne sono a centinaia e a migliaia, se non per bellezza, importanza o valore, sicuramente per le qualità contrarie: bruttezza, irrilevanza e assoluta assenza di valore. In realtà, tutto può essere fatto oggetto di commercio. Non appena qualcuno è intenzionato a disfarsi di un oggetto, qualcun altro è disposto a portarselo a casa. Al giusto prezzo, è disposto anche ad acquistare.

Candelabri e radioline

Infatti l’assortimento di via Ciscutti non finisce mai di stupire. Di base c’è un’interminabile rassegna di suppellettili per la casa, la cucina, la sala da pranzo. Posate, bicchieri, tazze e tazzine da tè e da caffè in porcellana dipinta a mano o presunta tale, cucchiai di legno, piatti di rame, candelabri e candelieri in ottone, coltelli, sedie e poltrone in rovere e in metallo, strumenti musicali a fiati e ad archi, bambole di pezza o in porcellana, fermacarte e apribuste, statuine che raffigurano Madonne, angioletti, cupidi, pappagalli, cappuccetti rossi e principessine, ma anche cuccume, macinini, radioline, mangiacassette, portacenere, ferri da stiro, mortai, vasi, scodelle, piatti, quadri, poster, libri, fumetti, dischi in vinile, monete, banconote, distintivi, bandiere, chincaglieria di scarso o nessun valore, e persino indumenti e accessori militari, memorabilia di guerra che, in verità, si farebbe meglio a dimenticare.

Kant con i Pink Floyd

​Quello dei libri e dei dischi in vinile è un capitolo a parte che merita qualche considerazione in più. Per quel che attiene la carta stampata, generalmente c’è poco di valido che varrebbe la pena di acquistare. Ma se uno si prende tutto il tempo necessario a spulciare le cataste di libri ingialliti sopra e tutt’intorno alle bancarelle, non è detto che non ci trovi qualcosa che si possa realmente considerare come un libro da collezione. 
Qua è là spunta da chissà dove qualche classico italiano o tedesco in lingua originale, talvolta anche di fine Ottocento e inizio Novecento, come quel “Grundlegung zur Metaphysik der Sitten” e “Kritik der praktischen Vernunft”, ovvero la “Fondazione della metafisica dei costumi” e la “Critica della ragion pratica”, due dei capolavori del filosofo tedesco Immanuel Kant in un volume unico, dai caratteri gotici di non facile lettura, che un appassionato di idealismo classico tedesco o perlomeno un kantiano convinto, un serio collezionista di libri o uno studioso di filosofia morale dovrebbe voler acquistare, cosa che a Pola, evidentemente, si può fare. Stesso discorso per i dischi in vinile: ce n’è di tutte le epoche, di tutti i generi musicali e di tutti i gusti, dagli illustri anonimi della disco music degli anni Ottanta ai classici del rock progressivo e psichedelico di sempre. 
Il prezzo è generalmente indice del valore del gruppo per la storia della musica: di quell’interprete il cui disco non superi il costo di 7 euro si può anche fare a meno, ma se il prezzo supera i 25 e sfiora i 30 euro, il valore è incontestabile: non per niente anche oggi per un vinile dei “Beatles” e dei “Pink Floyd” chi colleziona dischi è pronto a sborsare sempre la somma richiesta. La buona musica, come la buona letteratura sono senza tempo.

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