Boris Miletić «Una città che cresce»

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Boris Miletić «Una città  che cresce»

Capodanno è tempo di bilanci. In città si sono verificati eventi importanti, di quelli buoni e di quelli meno buoni, per non dire drammatici. Abbiamo chiesto al primo cittadino di Pola, Boris MiIetić, di raccontarci le sue impressioni, le speranze, i propositi e i progetti a breve e medio termine. Gli abbiamo chiesto anche di esprimersi in merito alla più grave tra le crisi che abbia mai investito lo stabilimento navalmeccanico, il cantiere navale Uljanik.

Signor sindaco, a lei la parola.

L’anno che sta per finire è stato pieno di sfide, soprattutto sul versante economico. Ovviamente mi riferisco all’incertezza che ha investito il cantiere navale Uljanik e tutti i suoi operai. D’altro canto, da parte nostra abbiamo realizzato alcuni progetti di grande importanza per la città. Abbiamo costruito il primo complesso di piscine pubbliche, quello che i nostri concittadini hanno atteso per almeno trent’anni e quello che porterà la qualità dello sport a un livello finora sconosciuto. In secondo luogo abbiamo avviato tutta una serie di investimenti nella rete stradale su un perimetro urbano piuttosto esteso. La tangenziale è raddoppiata e ora ha quattro corsie, in via Radić è stata costruita una rotatoria che aumenterà il livello di sicurezza nel traffico, il cimitero di Monte Giro è stato ulteriormente ampliato in pochi anni, senza dire di quanto si è speso strada facendo in asili e scuole, campi sportivi, parchi gioco e altri progetti minori. Generalmente parlando, abbiamo lavorato parecchio e i cittadini se ne accorgono. Tuttavia molto resta ancora da fare.
La crisi del cantiere navale ha raggiunto proporzioni imponderabili. Dopo 160 anni di attività ininterrotta, il futuro dello stabilimento è quanto mai incerto. In che cosa possono sperare gli operai del cantiere nel 2019?
Il cantiere navale Uljanik è un’industria della massima importanza per Pola e per l’Istria. Una quantità di nozioni, di abilità e di sapere immensa dei suoi validi operai, accumulata in 160 anni di storia, ha fatto di Scoglio Olivi l’unico cantiere navale croato in grado di progettare e costruire navi a un elevato livello di sofisticazione e specializzazione. Su questo livello di perfezione tecnologica i cantieri navalmeccanici europei concepiscono le proprie strategie industriali e in questo senso l’Uljanik possiede delle buone probabilità di successo. Mi spiace dover constatare che il governo croato, vale a dire il maggiore azionista singolo, non ha reagito in tempo per evitare il disastro. Lo avesse fatto, probabilmente lo stabilimento non sarebbe mai piombato in una situazione di questo genere. Bisogna essere onesti e confessare che tutti gli altri cantieri navali hanno beneficiato in grande stile dei sussidi statali. Tutti tranne l’Uljanik, che ha avuto dallo Stato un quarto degli incentivi elargiti, per esempio, al Brodosplit e al Brodotrogir in rapporto al rendimento. Vorrei aggiungere che il governo ha lanciato il salvagente a innumerevoli società in difficoltà. Si pensi ad Agrokor, Badel, Petrokemija… Poi scoppia il caso Uljanik e a un tratto non si può più fare nulla. In questo momento è della massima importanza che le parti in causa trovino una soluzione di comune accordo. Governo, Consiglio d’Amministrazione ed eventuali partner strategici devono trovare una soluzione che assicuri la sostenibilità e la stabilità dell’azienda.

Come s’immagina il futuro del porto di Pola? Sempre diviso tra industria a occidente e traffico passeggeri (merci) a oriente, con due oasi esclusivamente turistiche alle due estremità: (Musil e Santa Caterina). C’è posto per la cantieristica nel bacino portuale, anche alla luce delle difficoltà che il comparto vive nel resto del continente?

Per il Cantiere navale Uljanik tutti i piani urbanistici contemplano una destinazione d’uso “particolare” ovvero “navalmeccanica”, con la sola eccezione della struttura che ospita l’ambulatorio medico e dentistico, ma si tratta di una parte infinitesimale dell’area che trattiamo esclusivamente come industriale. La zona non è quindi riservata ad alcuna attività che non abbia a che fare con la costruzioni di navi. Come ho avuto modo di dire e di ripetere in tante occasioni precedenti, né la Città di Pola né la Regione istriana modificheranno mai i propri piani regolatori a danno del Cantiere e dei suoi operai. Il Porto di Pola è sufficientemente ampio e attrezzato per poter accogliere entrambi, industria e turismo, senza danneggiare alcuna delle attività che vi appartengono. Restando in tema di sviluppo delle risorse portuali, bisogna ricordare che la chiusura degli scarichi a mare e la successiva bonifica dei fondali dai residui fognari è stata la condizione indispensabile per restituire il bacino portuale alla città e riportare i cittadini sulle rive del porto, cosa che una località mediterranea come Pola esige e merita. Con la costruzione e il potenziamento del sistema di drenaggio e depurazione dei reflui urbani è stata sensibilmente limitata la portata dell’inquinamento delle acque marine e delle fonti idriche, e quindi migliorato il livello della qualità dell’acqua potabile. Gli investimenti nella rete di drenaggio hanno spianato la strada a uno sviluppo delle strutture portuali in funzione della città e dei suoi abitanti, mentre la riqualifica di via San Teodoro è valsa un ulteriore avvicinamento del centro storico alle rive. Non è meno importante a tal fine la costruzione delle banchine a settentrione dall’Arena, dove le strutture portuali di nuova costruzione si snodano per nuovi 150 metri lungo la strada costiera. Insomma, stiamo creando nuovi spazi e nuove risorse per il tempo libero dei polesi.”

In caso di fallimento del cantiere navale, che tipo di conseguenze subirebbe il bilancio municipale? La Città di Pola potrebbe continuare a spendere i soldi dei contribuenti esattamente come ha fatto finora oppure dovrebbe cambiare da capo le previsioni per il 2019? La contabilità di piazza Foro dispone già di una, per così dire, stima dei danni e di un decalogo di misure e provvedimenti per attutire l’impatto?

Per noi il fallimento non è un’opzione. L’unica soluzione accettabile per l’Uljanik è di salvarlo dal fallimento e mantenere l’industria navalmeccanica in città. Ora, la Città di Pola è azionista del cantiere navale nella misura dello 0,3 per cento e in quanto tale non ha assolutamente nessuna voce in capitolo a livello di gestione aziendale. Ciò nonostante appena abbiamo saputo delle sofferenze dell’Uljanik abbiamo reagito all’istante. La Città di Pola ha sempre aiutato il cantiere, a cominciare dai generosi condoni dei debiti passati in avanti. E abbiamo intenzione di aiutarlo anche in seguito. Il nostro unico scopo è quello di salvare i posti di lavoro e l’industria in quanto tale. Per aiutare gli operai del Gruppo Uljanik che ormai non percepiscono regolarmente gli stipendi, la Città di Pola, la Regione e i Comuni limitrofi hanno elargito stanziamenti finalizzati all’acquisto di beni di prima necessità. Ovviamente questo sussidio non risolve la crisi, ma attenua in minima parte le sofferenze di un periodo di grande apprensione per il futuro.

D’altra parte, il 2018 è stato l’anno delle grandi opere pubbliche che stanno cambiando la città, dal centro alla periferia. Ultimamente sono state riqualificate diverse aree urbane, è stato costruito il polo natatorio, edificata ex novo piazza Re Tomislav a Veruda, ricostruite alcune vie e incroci, e continua la costruzione dell’ospedale. Insomma, dopo diversi decenni di inerzia bisogna notare che è in corso un vero e proprio risveglio urbanistico. Come immagina la città tra dieci e vent’anni?

Intanto mi permetta di dire che stiamo usando il denaro pubblico con responsabilità e oculatezza, e questo ci permette di pianificare numerosi investimenti. Per prima cosa abbiamo realizzato importati opere infrastrutturali come il collettore costiero, il sistema di drenaggio delle acque meteoriche, ben 182 chilometri di gasdotti, decine di chilometri di acquedotti… Insomma, qui si parla di opere senza le quali non sarebbe stato possibile alcun ulteriore sviluppo della città. Dopo tutta una serie di anni trascorsi appunto a scavare sottoterra, è venuto finalmente il momento di dedicarci alle opere per così dire visibili, e cioè dare un aspetto migliore alla città stessa. Per gli anni a venire abbiamo in mente la riqualifica dei Giardini, di piazza Dante Alighieri e di via Kandler. Con l’opera di recupero dei Giardini vogliamo dare a Pola un nuovo salotto urbano, il migliore possibile. Quest’iniziativa includerà necessariamente gli esperti della Soprintendenza ai beni culturali poiché la piazza alberata è parte integrante del nucleo storico protetto. Ovviamente stiamo parlando di un’opera effettivamente necessaria che darà nuovo lustro al centrocittà e al ritrovo prediletto dei polesi. Il valore del progetto è stimato intorno ai 20 milioni di kune ma non è realizzabile in poco tempo. Attualmente sono in corso le attività preliminari, per cui bisognerà attendere altri due o tre anni per trovare l’opera compiuta. In secondo luogo stiamo progettando una viabilità alternativa, ecologica, stiamo estendendo la rete wi-fi gratuita alla città intera, stiamo acquistando autobus a metano e altro ancora, sempre al fine di migliorare la qualità della vita a Pola.”

Il Polo natatorio è stato aperto al pubblico. Un suo giudizio in merito?

“Che cosa dire? Dopo trent’anni di attesa, i cittadini di Pola hanno finalmente un complesso di piscine pubbliche in cui nuotare. Si tratta della più importante opera pubblica nel campo delle strutture sportive in diversi anni. Per realizzarla abbiamo convocato tutte le società sportive che praticano sport acquatici, quindi i principali utenti delle piscine. Il risultato è una struttura dotata di tre piscine diverse adatte a diverse tipologie di utenza: la piscina da pallanuoto di 34×25 metri, quella multiuso da 25×10 metri, e una piscina più piccola per mamme e neonati. L’impianto è dotato di palestra, saune, servizi igienici, spogliatoi, ambienti per le società natatorie eccetera. Le piscine pubbliche sono a disposizione di tutti i cittadini di Pola, dai bambini piccoli, agli anziani e portatori di handicap, agli sportivi propriamente detti. Oltre agli allenamenti, la struttura ospiterà competizioni internazionali per piscine di questa categoria.

Il Centro commerciale Max City ha cambiato in meglio l’aspetto del rione di Stoia. Tuttavia l’edificio col suo circondario si appoggia allo storico rione delle Baracche che per conto suo dipinge un quadro a dir poco grottesco della città. Come si sposano il lusso dell’attuale centro commerciale e la futura eleganza delle strutture turistiche di Musil con la povertà e il degrado urbano delle facciate che si scrostano?

Negli ultimi anni Pola vive uno sviluppo urbanistico incontrovertibile, e questa spinta sta cambiando il suo aspetto esteriore. Da una città quasi esclusivamente militare e industriale, sta virando in direzione dell’industria dell’ospitalità, del turismo. Attualmente Pola è nel prestigioso novero delle 100 migliori destinazioni turistiche sostenibili del mondo e tra le migliori località “city break”. Forte della sua ricca storia e di un patrimonio culturale invidiabile, i turisti vi sono attratti anche da numerosi eventi culturali e spettacoli di massa, e si parla di un migliaio di eventi l’anno. Per quanto attiene al recupero delle facciate dei condomini, è chiaro che stiamo parlando di proprietà privata condivisa e quindi di responsabilità esclusiva dei cittadini-proprietari. La città di Pola sostiene il recupero delle facciate dei privati nel limite delle sue possibilità attraverso il programma Dolcevita, che ha favorito la ristrutturazione di tetti e facciate per ben 56 palazzi storici.”

Il centro commerciale Max City occupa grosso modo un terzo della cava di pietra di Stoia. Che cosa possiamo attenderci nella parte restante e entro quali scadenze?

Il centro commerciale è l’esempio modello di come un’area dimessa del perimetro urbano possa essere riqualificata in funzione di nuovi usi affinché ne abbia un utile tutta la comunità. Stiamo parlando di un’area che per decenni è rimasta inutilizzata per cessata attività industriale. I suoi proprietari hanno espresso la volontà di darle nuova vita, modificandone la destinazione d’uso e la Città di Pola ha trovato utile assecondare questa volontà aggiornando il suo piano regolatore. Il risultato è un centro commerciale che impiega circa 500 nostri concittadini, e che ha versato sul conto corrente della Città di Pola la bellezza di 30 milioni di kune soltanto a titolo di tassa sulle nuove costruzioni. Per non parlare di ciò che scaricherà ogni anno a titolo di imposta comunale, la tassa sulla proprietà, una risorsa fiscale praticamente inesauribile. Per quanto attiene alla parte restante dell’ex cava di pietra, si tratta naturalmente di una nuova sfida e di un enorme potenziale di sviluppo che attende progetti di nuovo conio che certamente gioveranno allo sviluppo economico della città.”

Recentemente Pola ha siglato un memorandum d’intesa con il colosso informatico cinese Huawei. Con quali finalità e quali benefici per l’amministrazione comunale e i cittadini di Pola?

L’amministrazione municipale insiste da anni a trasferire il dialogo con i cittadini su piattaforme digitali e telematiche e quindi siamo aperti a nuove proposte e nuove tecnologie. Nel 2007 l’amministrazione cittadina ha abbandonato la carta per una gestione elettronica di tutte le pratiche in corso. Inutile dire che i procedimenti d’evasione delle pratiche hanno accelerato il loro corso, risparmiando ai cittadini tempo e denaro. Il sistema viene puntualmente aggiornato e integrato di nuove possibilità, per cui vi abbiamo aggiunto, strada facendo, l’iscrizione elettronica agli asili, il pagamento elettronico delle bollette delle società erogatrici di servizi comunali, le consultazioni elettroniche, il wi-fi gratuito in centrocittà e via elencando. Con Huawei vogliamo andare oltre e aggiungere agli strumenti attualmente disponibili altri servizi per i cittadini, come i parcheggi intelligenti, l’illuminazione pubblica e l’irrigazione dei parchi eco sostenibile.”

Quanti abitanti ha Pola oggi rispetto all’ultimo censimento del 2011? Ci pare di capire che i movimenti demografici siano positivi, se non in quanto alla natalità, almeno in quanto a migrazioni. Che cosa possiamo concluderne? Quali sono le cause e quali le probabili conseguenze dell’andamento demografico degli ultimi anni?

All’ultimo censimento, nel 2011, Pola contava 57.460 abitanti, mentre quest’anno, secondo i dati forniti dalla Questura, siamo arrivati a quota 59.000. È un dato di fatto quello per cui l’Istria è l’unica regione croata in cui l’immigrazione supera l’emigrazione. In base a tutti i sondaggi che contano, Pola è oggi una delle città più vivibili in Croazia. Poi ci sarebbero anche i dati dell’Istat, secondo i quali Pola registra un aumento annuo costante del numero degli iscritti nelle scuole elementari. Si aggiunga a questo la mole di investimenti nella qualità della pedagogia e dell’istruzione, asili e scuole: a Montegrande sono stati costruiti una scuola elementare e un asilo, idem per l’asilo di Siana, ma anche una serie di nuove aule, palestre e mense su tutto il perimetro urbano, e si tratta di investimenti che migliorano l’esperienza scolastica nel suo insieme. Pola non ha liste d’attesa per un posto all’asilo, l’amministrazione municipale sostiene il Doposcuola in 11 istituti elementari e paga i manuali scolastici per i ragazzi meno abbienti. In secondo luogo sovvenziona una parte dei costi delle merende e dell’autobus per i pendolari. L’Università degli studi “Juraj Dobrila” è cresciuta a sua volta e attira sempre più studenti da tutta la Croazia. Tutto questo è indice e causa di un aumento della qualità della vita.

Un suo giudizio finale sulla collaborazione con la minoranza italiana?

“Pola e l’Istria vantano buoni rapporti di collaborazione con tutte le loro minoranze nazionali e in questo senso sono un modello da imitare. Tra la Città di Pola e la sua Comunità degli Italiani intercorre un lungo e sincero rapporto di partenariato. La Comunità degli Italiani coltiva e trasmette la lingua, la cultura, gli usi e le tradizioni italiane, promuove interessanti programmi culturali che noi appoggiamo volentieri e continueremo a farlo sicuramente.

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