«TITO» tornerà

Pensando si trattasse di una rimozione definitiva, alcuni cittadini hanno reagito allo smontaggio delle lettere collocate sulla torre mineraria di Albona

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«TITO» tornerà

ALBONA | TITO tornerà! Lo ha sottolineato l’esecutivo della Città di Albona dopo le reazioni di alcuni cittadini allo smontaggio delle lettere in cima alla torre mineraria che compongono il nome del presidente dell’ex Jugoslavia, poste lì diversi decenni fa. Secondo quanto confermato, le lettere sono state rimosse per essere restaurate, come successo con certi altri elementi che compongono la struttura in acciaio, dopodiché torneranno sulla torre, chiamata colloquialmente “šoht”, esattamente come previsto nel piano iniziale di riassetto della struttura.
“I lavori di restauro si stanno svolgendo in accordo con i termini stabiliti. Tutte le parti smantellate sono state conservate e deposte nelle vicinanze della torre mineraria. È stata rimossa temporaneamente pure la scalinata in acciaio, che sarà di nuovo montata dopo il risanamento della costruzione di base e dopo la sostituzione delle parti che la compongono”, ha dichiarato Valter Zulijani, ingegnere responsabile per la sorveglianza dei lavori. Questi ultimi sono eseguiti dalla ditta albonese “Derossi metali” conformemente al progetto della ditta zagabrese “Studio arhing”. Zulijani ha ribadito che la parte più complessa dei lavori sarà la ricostruzione delle fondamenta della torre: prima di procedere ai lavori, che comprenderanno pure la sostituzione degli elementi che non possono essere riparati, la torre sarà dotata di una costruzione di sostegno provvisoria. L’intera struttura, compresi gli elementi che dovevano essere temporaneamente rimossi e che costituiscono la sua parte integrante, sarà, nell’ultima fase dei lavori, sottoposta a un trattamento anticorrosivo.

Shock sotto lo «šoht»?

“E quindi, ciò si riferisce pure alle lettere TITO, la cui rimozione ha confuso i cittadini (non informati del fatto che questa sarebbe stata solo temporanea, ndr.), i quali hanno protestato, volendo che l’insegna rimanga sulla torre”, si legge nel comunicato stampa degli addetti alle pubbliche relazioni della Città di Albona. Dallo stesso ufficio abbiamo avuto la conferma che torneranno in cima allo “šoht” pure le lettere L.A.E., delle quali negli ultimi anni erano rimaste solo le prime due, dopo la rimozione della E, che era pericolante. È l’acronimo dell’associazione non governativa “Labin Art Express”, promotrice della Città sotterranea albonese, la cui sede si trova dagli anni Novanta dello scorso secolo in quella che ad Albona è nota come “lamparna”, parte del complesso “attaccata” alla torre in cui i minatori albonesi prelevavano e depositavano le lampade utilizzate nelle gallerie minerarie.
La torre mineraria fu costruita negli anni ’30 dello scorso secolo ed entrò in funzione nel 1940. Si sta restaurando nell’ambito del progetto “Mine tour”, un’iniziativa del Programma di cooperazione transfrontaliera Interreg Slovenia – Croazia che ha come scopo la tutela e la valorizzazione del patrimonio minerario naturale e culturale ad Albona e nella città slovena di Litija. Oltre alla ricostruzione della torre mineraria in Piazzale, il progetto vedrà pure il restauro del monumento naturale della miniera Sitarjevec. Il capofila è la Città di Albona, alla quale è stato assegnato un importo di circa 2,5 milioni di kune dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale, mentre circa mezzo milione di kune dovrebbe essere stanziato dalle casse cittadine. Il budget complessivo del progetto è di circa 1,14 milioni di euro, di cui l’85 per cento proviene dal fondo menzionato. I partner sloveni nel progetto sono il Comune di Litija, il Centro per lo sviluppo “Srca Slovenije” s.r.l., l’Ente sloveno per l’edilizia e l’Ente sloveno per il turismo, mentre i partner croati sono l’Ente per il turismo della Regione istriana e l’associazione non governativa albonese prima menzionata, il cui nome attuale è “Labin Art Express XXI”. I lavori, avviati negli ultimi di giugno, dovrebbero terminare entro la fine dell’anno.

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