Studio sulla ricettività turistica Un altro «no» dell’opposizione

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Studio sulla ricettività turistica Un altro «no» dell’opposizione

ALBONA | Incompleto, impreciso e poco serio. Questi sono, secondo i consiglieri dell’opposizione nel Consiglio cittadino di Albona, alcuni dei difetti dello Studio sulla ricettività turistica della Città di Albona. Dopo essere stato presentato in prima lettura alla fine di luglio e sottoposto, nelle settimane successive, a consultazione pubblica, il documento si è trovato all’ordine del giorno dell’ultima riunione consiliare. È stato approvato con 9 voti favorevoli della maggioranza e 6 voti contrari dell’opposizione.

Scaturito dalle iniziative civiche

Compilato da un gruppo di esperti dell’Istituto per il turismo con sede a Zagabria, il documento è stato commissionato dalla Città di Albona su richiesta dell’opposizione consiliare e su insistenza dell’iniziativa civica “Amo Portolongo”. I suoi attivisti, assieme a più di 3.000 firmatari della petizione promossa dalla stessa iniziativa civica, si oppongono alla realizzazione delle due zone di sviluppo turistico pianificate nella penisola verde di Portolongo, ritenendole una minaccia per quella che è un’area dichiarata paesaggio protetto negli anni 70 dello scorso secolo. Assieme alla Valutazione del paesaggio della costa meridionale di Albona, approvata dal Consiglio cittadino in febbraio, lo Studio è uno dei documenti che avrebbero dovuto offrire delle linee guida per una gestione del territorio responsabile, nel rispetto dell’ambiente e in funzione di uno sviluppo turistico sostenibile. Tuttavia, secondo l’opposizione consiliare, lo Studio è lungi dall’essere un documento compilato in modo professionale e attendibile.

Impreciso e poco serio

“Ero convinto che oggi avremmo sentito qualcosa di diverso rispetto alla prima presentazione, ma non è stato così. Sono stati esposti diversi dati statistici e una conclusione finale secondo la quale la ricettività turistica di Albona potrebbe aumentare, in base allo spazio non ancora edificato, di circa il 50 per cento: un altro dato per il quale non sono stati effettuati i necessari calcoli e analisi degli esperti”, è intervenuto Silvano Vlačić, degli Indipendenti insieme, dopo l’esposizione di Jasenka Kranjčević, coordinatrice della compilazione dello Studio. A suo avviso, per essere serio, lo Studio avrebbe dovuto offrire i risultati di una serie di analisi di esperti. Che lo Studio avrebbe dovuto essere più preciso, lo ritiene pure Tanja Pejić, della lista di Vlačić. Soffermandosi sulle spiagge private menzionate nel documento dai suoi autori e citate tra le virgolette, la Pejić ha sottolineato che le leggi croate non conoscono il concetto delle spiagge private, ma solo quello delle spiagge date in concessione. A condividere la sua opinione, pure il consigliere Nenad Boršić (HDZ). Sullo stesso tema si sono pronunciati in un comunicato stampa rilasciato due giorni prima della seduta consiliare i rappresentanti di “Amo Portolongo”, secondo i quali la scelta dell’Istituto di parlare nel documento delle spiagge private sarebbe, nonostante le virgolette, un’ennesima prova che il documento non sia stato compilato nel rispetto dei principi di uno sviluppo sostenibile. A loro avviso, il concetto delle spiagge private è contrario all’aspetto sociale di quest’ultimo.

Lacune che sono un’offesa

Nel suo intervento il consigliere Željko Ernečić (SDP) ha rilevato che nella compilazione del documento non si è tenuto conto dell’interesse pubblico, visto che le possibilità di ampliamento della ricettività turistica del territorio riguardano l’interesse dei potenziali investitori. “Dovremmo promuovere uno sviluppo turistico basato sull’aumento della qualità delle strutture ricettive e dell’offerta e non sul loro ampliamento”, ritiene Ernečić, il quale avrebbe voluto che ai consiglieri fossero presentate pure le obiezioni che i cittadini hanno avanzato durante la consultazione pubblica.
“Noi non abbiamo ricevuto le risposte alle nostre obiezioni, per cui quello che ci è stato presentato oggi non è un materiale completo. E come tale non avrebbe dovuto essere sottoposto all’attenzione del Consiglio. La presidente del Consiglio avrebbe dovuto restituirlo agli autori e chiedere che fosse completato ai sensi della Legge sul diritto all’accessibilità all’informazione”, ha esclamato l’indipendente Nevina Miškulin, chiedendo che l’approvazione del documento fosse rimandata a un’altra seduta del Consiglio, essendo le sue lacune “un’offesa dei diritti e delle responsabilità dei consiglieri cittadini”.

Un documento non strategico?

Nel rispondere alla Miškulin, la presidente del Consiglio, Eni Modrušan, ha detto che il documento è conforme a tutte le leggi, respingendo la sua proposta di rimandare la sua approvazione a un’altra sessione consiliare. Rispondendo alle critiche dei consiglieri, Jasenka Kranjčević ha affermato che alcune delle questioni su cui si sono soffermati i partecipanti alla procedura di consultazione pubblica non sono oggetto dello Studio, che sarebbe “soltanto un documento che stabilisce l’attuale situazione e definisce le possibilità di sviluppo”. Stando alle sue, nella nuova versione dello Studio non ci saranno più “spiagge private”.
A rivolgersi ai presenti è stato pure il sindaco Valter Glavičić (DDI), secondo il quale lo Studio avrebbe soddisfatto tutti i criteri ai quali deve adempiere un documento fondamentale per la procedura di redazione della documentazione di pianificazione territoriale: avendo individuato i problemi infrastrutturali che devono essere risolti prima dei nuovi investimenti nell’ampliamento della ricettività turistica, esso sarebbe, dice il sindaco, una buona base per i futuri piani di sviluppo del territorio.

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