La conservazione del patrimonio culturale come investimento

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La conservazione del patrimonio culturale come investimento

Era “Reimpiego versatile del patrimonio culturale e l’economia circolare”, il tema della conferenza internazionale iniziata ieri nell’Aula consiliare nell’ambito del progetto “CLIC – Modelli circolari di investimento nel reimpiego del patrimonio culturale”, finanziato dal programma europeo Horizon 2020 (Orizzonte 2020). Nell’ambito del convegno, che si concluderà domani, verranno scambiate esperienze e conoscenze su tre temi principali del progetto CLIC: il reimpiego versatile del patrimonio culturale, l’economia circolare nello sviluppo urbanistico e il paesaggio storico e la sostenibilità. La conferenza prevede pure lo svolgimento di laboratori negli spazi del RiHub, nel corso dei quali esperti europei e nostrani scambieranno le loro esperienze nella gestione del patrimonio culturale e stileranno delle direttrici per il superamento di ostacoli culturali, sociali, economici, istituzionali, giuridici e amministrativi nel riutilizzo del patrimonio culturale.

Il patrimonio una grande sfida

Nella parte introduttiva della conferenza, ai presenti si è rivolto il sindaco Vojko Obersnel, il quale ha dichiarato che il tema dell’evento è estremamente importante per Fiume nell’ottica del progetto Capitale europea della cultura. “Durante i preparativi per la candidatura avevamo deciso che la maggior parte dell’infrastruttura da rinnovare nell’ambito del progetto farà parte del patrimonio industriale – ha esordito il sindaco -. Avevamo deciso, pertanto, di sottoporre a un’opera di restauro un antico stabilimento industriale in centro città (il complesso Benčić, nda) e introdurvi una serie di nuovi contenuti. Quando parliamo di patrimonio culturale, dico sempre che Fiume è una città troppo piccola per tutto il patrimonio industriale che contiene. È una grande sfida trovare il modo di mettere in funzione una tale quantità di spazi preziosi. La cultura è il primo contenuto che viene in mente quando si parla di edifici in disuso, ma non tutto può essere adibito ad attività culturali”, ha osservato Obersnel, il quale ha spiegato pure che la maggior parte dei mezzi finanziari investiti nel rinnovo dell’infrastruttura proviene dai fondi europei e corrisponde a 140 milioni di kune (circa 20 milioni di euro), mentre se si aggiungono gli investimenti stanziati dalla Città si giunge a circa 300 milioni di kune, ovvero a 40 milioni di euro.

Fondi europei innanzitutto

“Andiamo fieri pure del fatto che Fiume sia la prima città in Croazia per l’ottenimento di fondi europei. Infatti, finora sono stati ottenuti 204 milioni di euro, il che è una cifra di tutto rispetto, di cui la gran parte è stata investita nei progetti culturali e nell’opera di restauro del patrimonio culturale”, ha rilevato il sindaco, aggiungendo che Fiume è una città che da centro industriale si sta trasformando in un centro delle nuove tecnologie, il che richiede ingenti investimenti e grande impegno. “Credo che questa conferenza offrirà delle nuove prospettive da applicare nel migliore dei modi”, ha concluso Obersnel.

Reinterpretare la conservazione

Ha fatto seguito l’intervento di Luigi Fusco Girard, coordinatore scientifico del progetto CLIC, il quale ha presentato le linee generali dell’economia circolare e del reimpiego versatile del patrimonio culturale. In questo contesto ha osservato che quando si parla del patrimonio culturale si enfatizza spesso la sua dimensione spirituale, ma a conti fatti tutto infine si riduce ai finanziamenti e ai costi. “Per questo motivo è necessario reinterpretare la conservazione del patrimonio e osservarla come un investimento, non una spesa”, ha sottolineato Girard.
Nell’ambito della conferenza in veste di relatori si sono presentati anche il capodipartimento per la cultura della Città di Fiume, Ivan Šarar, il capodipartimento per lo sviluppo, l’urbanistica, l’ecologia e la gestione del territorio, Srđan Škunca, che hanno parlato rispettivamente dei progetti CEC2020 e dello sviluppo urbano e del patrimonio culturale di Fiume. Suzana Belošević Romac e Tamara Grubiša hanno parlato di progetti ecologici europei relativi a Fiume, mentre Alessandro Marchi e Mariano Zanon hanno illustrato la piattaforma di innovazioni H-farm. Jadran Antolović del Politecnico Baltazar ha illustrato l’esperienza croata della gestione del patrimonio culturale; Daniela Angelina Jelinčić dell’Istituto per lo sviluppo e i rapporti internazionali ha parlato della sostenibilità del patrimonio culturale tramite l’economia dell’esperienza, mentre Dragana Lucija Ratković Aydemir, dell’impresa Muze, ha parlato dell’interpretazione quale competenza essenziale per la gestione del patrimonio.

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