Ricettività turistica ad Albona: no dell’opposizione allo studio

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Ricettività turistica ad Albona: no dell’opposizione allo studio

ALBONA Lo Studio sulla capacità ricettiva della Città di Albona è stato compilato con l’unico scopo di promuovere la costruzione delle zone di sviluppo turistico pianificate a Portolongo. È una delle obiezioni espresse riguardo al contenuto del documento menzionato dai consiglieri cittadini del Partito socialdemocratico (SDP), Neel Rocco, Željko Ernečić e Daniel Mohorović, nell’ambito della procedura di consultazione pubblica per lo Studio, conclusasi ieri. Il documento è stato redatto dall’Istituto nazionale per il turismo di Zagabria ed è stato presentato ai consiglieri cittadini alla riunione consiliare tenutasi a fine luglio.
Secondo l’SDP, i dubbi sono giustificati se si prende in considerazione la pagina 140, nella quale si legge che “riguardo alla possibilità di costruire le zone Portolongo 1 e Portolongo 2, si suggerisce la realizzazione delle capacità ricettive e degli impianti sportivi e ricreativi”. “Com’è possibile proporre una cosa del genere?”, chiedono i tre consiglieri cittadini. A loro avviso, lo Studio contiene una serie di contraddizioni dalle quali traspare, tra l’altro, che il documento non è conforme alla Strategia dello sviluppo territoriale della Repubblica di Croazia. Nel documento si legge, ad esempio, che la Strategia propone di basare lo sviluppo sull’utilizzo dello spazio e delle capacità ricettive turistiche già in uso e di concentrarsi sugli interventi di ricostruzione, ammodernamento e aumento della qualità, puntando a uno sviluppo sostenibile e responsabile.
Secondo i consiglieri SDP, la scelta della Città di commissionare lo Studio dopo la decisione di dare luce verde alla realizzazione delle zone di sviluppo turistico a Portolongo non ha alcun senso ed è inaccettabile qualsiasi aumento delle capacità ricettive a Porto Albona, dove già oggi non c’è più spazio sufficiente nemmeno sulle spiagge, che possono accogliere 8.850 bagnanti, ciascuno dei quali ha a disposizione solo 3,24 metri quadrati, rispetto ai 6 metri quadrati che, si legge nello Studio, sarebbero necessari. Avendo già oggi Porto Albona 8.546 posti letto, la capacità ricettiva delle spiagge non è sufficiente per accogliere nemmeno tutti gli ospiti e men che meno la popolazione locale.
Lo spazio insufficiente sulle spiagge è il motivo per cui molti decidono di andare al mare a Portolongo. Secondo l’SDP albonese, contrariamente a quanto si sostiene nello Studio, la costruzione delle strutture pianificate a Portolongo non porterà a una ridistribuzione della pressione turistica da Porto Albona a Portolongo. L’unico risultato sarà l’aumento del numero di turisti in quest’ultima località. Per quanto riguarda le affermazioni secondo le quali i progetti a Portolongo porteranno alla creazione di nuovi posti di lavoro, l’SDP di Albona sottolinea il fatto che il settore turistico albonese già oggi fa fronte a una carenza di manodopera qualificata.
Secondo i consiglieri dell’SDP, la petizione con 3.276 firme contro la costruzione delle due zone di sviluppo turistico a Portolongo sono un’illustrazione molto chiara di come la popolazione locale percepisca i progetti che si vogliono realizzare nella località. Tuttavia, i rappresentanti dell’SDP nel Consiglio cittadino si sono espressi positivamente nei confronti di una delle affermazioni nello Studio. Nel documento si legge, infatti, che negli ultimi decenni nel territorio della Città di Albona e della Regione istriana si è potuto assistere a uno sviluppo turistico incontrollato. “È un problema di cui parliamo da anni. La Città dovrebbe creare una sua visione dello sviluppo del proprio territorio e compilare in base a essa la necessaria documentazione di pianificazione territoriale, non improvvisare e soddisfare le richieste di ogni investitore”, sostengono i consiglieri dell’SDP.
Sulla problematica delle spiagge si erano soffermati durante la riunione consiliare alla quale lo Studio era stato presentato anche gli “Indipendenti insieme”. Secondo il capolista dello stesso gruppo dei consiglieri cittadini, Silvano Vlačić, la Città non dovrebbe permettere la cosiddetta privatizzazione delle spiagge, ossia la definizione delle spiagge a pagamento e quelle che sarebbero riservate ai soli ospiti dei vicini alberghi o campeggi. “Questa prassi si è dimostrata già, sia in Croazia che all’estero, poco buona e negativa dal punto di vista dell’impatto sulla qualità della vita della popolazione locale e sul soggiorno degli ospiti delle altre strutture”, aveva sottolineato Vlačić.

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