Gli sforzi della CNI degni della massima considerazione

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Gli sforzi della CNI degni della massima considerazione

Gioia Pinter di Trento e Fabio Fortunato di Bari hanno prestato servizio negli uffici di amministrazione dell’Unione Italiana di Fiume grazie ad Arci Servizio civile del Friuli Venezia Giulia e concludono ora il loro percorso di formazione molto soddisfatti dell’esperienza maturata in questi ultimi mesi. Ma non è la prima volta che ARCI FVG e Unione Italiana collaborano secondo questo preciso copione. I primi contatti e i primi scambi risalgono al 2015 in seguito ad incontri che Giuliano Gelci (ARCI) e Sergio Delton (Unione Italiana) ebbero in ambito sportivo e finirono per estendere a tutt’altre finalità e modalità di cooperazione. I due ragazzi che abbiamo incontrato ieri a Pola sono parte della comitiva (altri due hanno prestato il loro servizio alla sede UI di Capodistria) arruolata dall’Unione Italiana il 13 settembre 2017, con diverse mansioni e occupazioni. La coppia di Capodistria ha visti applicati principi di cooperazione transforntaliera nella progettazione europea, ha partecipato a giornate informative e tavoli di lavoro, è stata coinvolta in attività preliminari di stesura dei progetti europei. Alla sede fiumana c’è stato anche più lavoro da fare. Gioia e Fabio si sono occupati di comunicazione e diffusione della newsletter e dell’organizzazione di eventi culturali, hanno partecipato alle riunioni di Giunta e Assemblea, hanno sperimentato le impercettibili tensioni della politica da dietro le quinte, si sono occupati di contabilità dell’associazione ma hanno anche avuto il modo di conoscere da vicino la complessa “architettura sociale” di una minoranza nazionale che gestisce scuole, asili, case editrici, compagnie di prosa, associazioni locali come le singole Comunità degli Italiani sparse sul territorio e via elencando.

Che cosa ne hanno concluso? Intanto, che una realtà minoritaria italiana all’estero così complessa come quella della CNI in Croazia e Slovenia è completamente misconosciuta in Italia, per non dire beatamente ignorata. E, in secondo luogo, che gli sforzi quotidiani di questa piccola, ma immensa comunità per mantenersi in vita e non lasciare che si estingua l’identità nazionale, sono sforzi degni della massima considerazione, qui come in Italia e nel resto d’Europa. Avendo studiato Cooperazione internazionale, tutela dei diritti umani e dei beni culturali (un ramo di Scienze politiche), Gioia ha dunque trovato pan per i suoi denti e ne farà tesoro quando poi tornerà a casa per cercare impiego e nuove opportunità di crescita personale e professionale. Fabio non si è perso l’occasione di studiare da vicino i meccanismi elettorali e le pratiche del ricambio generazionale che per coincidenza si sono verificati proprio in questi mesi di servizio civile e hanno offerto al futuro sociologo nuovi spunti di riflessione e di studio. Insomma, per Gioia e Fortunato – due nomi, due destini – l’esperienza maturata in Croazia potrebbe rivelarsi più decisiva e importante di un qualunque altro evento giovanile. D’altronde di precedenti ne abbiamo avuti anche finora, a giudicare da quanto ci racconta il neoeletto presidente della Giunta UI, Marin Corva. Si dà il caso che l’attuale segretario della Giunta, Federico Guidotto, sia stato a sua volta uno dei “novizi” italiani in servizio civile presso l’Unione Italiana. Ebbene Federico ha lasciato l’Italia per trasferirsi e lavorare a Fiume, sperimentando di persona una specie di controesodo economico e demografico assolutamente inedito perché contrario alle consuete tendenze migratorie che seguono la traiettoria stabilita (est-ovest), con pochissime eccezioni alla regola.
Daria Deghenghi

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