Dino Škopac risponde: «Sono tutte menzogne»

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Dino Škopac risponde: «Sono tutte menzogne»

ALBONA | Dopo essere stato chiamato ripetutamente in causa nel corso dell’ultima sessione del Consiglio cittadino, la reazione di Dino Škopac, direttore della “Vodovod Labin”, l’azienda preposta alle forniture idriche e allo smaltimento delle acque reflue nell’Albonese, non si è fatta attendere. “Le consigliere Tanja Pejić e Neel Blaes Rocco vogliono screditare sia la mia persona, sia l’azienda che dirigo, cercando di montare un caso. Per tutte le menzogne e diffamazioni pronunciate, ci rivolgeremo alle istituzioni nazionali competenti”, ha dichiarato Škopac in una conferenza stampa convocata ad hoc. L’attacco sferrato dalle due consigliere, rispettivamente di Indipendenti insieme e SDP, riguardava le elevate quantità di cloro rilevate nella stazione di pompaggio di Fonte Gaia il 5 febbraio 2018.

«Nessuna denuncia penale»

Tanja Pejić aveva parlato in sede di Consiglio delle dichiarazioni che due dipendenti della “Vodovod Labin” avevano fatto al Commissariato di polizia di Albona in seguito a una presunta denuncia penale presentata dall’ufficio fiumano dell’Ispettorato del lavoro del Ministero del Lavoro e del Sistema previdenziale per stabilire, appunto, la responsabilità del direttore. “Secondo le informazioni di cui disponiamo, né la nostra azienda né io siamo stati denunciati al Commissariato albonese”, ha detto Škopac, reagendo ai titoli comparsi su alcuni dei media locali. Škopac ha confermato di voler adire le vie legali nei confronti delle due consigliere. Neel Blaes Rocco verrebbe denunciata per offese e diffamazioni, in quanto avrebbe “gettato fango sulla dignità e sul comportamento morale di Škopac” accusando il direttore della “Vodovod Labin”, alla riunione precedente del Consiglio cittadino, di essersi comportato in modo inappropriato nei confronti del dipendente Denis Vozila, durante il cui turno si era verificato l’incidente relativo all’eccessiva quantità di cloro riscontrata nella stazione di pompaggio di Fonte Gaia.

Una «guerra privata»

Secondo le informazioni di cui disponeva in quel momento la consigliera, Vozila avrebbe voluto prendersi un congedo per malattia per i disturbi provocati dal cloro inalato, ma il direttore gli avrebbe consigliato di non farlo per evitare che la notizia dell’incidente si diffondesse, ovvero per non dover rispondere, in quanto responsabile dell’azienda, di quanto avvenuto. “L’evento è stato denunciato al presidente dell’Assemblea della Vodovod Labin, ossia il sindaco Valter Glavičić, lo scorso 24 agosto dai dipendenti Mladen Bastijanić e Arno Komar, che quel giorno non erano al lavoro, mentre Denis Vozila non avrebbe firmato nessun tipo di denuncia”, ha dichiarato Škopac, aggiungendo che a livello locale è noto che Mladen Bastijanić stia conducendo una specie di guerra privata contro il direttore della “Vodovod”, senza risparmiare nemmeno l’azienda. Con il sostegno di alcune consigliere, di cui egli è mentore, sta cercando di farcredere che la nostra sia un’azienda problematica”.

Le dichiarazioni di Vozila

Dino Škopac si è soffermato poi sul suo “nemico” più grande, dal quale le due consigliere hanno ottenuto le informazioni riguardo a quanto accaduto il 5 febbraio. Stando al direttore della municipalizzata, Vozila avrebbe dichiarato all’ispettore per la sicurezza sul lavoro Hrabroslav Reljić di non aver subito pressioni da parte di Škopac, affermando pure che vorrebbe che “il tutto finisse, poiché la situazione venutasi a creare ha messo la sua intera famiglia in una posizione difficile”.

Le cause dell’incidente

Per quanto riguarda l’incidente, alla sua base ci sarebbero due motivi: un guasto al sensore di flusso dell’impianto che si utilizza per il trattamento dell’acqua potabile con il cloro e la decisione del lavoratore, che in quel momento aveva notato elevate quantità di cloro nell’aria, di aprire il recipiente con la soluzione salina. “Non si è verificato nessun infortunio sul posto di lavoro e questo è la cosa più importante”, ha detto Škopac, secondo il quale la sua affermazione sarebbe confermata anche dal verbale compilato in seguito all’ispezione effettuata il 14 settembre dall’ispettrice sanitaria Maja Knapić. Škopac ha ribadito che gli strumenti per il monitoraggio dei livelli di cloro non hanno registrato superamenti dei valori consentiti.

L’altra campana

Tornando a parlare delle accuse pronunciate da Neel Blaes Rocco, Škopac ha detto che prima di accusarlo pubblicamente, la consigliera avrebbe potuto e dovuto rivolgersi a lui “per sentire l’altra campana”, perché è così che si fa in tutte le società democratiche, compreso il Paese d’origine della consigliera, che è la Danimarca.

«Un’atmosfera sana»

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Iris Škopac, responsabile del servizio per la depurazione e il controllo della qualità dell’acqua e Mihael Vale, responsabile del servizio tecnico e addetto alle questioni di sicurezza sul lavoro in seno alla “Vodovod Labin”. Secondo Iris Škopac, l’impianto per il trattamento delle acque presso la stazione di Fonte Gaia è in uso dal 2016. Il suo funzionamento si basa su una tecnologia molto sicura dal punto di vista delle fuoriuscite del cloro, mentre Mihael Vale ha detto nei tre anni in cui è dipendente della “Vodovod Labin” ha potuto notare in ogni momento “un’atmosfera sana in cui tutti i dipendenti hanno la possibilità di essere inclusi in programmi di abilitazione ed educazione”.

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