Raduno degli albonesi. A casa per la quarta volta

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Raduno degli albonesi. A casa per la quarta volta

ALBONA | Il 46° Raduno degli albonesi potrebbe tenersi a Sospirolo, Comune gemellato con Albona, mentre il prossimo appuntamento tra gli esuli e i rimasti nella loro città natia si terrà nel Teatrino rinnovato della Comunità degli Italiani “Giuseppina Martinuzzi” di Albona. È quanto confermato all’incontro con il quale venerdì, nella Biblioteca civica di Albona, era iniziato il 45° Raduno degli albonesi. Tenutosi tra il 21 e il 23 settembre, il Raduno è stato organizzato pure questa volta dalla Società operaia di mutuo soccorso “Onorato Zustovich” e dalla Comunità degli Italiani di Albona. Questo è stato il quarto Raduno tenutosi nella città.

”Benvenuti a casa”

“Siamo felici di ritornare a casa. Ripeterò le parole pronunciate al primo Raduno degli albonesi ad Albona, nel 2012, da Tomaso Millevoi, già presidente della nostra società nonché mio papà: ‘Chi è senza radici è come se non esistesse’.
“Abbiamo bisogno di sapere chi siamo e da dove veniamo per poter capire soprattutto dove andare”, ha detto Giulia Millevoi, presidente della “Onorato Zustovich” durante l’incontro, al quale hanno partecipato circa 80 esuli.
Presenti pure il vicepresidente della Società Massimo Valdini e i membri del direttivo Roberto Silli e Luigi Silli, come pure Claudio Pericin, autore del volume “Lachi e lacuzzi dell’Albonese e della Valle d’Arsa”. Hanno fatto parte della comitiva pure altri istriani, amici e simpatizzanti di Albona. “Benvenuti a casa. Avremmo voluto accogliervi nel Teatrino della nostra CI per confermare che le porte del nostro sodalizio sono sempre aperte per voi, però i lavori di restauro sono ancora in corso. Dovrebbero concludersi l’anno prossimo”, ha affermato Daniela Mohorović, presidente del sodalizio albonese, nel dare il benvenuto alla comitiva a nome della CI di Albona, assieme a Tullio Vorano, presidente della Giunta esecutiva del sodalizio.

Il restauro del Teatrino

La presidente della CI albonese ha voluto ricordare che gli attuali interventi di rinnovo della struttura in parola erano stati avviati grazie ai fondi del governo italiano (utilizzati per la compilazione della documentazione progettuale) e del governo croato, mentre il rinnovo del soffitto, iniziato negli ultimi giorni di agosto, è finanziato con i mezzi del bilancio cittadino. A soffermarsi sugli interventi di ristrutturazione del tetto e del soffitto del Teatrino è stata pure la connazionale Federika Mohorović Čekada, vicesindaco. Salutando i presenti anche a nome del sindaco Valter Glavičić, la Mohorović Čekada ha confermato che il restauro del soffitto del Teatrino sarà concluso entro il mese di maggio dell’anno venturo. Stando a quanto ha affermato, il progetto si svolge in base a un contratto di finanziamento stipulato tra la Città e l’Unione Italiana che aveva provveduto l’anno scorso alla ristrutturazione del tetto, eseguita tra la fine di novembre e la fine di dicembre scorso, stanziando l’80% dell’importo complessivo di 600mila kune, mentre il rimanente 20% è stato assicurato dalla Città, che nel bilancio per il 2018 ha previsto altre 650mila kune per il soffitto.
Si è rivolto ai presenti pure Alessandro Cuk, vicepresidente nazionale dell’Associazione Venezia Giulia Dalmazia e presidente del Comitato provinciale della stessa associazione, per il quale è sempre un piacere venire in visita alle CI. Quella dello scorso fine settimana è stata la sua prima partecipazione al Raduno degli Albonesi ad Albona, alla cui CI e amministrazione cittadini ha regalato due volumi, tra cui quello intitolato “Alida Valli, da Pola a Hollywood e oltre”, in cui egli stesso racconta l’attrice istriana e che è stato presentato nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia.

Vorano e i “Frammenti” di Tomaso Luciani

Il programma, iniziato con un’esibizione del coro misto “Giuseppina Martinuzzi” della CI, diretto dal maestro Franko Ružić, è continuato con la presentazione del libro bilingue “Frammenti di storia albonese nelle annotazioni di Tomaso Luciani”. A parlarne è stato l’autore, il professor Tullio Vorano, storico e storico dell’arte, il quale ha messo in risalto che il libro è stato voluto dalla CI albonese anche in ricordo del bicentenario della nascita di Tomaso Luciani, “illustre storico autodidatta” vissuto tra il 1818 e il 1894 e noto per i suoi due mandati in cui ricoprì l’incarico di podestà di Albona. Come confermato da Vorano, il libro documenta autorevolmente alcuni secoli di storia della Città di Albona nel periodo sotto l’amministrazione veneta, “dimostratosi poi di estrema importanza sia sul piano urbanistico – grossomodo il 90% dei suoi edifici è stato costruito in epoca veneta – sia su quello economico, perché appunto allora ebbe inizio l’attività mineraria dell’estrazione del carbone”. Il volume si basa essenzialmente sulle annotazioni di Luciani che sono custodite presso l’Archivio di Stato di Fiume e che sono frutto di ricerche archivistiche presso l’Archivio comunale della città di Albona, presso l’Archivio parrocchiale di Albona e presso il rinomato Archivio dei Frari a Venezia. “Buona parte di questo materiale è costituita da copie di documenti originali che egli individuò nelle sue ricerche archivistiche. Il faldone di Luciani che si trova a Fiume è diviso in dieci capitoli e il libro ne segue puntualmente le orme”, ha detto Vorano per soffermarsi in seguito sul contenuto del libro.
Nella prima sezione Luciani si dedica allo Statuto di Albona del 1341. In questo contesto Vorano ha sottolineato che Luciani ha il merito di aver salvato la versione veneta dello Statuto donandola a Stefano de Conti, podestà di Trieste, che aveva poi istituito l’Archivio diplomatico, dove oggi questa copia dello Statuto è custodita.
Nel capitolo successivo sono riportati i nominativi di vari funzionari comunali attuali nel XVI secolo: da tassadori alla facoltà, ad avvocati, banditori precones, oratori e ambasciatori, podestadieri, perticatori, zaticari e altri. Il quarto capitolo offre “anche la possibilità di individuare le entrate principali del Comune”, tra le quali v’erano le decime, la peschiera e il porto di Carpano, il Prostimo e il Fontico.
Molto interessanti per la storia della città pure gli atti notarili tra il 1534 e il 1580, che si riferiscono per lo più ai vari membri della famiglia Francovich, dalla quale proviene il famoso riformatore protestante Mattia Flacio. Luciani lo riteneva un suo proavo perché la madre di Mattia era Giacoma Luciani. Le annotazioni comprendono pure degli elenchi di cognomi, nel contesto dei quali Luciani segnalò le 78 principali famiglie viventi da secoli sul territorio di Albona.
Il libro ha 296 pagine, è uscito per i tipi della “Vetvagraph” di Arsia, mentre a occuparsi dell’impaginazione e del design è stato Leo Knapić. Il testo croato è stato corretto dalla dott. Samanta Paronić. Vorano si è detto molto grato pure a Mario Viscovi e Angelo Picot per il controllo linguistico della versione italiana del volume. A sostenere la pubblicazione è stata la signora Lia Carli, vedova Faraguna, di Trieste, oltre alla Regione Veneto per il tramite della Deputazione di Storia Patria per la Venezia Giulia di Trieste e alla Regione istriana tramite l’assessorato alla Comunità nazionale italiana e agli Altri gruppi etnici. Un ringraziamento è andato alla “Onorato Zustovich”, alla presidente Millevoi per il sostegno operativo, e a Tomaso Millevoi e Massimo Valdini per i loro preziosi suggerimenti.
Il Raduno si è concluso ieri con la deposizione di una corona alla lapide che ricorda tutti gli albonesi morti in esilio e collocata presso il cimitero albonese sei anni fa.

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