Pisino. I diritti e l’autoctonia della CNI vanno difesi

La prima riunione lavorativa nel nuovo mandato del Consiglio regionale della minoranza italiana. Approvato il programma per il prossimo periodo

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Pisino. I diritti e l’autoctonia della CNI vanno difesi
Ennio Forlani, Gianfranca Šuran e Cristina Fattori. Foto: DENIS VISINTIN

Prima riunione operativa per il Consiglio regionale della minoranza italiana autoctona. Il presidente Ennio Forlani l’ha inaugurata con un encomio ai cugini Giovanni Cernogoraz e Francesco Ravalico per i successi conseguiti. Ha ringraziato a nome loro il papà di Giovanni, Walter, membro del Consiglio. Presenti alla riunione la vicepresidente regionale in quota CNI Jessica Acquavita, l’assessore regionale alla CNI autoctona e agli Altri gruppi etnici Tea Batel, il presidente dell’Unione Italiana Maurizio Tremul e il vicepresidente del Consiglio della minoranza italiana della Regione litoraneo-montana Mario Simonovich. Tutti hanno portato i loro saluti o sono intervenuti nei dibattiti.

Il Consiglio ha affrontato subito il concetto dell’autoctonia, poiché nel verbale della sua riunione costitutiva questo era mancato nell’intitolazione del Consiglio, e il presidente Ennio Forlani e Valmer Cusma non avevano inteso firmarlo fino all’avvenuta correzione. Nei documenti, il concetto di autoctonia qualche volta è presente, altre no, per cui è stato proposto di rivolgersi per spiegazioni al Ministero competente, strada questa già intrapresa dalla Regione, come confermato da Jessica Acquavita.
È stata quindi approvata la composizione della presidenza del Consiglio, di cui sono entrati a far parte, oltre che il presidente Ennio Forlani e la vicepresidente Cristina Forlani, Gianfranca Šuran, Elena Barnabà, Valmer Cusma, Corrado Dussich, Gianclaudio Pellizzer, Gaetano Benčić e Marina Paoletić. Disco verde anche alla composizione del Comitato dei garanti, con Roberta Stojnić, Anita Petrović, Lorena Lubiana Bellé, Ester Geissa Đurić e Tiziana Paris a comporlo.
Approvata pure la Proposta delle linee programmatico-operative da seguire, avanzata dal presidente Forlani. Ci si impegnerà, quali membri della CNI e depositari della memoria del suo territorio d’insediamento storico, individualmente o attraverso le istituzioni dei connazionali, le Comunità degli Italiani, l’Unione Italiana, i Consigli locali della CNI, le CAN, il Centro di ricerche storiche di Rovigno e con il sostegno anche delle associazioni degli esuli, affinché tutti i soggetti politico-amministrativi si impegnino a mantenere e a curare l’identità di questi territori, al fine di confermare la plurimillenaria presenza italiana, che con orgoglio e caparbietà ha plasmato questi luoghi, nella lotta per l’affermazione dei diritti acquisiti e per la tutela dell’ambiente CNI, che va preservato nell’architettura e difeso dalle devastazioni.
Si opererà pure verso la tutela del patrimonio immateriale della CNI e saranno sostenute le idee e le proposte d’ampliamento delle aree operative dei connazionali in tutti i settori. Si lavorerà anche per la sensibilizzazione della società intera affinché non si ritengano estranee proposte quali l’introduzione in Istria dell’inno italiano “O bell’Istria”, da affiancare a quello croato, o l’intitolazione dell’Ospedale generale di Pola al dottor Geppino Micheletti. I connazionali saranno invitati a partecipare inviando idee, suggerimenti e proposte originali e costruttive, nell’ottica della tutela dell’ambiente CNI, da sempre culla di civiltà e rispetto. Nel dibattito sono emerse anche altre problematiche da affrontare, tra cui alcune questioni legate alle leggi in dibattito pubblico, le mancanze nella versione in lingua italiana dell’enciclopedia in rete “Istrapedia” e altro.

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