L’Istria unita nel grande ideale della libertà

Cerimonia nel Buiese nell’80º dell’annessione della penisola alla Croazia e nel 30º dell’istituzione della Regione. Inaugurato il monumento restaurato ai caduti di Plovania

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L’Istria unita nel grande ideale  della libertà
Il monumento di Plovania. Foto Erika Barnaba

Una cerimonia solenne ha avuto luogo per celebrare l’80º anniversario dell’annessione dell’Istria alla Croazia e il 30º anniversario dell’istituzione della Regione istriana, nel corso della quale è stato pure inaugurato solennemente il neorestaurato monumento ai caduti eretto a Plovania. A causa del maltempo, dopo la posa di una corona di fiori, la cerimonia si è spostata dal luogo dove è eretto il monumento al Teatro cittadino di Buie. A coadiuvare l’incontro è stato Edi Andreašić, vicepresidente dell’Associazione degli antifascisti del Buiese: “Siamo orgogliosi che il monumento a Plovania sia stato restaurato nell’anno in cui celebriamo questi due importanti eventi. Mentre in molte località della Croazia i monumenti alle vittime della Seconda guerra mondiale vengono demoliti e danneggiati, noi in Istria, con orgoglio, li preserviamo e restauriamo”, ha rilevato Andreašić.

Rafforzamento dei legami

A prendere per primo la parola è stato il sindaco di Buie, Fabrizio Vižintin: “Il monumento, eretto poco più di quattro decenni fa, testimonia il coraggio e la lealtà di coloro che hanno combattuto per la libertà e la giustizia. Con il restauro di questo monumento, assieme a Comuni e Città dell’Istria slovena e croata e alla Regione Istriana, conserviamo la memoria e il sacrificio dei caduti. Abbiamo unito le forze per rendere questo progetto una realtà. Il restauro di questo monumento non è solamente la riparazione degli elementi in cemento e il ripristino del mosaico, ma rappresenta soprattutto un rafforzamento dei legami tra le nostre comunità. La nostra collaborazione comune e l’impegno in questa impresa testimoniano la nostra forza congiunta. Il monumento è il simbolo del nostro patrimonio storico, della nostra cultura e del nostro futuro comune. Possa questo ricordare sempre l’importanza della pace, della libertà e dell’unione”. Il primo cittadino ha anche ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto, quali la Regione istriana, i Comuni di Verteneglio, Grisignana e Portole, le Città di Cittanova e Umago in Croazia e le municipalità di Capodistria, Isola, Pirano e Ancarano in Slovenia.

Numerose le autorità presenti alla cerimonia a Buie. Foto Erika Barnaba

Uno Statuto all’avanguardia

La vicepresidente della Regione istriana in quota CNI, Jessica Acquavita, ringraziando la Città di Buie e l’Associazione degli antifascisti del Buiese per aver accolto l’invito ad essere parte di questa celebrazione, ha sottolineato l’importanza di tre concetti: unione-comunità, rinnovo e valori. “Oggi, oltre a ricordare tutti gli antifascisti che hanno lottato per la libertà e la democrazia, celebriamo pure l’unione del passato e del presente. Festeggiamo l’unità passata perché, se è vero che la cattiveria, i delitti e le stragi della Seconda guerra mondiale non hanno conosciuto confini, fortunatamente non hanno conosciuto frontiere neppure i valori dell’antifascismo che hanno saputo riunire le genti di queste terre sotto il grande ideale della libertà. Ma pure l’unità nel restauro del monumento ha dimostrato ancora una volta come per la nostra Istria, per il nostro popolo istriano, i confini non sono degli ostacoli. E forse oggi è ancora più importante sottolinearlo, quando per ragioni oggettive e per le minacce del terrorismo, si stanno ripristinando i controlli alle nostre frontiere, che speriamo non durino a lungo. Parlando di rinnovo, abbiamo restaurato un grande monumento e in questo senso l’Assemblea regionale ha lanciato un’iniziativa invitando tutte le Città e i Comuni a restaurare i monumenti, grandi o piccoli, che si trovano sul loro territorio, perché questo significa preservare la nostra storia, complicata, stratificata, sfaccettata, a volte dolorosa, ma una storia che ci ha insegnato ad essere quello che siamo oggi, a rendere l’Istria così com’è, una Regione aperta, multiculturale, multietnica, nella quale il rispetto della vita, dei diritti e della libertà di ogni essere umano è parte della nostra identità e del nostro modo di vivere. E per ultimo i valori. 80 anni fa gli istriani abbracciarono i valori dell’antifascismo, su cui si basano tutte le società moderne e democratiche, e che oggi sono profondamente radicati nel nostro stile di vita istriano. Inoltre, 30 anni fa, la Regione istriana espresse chiaramente i principi e i valori che sarebbero stati i suoi fondamenti nel documento più importante, del quale ancora oggi siamo estremamente orgogliosi, lo Statuto istriano. Uno Statuto che è all’avanguardia per l’epoca nella quale è stato approvato, quando in Croazia soffiavano ancora venti di guerra. Uno Statuto che non è stato subito compreso né accettato, ma dal quale non abbiamo desistito. Il momento di oggi è importante, perché non si tratta solo del restauro fisico dello stesso, ma anche del ripristino del nostro impegno, dei valori che ci hanno unito e ci hanno reso quello che siamo”, ha rilevato Jessica Acquavita.
Tra le altre cose, dal discorso di Aleš Bržan, sindaco della Città di Capodistria, è rimasta impressa una frase significativa: “Anche se in Istria viviamo in tre nazioni e parliamo tre lingue, abbiamo un solo cuore e un solo significato, scolpiti in secoli di vita comune”. A prendere la parola pure Fabio Vallon, presidente del comitato provinciale dell’ANPI Trieste: “Noi sappiamo che di fronte alla violenza, alla guerra e al terrore c’è un’altra via da percorrere. Il cemento e le tessere colorate del monumento ci dicono qual è. La sola e la giusta via per rispondere all’odio e alla violenza della guerra è il rispetto, la fratellanza tra i popoli e la giustizia sociale. Noi oggi abbiamo il compito di affermare ancora una volta, con chiarezza e con fermezza: pace, lavoro, fratellanza, libertà e giustizia sociale”.

Un mosaico storico

Il monumento è stato eretto nel 1981 e, alto 12 metri, è opera dello scultore Aleksandar Rukavina ed è composto da tre elementi in cemento di forma triangolare, ciascuno impreziosito da un mosaico. Nella parte settentrionale il mosaico rappresenta delle persone con abiti tradizionali mentre partecipano a una danza popolare, il secondo invece un gruppo di lavoratori, gente del posto che trasporta il raccolto con un carro trainato da buoi, simboleggiando la produzione agricola, mentre nel terzo blocco il mosaico raffigura un gruppo di combattenti che lotta contro un nemico (invisibile), proteggendo donne e bambini. Sotto il monumento vi è una rientranza con delle pareti in pietra e quattro lastre di bronzo con inciso l’elenco dei nomi dei combattenti della zona e la scritta in tre lingue “Caddero fratelli nella lotta di liberazione perché la secolare liberazione della loro gente divenisse realtà nella Jugoslavia socialista. Ai prodi suoi figli. Il popolo”.
Il lavoro di restauro del mosaico è stato eseguito dalla ditta “MozaikArt” di Fiume, di Matko Kezele. In precedenza, Toni Šaina del Dipartimento di pittura murale e mosaico dell’Istituto croato di restauro, ha condotto una ricerca storico-archivistica e ha creato la documentazione di base sullo stato dei mosaici. Alla cerimonia è stato presentato un video nel quale Kezele spiega tutto il procedimento con le varie fasi di restauro e nel quale vi sono alcune dichiarazioni sull’importanza di quest’ultimo da parte del sindaco Vižintin, dell’Assessore regionale istriano alla cultura e territorialità, Vladimir Torbica, del connazionale Pino Degrassi, di Vesna Žmak, presidente dell’Associazione degli antifascisti del Buiese e del suo vice Adreašić.
Il dibattito inerente all’80º anniversario dell’annessione dell’Istria alla Croazia, che doveva seguire alla parte solenne della cerimonia, non si è tenuto per motivi di salute dello storico e coordinatore dell’incontro.
Il tutto è stato sostituito con un intervento dettagliato di Graziano Kešac, direttore del Museo storico e navale dell’Istria, che ha sottolineato come la vittoria militare e la liberazione non portarono immediatamente all’unificazione dell’Istria con la Croazia. Ci fu un periodo di lotte diplomatiche e trattative a causa delle questioni territoriali tra Italia e Jugoslavia, la divisione in Zona A e Zona B, e poi il TLT. “I negoziati si concluderanno solo parzialmente con il Trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947, e completamente con l’Accordo di Londra del 1954”, ha rilevato entrando poi nei dettagli storici.
Ad allietare l’incontro sono stati i cori “Lavanda” (Cittanova) e “Korona” (Umago) diretti dal maestro Branislav Ostojić e dalla musicista Marjetka Popovski di Isola. In sala pure numerosi sindaci delle località coinvolte nella cerimonia, cittadini e rappresentanti delle associazioni antifasciste dei tre Stati del territorio istriano.

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