Continua l’offensiva DDI per rimuovere Jurica Šiljeg

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Continua l’offensiva DDI per rimuovere Jurica Šiljeg

UMAGO | Dovrebbe tenersi il 4 luglio prossimo la sessione straordinaria del Consiglio municipale di Umago, che avrà quale unico punto all’ordine del giorno il voto di (s)fiducia al presidente del Consiglio Jurica Šiljeg, richiesto dall’opposizione. Il Consiglio conta oggi 17 consiglieri: Jurica Šiljeg (HDZ) che lo presiede, Marino Kocijančić (Partito dei pensionati) vicepresidente, Denis Muminović (DDI) vicepresidente, Mirko Grgić (SDP), Nadio Krt (SDP), Slavica Renko (SDP), Antonella Degrassi (SDP), Kristian Sirotić (Partito popolare- Liberale democratico), Mersada Borić (SDA Partito d’azione democratico), Damir Grünbaum (Barriera Umana), Blaž Vidović (HDZ) e 6 consiglieri dietini, ossia Daglas Koraca, Sunita Prodan Benolić, Dario Makovac, Slaven Paić, Goran Miljuš e Gabrijela Đukes Bašić.
Ma perché la DDI vuole le dimissioni di Šiljeg? Un mese fa si era svolta una burrascosa seduta del Consiglio sul Piano urbanistico particolareggiato di Zambrattia. L’evento era stato accompagnato da una serie di articoli su un media locale, che non erano stati graditi dall’amministrazione municipale perché considerati fuorvianti. Nel corso del dibattito, la DDI aveva riscontrato un “linguaggio inappropriato” del presidente del Consiglio, inducendo i 7 consiglieri di questo schieramento a promuovere la mozione di sfiducia.
Riuscirà questo tentativo di rimuovere dall’incarico il presidente del principale organo collegiale locale di base? Sono aperte tutte le opzioni, ma in realtà il presidente del Consiglio cittadino dovrebbe avere le spalle sufficientemente coperte per mantenere il mandato.
Certo, c’è sempre qualcuno che potrà votare a sorpresa, diversamente da quello che si creda, ma è poco probabile che succeda. Pur avendo 7 consiglieri su 17, la DDI ne ha sempre troppo pochi per cambiare le cose e visto che l’attuale intesa fra SDP, Pensionati, Popolari e HDZ sul programma da realizzare tiene bene, non ci dovrebbe essere alcun motivo per cambiare. Se c’è stato un linguaggio troppo “libero” nella seduta dedicata al Piano urbanistico di Zambrattia, questo è stato anche motivato dalle circostanze, ossia da un clima di tensione e confusione.
In questo caso specifico, sono in molti a sentirsi coinvolti, tra i quali lo stesso Šiljeg, che considera certe affermazioni dei media assolutamente infondate, come nel caso della futura tangenziale di Salvore che non avrebbe cambiato percorso perché sarebbe dovuta transitare su un appezzamento di terra di sua proprietà.
Su queste accuse e controaccuse sta indagando anche la Procura di Stato e che il procedimento è tuttora in corso. Alla DDI, che vuole recuperare consensi, le dimissioni di Šiljeg andrebbero anche bene, ma stando a certe voci sarebbero penalizzanti per gli investimenti futuri, perché il tandem SDP-HDZ sta producendo risultati positivi, un’accoppiata che a Zagabria ha tutte le porte aperte per parlare degli investimenti più importanti da realizzare anche con i fondi dell’Unione europea.

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