Albona. Sapremo sempre affrontare ogni emergenza

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Albona. Sapremo sempre affrontare ogni emergenza

ALBONA | “Siamo stati fortunati perché il vento, dopo lo sversamento di carburante causato dalla nave libanese ‘Fidelity’, soffiava verso Traghetto, nella direzione opposta rispetto alla foce del fiume Arsa e alle fonti di acqua potabile Gaia e Kokoti. In caso contrario avremmo dovuto fare fronte a un disastro ancora più grave”. Con queste parole Dino Škopac, direttore della “Vodovod Labin”, l’azienda preposta alle forniture idriche nell’Albonese, si è soffermato nel corso della seduta del Consiglio cittadino di Albona tenutasi martedì sull’inquinamento del Canale d’Arsa e sulle sue possibili ripercussioni sulle fonti più sfruttate per il rifornimento idrico nell’Albonese.
È intervenuto dopo la discussione legata alla presentazione della Valutazione dei rischi da incidenti gravi compilata per la Città di Albona dalla ditta fiumana DLS, specializzata in consulenza ambientale. Lo studio era stato presentato da Mišo Kucelj, dell’azienda menzionata, prima del punto nell’ambito del quale Škopac ha esposto il suo resoconto sull’operato della municipalizzata per il 2017. “Come già detto, un incidente del genere sulla strada tra Albona e Pola, sotto la quale si trovano le nostre sorgenti Gaia e Kokoti, sarebbe una catastrofe”, ha aggiunto Škopac riferendosi all’intervento di Tanja Pejić, consigliere della lista “Indipendenti insieme”, la quale si è astenuta dal voto durante la votazione per lo studio della DLS.
A suo avviso, il documento avrebbe dovuto contenere dei dettagli sui rischi legati alla possibile contaminazione delle fonti d’acqua potabile nella valle del fiume Arsa, come pure una valutazione dei possibili disastri dovuti a sversamenti di petrolio lungo la costa albonese, soprattutto a Porto Albona. “Sono d’accordo con la collega. Servirebbero più particolari relativi ai pericoli ambientali in mare”, ha detto Đulijano Kos, consigliere della maggioranza, della coalizione DDI-HNS-HSU. Neel Rocco, consigliere SDP, ha criticato la scelta, da parte della Città di Albona, delle persone che sono entrate a far parte del gruppo di lavoro formato per la compilazione della Valutazione e il cui compito è stato quello di individuare i rischi caratteristici per Albona.
“Vedo che c’è un Vigile del fuoco, c’è anche un esperto della protezione civile, mentre gli altri hanno una laurea in economia o giurisprudenza. E gli esperti in epidemiologia o in ambiente?”, ha chiesto Neel Rocco, secondo la quale il documento compilato per Albona sarebbe solo una copia di quelli già fatti per Chersano e per Crikvenica. Nel rispondere, Kucelj ha detto che la valutazione dei pericoli ambientali in mare e quella dei rischi legati all’inquinamento delle fonti d’ acqua potabile sono oggetto di altri due tipi di documenti, la cui compilazione è una responsabilità e una scelta di ciascuna autonomia locale.
Riguardo alle critiche di aver copiato il contenuto dello studio presentato, Kucelj ha informato i consiglieri che tutti i documenti di questo genere devono essere compilati conformemente al documento redatto per la Repubblica di Croazia, il quale si utilizza a livello nazionale come un “template”. Commentando l’osservazione legata alle competenze del gruppo di lavoro della Città, Kucelj ha confermato che tra gli esperti coinvolti nella redazione dello studio c’erano biologi e altri studiosi le cui conoscenze sono importanti per la compilazione di un documento del genere. “Quanto al livello di preparazione per affrontare i rischi, esso è molto alto in tutta la Regione istriana e così pure ad Albona, soprattutto se mettiamo l’Istria a confronto con il resto della Croazia”, ha aggiunto Kucelj.
È intervenuto anche il vicesindaco Zoran Rajković. A suo avviso, la Città di Albona dispone di tutti i documenti necessari per poter affrontare nel migliore dei modi un disastro ambientale o un incidente simile a quello avvenuto a Traghetto. “È il comune limitrofo che in questo momento ha motivi di preoccupazione. Noi ad Albona siamo al di sopra degli standard, non solo dal punto di vista della documentazione o delle persone abilitate a reagire in caso d’emergenza, ma anche per quanto riguarda l’attrezzatura di cui disponiamo”, ha affermato Rajković, confermando, nel rispondere a Neel Rocco, che la compilazione del documento è costata 11.250 kune.

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