Chersano. Un credito per rimediare a… un guasto

La centrale Fianona 2 ancora ferma. Il Comune ricorre a un mutuo per prevenire problemi di liquidità

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Chersano. Un credito per rimediare a… un guasto
Le centrali termoelettriche a Porto Fianona. Foto: TANJA ŠKOPAC

A causa di un guasto alla centrale termoelettrica a carbone Fianona 2, il Comune di Chersano ha acceso un credito revolving che non supererà gli 800mila euro. Come ha confermato il sindaco Roman Carić (indipendente) durante la seduta del Consiglio comunale tenutasi giovedì sera, i mezzi che saranno ottenuti in questo modo saranno utilizzati per la copertura delle spese e per l’adempimento agli obblighi finanziari del Comune.
Gran parte dei mezzi di cui quest’autonomia locale dispone proviene proprio dal funzionamento dell’impianto in parola, gestito dall’azienda statale “Hrvatska elektroprivreda” (HEP), preposta alla produzione e alla distribuzione dell’energia elettrica e alla manutenzione e al rinnovo della relativa infrastruttura. In base a un contratto stipulato diversi decenni fa, negli anni in cui era ancora attiva la centrale Fianona 1, ferma dal maggio del 2017, in seguito all’incendio divampato nello stesso impianto, l’HEP è tenuta a stanziare a favore del Comune l’indennizzo per l’utilizzo dei terreni a Porto Fianona, ma soltanto per i giorni in cui lo stabilimento è attivo e in cui produce. Secondo quanto spiegato da Carić dopo l’intervento del consigliere Silvano Uravić (SDP), il quale ha sottolineato che il credito sarebbe dovuto essere oggetto di una discussione in Consiglio prima dell’approvazione del Preventivo 2024, la centrale ha smesso di produrre il 1.mo dicembre dell’anno scorso, mentre egli ha avuto l’informazione riguardo alla serietà dei problemi nello stabilimento, ovvero al fatto che non si tratta della solita manutenzione annuale, soltanto l’8 gennaio.

Non è la prima volta
“La situazione non è catastrofica. Tuttavia, si tratta di un problema serio per quanto riguarda gli investimenti e il Bilancio, che richiede lo stesso tipo di approccio da parte nostra. Ci è stato detto che la produzione potrebbe essere riavviata alla fine di aprile o all’inizio di maggio. Il fatto è che in un periodo di sei mesi il Comune perde un importo tra i 700mila e gli 800mila euro. L’anno è lungo e noi dobbiamo comportarci in modo responsabile. Abbiamo già affrontato simili situazioni in passato e siamo riusciti a sopravvivere”, ha dichiarato Carić, sottolineando che si tratta di una situazione che il Comune non poteva prevedere e che il credito deve essere acceso per poter coprire le spese dell’autonomia locale, di cui soltanto quelle d’ordinaria amministrazione ammontano a circa 300mila euro mensili. Il tasso d’interesse per il credito è del 3,95 p.c. e tutte le relative spese devono essere sostenute entro la fine dell’anno in corso.
“Nei prossimi due mesi seguiremo l’evolversi della situazione e continueremo a coprire tutte le spese correnti, mentre gli investimenti dovranno attendere un po’, finché non saremo sicuri di avere un terreno solido sotto i piedi”, ha aggiunto Carić, in seguito all’intervento del già sindaco Valdi Runko (indipendente), stando al quale si tratta di un semplice adattamento alla situazione attuale, in quanto il Comune è consapevole che ci sono periodi in cui la centrale è attiva e quelli in cui non lo è.

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