Arsia. Interpellanze senza risposta da mesi: l’opposizione abbandona l’aula

«Maretta» in sede di Consiglio comunale a causa del comportamento del sindaco Glorija Paliska

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Arsia. Interpellanze senza risposta da mesi: l’opposizione abbandona l’aula
I consiglieri rimasti in aula dopo il gesto di protesta dell’opposizione. Foto: TANJA ŠKOPAC

La maggior parte della seduta del Consiglio comunale di Arsia tenutasi mercoledì sera si è svolta senza la presenza dei consiglieri dell’opposizione. Infatti, subito dopo l’approvazione dell’ordine del giorno della riunione e del verbale della seduta consiliare precedente, del 15 settembre, i tre consiglieri dell’SDP, i due consiglieri dell’HDZ e la rappresentante dell’HSU hanno abbandonato l’aula. Il motivo: il fatto di non aver ricevuto dal sindaco Glorija Paliska (DDI) le risposte alle loro domande fatte alla seduta del 15 settembre, ma nemmeno ad alcuni quesiti avanzati in alcune riunioni svoltesi in precedenza.

Non c’è (più) rispetto
“Finché continueranno a non rispettare il protocollo e il Regolamento sul lavoro del Consiglio, noi non avremo alcun motivo per partecipare alle sedute consiliari. Vengono approvate delibere legate al Codice di comportamento e al Comitato d’onore e sono loro stessi a violare le regole”, ha dichiarato Admira Žakula, dell’HDZ, accusando il governo locale della mancanza di rispetto nei confronti dei consiglieri. Insoddisfatto del comportamento della Paliska si è detto pure Nevres Mulavdić (SDP), ma anche il suo collega di partito Mladen Bajramović. Secondo quest’ultimo, le sue domande della riunione consiliare del 15 settembre, legate al progetto di rinnovo delle gallerie dell’ex miniera Carlotta, sarebbero quesiti che non richiederebbero una risposta per iscritto (promessa dalla sindaco, anche se non ancora consegnata), ma soltanto “una semplice conversazione interpersonale in sede della stessa seduta nell’ambito della quale la domanda è stata avanzata”.
“Mi ha sorpreso il fatto che non abbiamo avuto una risposta a nemmeno una delle domande, nonostante queste ultime fossero state concepite in modo da non richiedere ulteriori verifiche e nonostante il presidente del Consiglio (Željko Zahtila – DDI, nda) avesse invitato il sindaco a rispondere entro la seduta successiva. Per questo, prima della riunione di oggi, ci siamo messi d’accordo di abbandonare i lavori della seduta. E non è la prima volta che non abbiamo avuto risposte entro i termini previsti. Ci sono dei consiglieri dell’opposizione che aspettano delle risposte da febbraio”, ha affermato Bajramović, secondo il quale l’opposizione nel Consiglio comunale ritiene che tale comportamento sia un’offesa per tutti i consiglieri, non soltanto per quelli dell’opposizione. Riguardo le prossime riunioni consiliari, Bajramović ha detto che il pubblico sarà informato in tempo delle decisioni legate alla (possibile) partecipazione dell’opposizione. Confida comunque nel fatto che il sindaco darà delle risposte ai quesiti dei consiglieri.

I consiglieri che hanno abbandonato i lavori.
Foto: RISTIAN STEPČIĆ REISMAN/LABINŠTINA INFO

Impazienza e baruffe
“Siete proprio impazienti, abbiamo appena finito con il punto riservato ai quesiti dei consiglieri”, ha commentato il sindaco Paliska, alla fine della seduta, il momento in cui i giornalisti presenti si sono avvicinati a lei per chiederle una dichiarazione riguardo alle accuse dell’opposizione. A proposito della decisione di quest’ultima di abbandonare la seduta, ha detto di non voler entrare nei particolari dei motivi per cui alcuni consiglieri dell’opposizione hanno scelto di non partecipare alla riunione. “Ogni consigliere comunale sceglie il modo in cui sarà attivo durante le sedute consiliari e come contribuirà all’approvazione delle delibere e alla qualità della vita dei nostri concittadini”, ha detto. Soltanto dopo la domanda aggiuntiva sui motivi per cui sono venute a mancare le risposte nonostante l’invito del presidente del Consiglio a consegnarle prima dell’inizio della riunione, la Paliska ha detto che tutti, i consiglieri, il presidente del Consiglio e il sindaco, sono tenuti a rispettare il Regolamento sul lavoro del Consiglio comunale. E anche questa volta le sue scelte sarebbero conformi allo stesso documento.

«Non tutte le domande sono uguali»
“Se alcuni di loro aspettano le risposte da febbraio, marzo o aprile, vuol dire che il Comune ha inoltrato le domande ad altre istituzioni. Non tutte le domande sono uguali, né rientrano nelle competenze del Comune”, ha detto la Paliska, confermando che i quesiti che esigono risposte da un ufficio esterno vengono inoltrati ai rispettivi indirizzi, mentre a quelli cui può rispondere il Comune bisogna rispondere, conformemente al Regolamento, entro un termine di 30 giorni dalla riunione durante la quale sono stati avanzati.
“Parlo in generale perché non posso sapere a che cosa si riferiscano esattamente i consiglieri dell’opposizione”, ha aggiunto, affermando che questi ultimi possono anche aspettarsi una risposta durante la stessa seduta consiliare e pensare che le loro domande non abbiano bisogno di ulteriori verifiche. “A mio parere è più opportuno scegliere di rispondere per iscritto”, ha affermato la Paliska, secondo la quale se i consiglieri possono chiedere una risposta per iscritto, può farlo anche lei. Tuttavia, questa volta, ha aggiunto, a microfoni spenti, l’opposizione ha deciso di fare baruffa soltanto per il gusto di farlo. Ad abbandonare la riunione, oltre ai consiglieri nominati, sono stati pure Esma Dobrić (HSU), Nikola Lazić (SDP) e Damir Matas (HDZ).

Quesiti interessanti
Le domande avanzate dall’opposizione durante la riunione consiliare del 15 settembre erano piuttosto interessanti essendo pervenute dopo un periodo segnato da alcune decisioni del Comune che, a giudicare dalle reazioni, anche quelle online, non sarebbero piaciute a un numero piuttosto alto di residenti. Come quella di rinunciare alla collocazione di una sbarra nel centro di Valmazzinghi, di cancellare l’edizione 2022 della Festa dei “pedoci”, cui si sono aggiunti i quesiti di Bajramović riguardo alla rivitalizzazione della miniera di Carlotta, come pure quelli relativi al finanziamento di un viaggio in Grecia e al cofinanziamento del trasporto tra scuola e casa degli studenti delle scuole medie superiori.

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