Rijeka, ora c’è una Coppa da vincere

Sfumato il sogno titolo, i biancocrociati dovranno voltare subito pagina e concentrarsi sulla doppia sfida, ancora contro la Dinamo, per il Sole di Rabuzin, che sarebbe il giusto premio per una stagione vissuta da protagonisti

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Rijeka, ora c’è una Coppa da vincere
Il Rijeka può ancora dare un senso alla sua stagione. Foto: GORAN ZIKOVIC

“Non è una partita decisiva. O meglio, lo sarebbe in un caso, ma è uno scenario che non si verificherà”. Parlava così Željko Sopić alla vigilia della supersfida con la Dinamo, ma purtroppo per lui, per il Rijeka e per tutti coloro che hanno a cuore i biancocrociati, quello scenario si è materializzato nella maniera più dolorosa. Sbancando Rujevica i campioni in carica hanno messo le mani su titolo numero 25 della propria storia, mandando al tempo stesso in frantumi i sogni di gloria dei fiumani. Naturalmente l’aritmetica non condanna ancora Labrović e soci, ma il meno -4 a tre giornate dalla fine è una sentenza (che poi sarebbe un -5 considerando il “punto invisibile” degli scontri diretti a sfavore). Un margine praticamente impossibile da colmare, anche alla luce del calendario, che in questo caso è un alleato della banda di Sergej Jakirović. Gli zagabresi affronteranno in casa Osijek e Rudeš, nonché lo Slaven Belupo a Koprivnica, mentre invece i quarnerini sono ora attesi dalla doppia trasferta contro Varaždin e Osijek, per poi chiudere la stagione ospitando a Rujevica lo Slaven Belupo. Lo stesso Sopić a fine gara è stato maledettamente sincero (e realista…): “Il titolo è andato”. Inutile quindi farsi illusioni, anche se i rimpianti sono tanti. Soprattutto ripensando alla partita di domenica. Il Rijeka ha dominato, entrando nell’area avversaria con una facilità disarmante ma, a parte il rigore di Pjaca, non ha saputo affondare il colpo. È mancato spesso l’ultimo passaggio e una marea di conclusioni sono state o murate oppure finite lontano dalla porta di Nevistić. Ma contro la Dinamo è così: se non capitalizzi le occasioni create poi le prendi. È la dura legge del gol, volendo andare a scomodare gli 883…

Dov’è che il Rijeka ha perso il titolo? Negli scontri diretti. Si dice spesso che i campionati si vincono con le cosiddette piccole, in questo caso è però successo l’esatto contrario. Le partite che doveva vincere, ossia quelle contro le piccole, il Rijeka le ha vinte. Semmai il problema è che ha raccolto la miseria di un solo punto sui 12 a disposizione. Nei quattro incroci in campionato è arrivato soltanto un pareggio a fronte di tre sconfitte. Ed è qui che si cela la differenza tra fiumani e zagabresi. Forse l’unico vero rimpianto è aver mancato il raddoppio domenica…
Ma sarebbe ingiusto essere troppo severi nei giudizi. Il Rijeka è andato ben oltre le aspettative. E “Sopa” ha perfettamente ragione quando dice che a Spalato darebbero dieci anni di vita per ritrovarsi nella posizione di giocarsi il “doblete” fino alla fine. A inizio stagione nessuno dava credito a questa squadra, che secondo la maggior parte degli addetti ai lavori avrebbe dovuto mangiare la polvere alle spalle di Dinamo e Hajduk. E invece è stata capace di sovvertire tutti i pronostici arrivando a un passo dal far abdicare gli zagabresi. I meriti dell’allenatore? Sopić è indubbiamente un grande motivatore. Per informazioni chiedere al Gorica e alla clamorosa rimonta salvezza sullo Šibenik nel girone primaverile della scorsa stagione quando i “tori” sembravano ormai spacciati. A fare la selezione dei giocatori è stato Jakirović, certo, ma al tecnico zagabrese va reso il merito per aver saputo compattare lo spogliatoio, per aver incanalato la fame dei giocatori nella giusta direzione e per averci creduto fino alla fine.

Gol in trasferta
Ma adesso? Bisogna voltare subito pagina. Il Rijeka ha l’obbligo di onorare il campionato in queste ultime tre partite che ancora restano. Un’occasione per dare spazio e minuti a chi finora ha giocato meno e, perché no, magari anche a qualche elemento della formazione juniores. E al tempo stesso far tirare il fiato ai titolari ragionando in ottica delle finale di Coppa Croazia. La stagione è tutt’altro che finita visto che c’è ancora un trofeo in ballo e dopo la fantastica cavalcata di quest’anno sarebbe un vero peccato chiudere con “zero tituli”. Intanto bisognerà capire quale sarà la reazione della squadra dopo quanto successo e qui Sopić dovrà dimostrarsi un bravo psicologo. Rabbia e delusione dovranno essere convertite in motivazione e “garra” in vista della doppia sfida per il Sole di Rabuzin. Con il campionato ormai in ghiaccio, che era la priorità, la Dinamo potrebbe anche presentarsi un po’ più distesa a quest’appuntamento e di conseguenza prestare il fianco ai biancocrociati. Non avendo vinto nemmeno uno dei quattro confronti diretti stagionali e considerato l’attuale stato di forma, nonché il momento psicologico tra le due formazioni, verrebbe naturale pensare che sia la Dinamo la grande favorita, ma la Coppa è una competizione imprevedibile in cui non c’è mai nulla di scritto. Oltretutto qui è ancora in vigore la regola del gol in trasferta (!?), altro aspetto che potrebbe dare ulteriore pepe alla finalissima. Il Rijeka inoltre disputerà il ritorno a Rujevica, un vantaggio molto importante e da sfruttare al meglio. Salvo tracolli all’andata al Maksimir, naturalmente. Il “Sole” darebbe un senso alla stagione del Rijeka rendendola comunque dolcissima. La scorsa estate, all’inizio della preparazione, tutt i giocatori ci avrebbero messo la firma…

Radeljić convocato dalla Bosnia
Stjepan Radeljić è stato convocato dal nuovo selezionatore della Bosnia ed Erzegovina, Sergej Barbarez, per la doppia amichevole contro Inghilterra (il 3 giugno a Newcastle) e Italia (il 9 giugno a Empoli). Per il centrale del Rijeka si tratta della prima chiamata nella nazionale maggiore del suo Paese. Ha collezionato 12 presenze con l’Under 21, ma pure 4 “caps” con la Croazia Under 19, essendo in possesso del doppio passaporto. A questo punto bisognerà capire se risponderà alla convocazione scegliendo così di giocare per la Bosnia ed Erzegovina, o se piuttosto aspetterà un’eventuale chiamata di Zlatko Dalić e quindi rappresentare la Croazia.

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