Il campionato è chiuso. O quasi. Nell’attesissimo scontro al vertice, a Rujevica il Rijeka è stato battuto in rimonta dalla Dinamo per 2-1 rotolando così a -4 dagli zagabresi quando mancano solamente tre giornate alla linea del traguardo. Sono tanti i rimpianti per i biancocrociati, passati in vantaggio in avvio di ripresa con il rigore trasformato da Pjaca, ma ribaltati nel finale dai centri Petković e Hoxha.
Željko Sopić non rinuncia al suo 4-1-4-1, ma opera un paio di cambi lasciando in panchina Galešić, Janković e Marić, rimpiazzati da Mitrović, Hodža e Ivanović, schierato al vertice dell’attacco. Nessuna sorpresa invece dall’altra parte con Sergej Jakirović (fischiatissimo…) che conferma il modulo a due punte lanciando Petković e Kulenović là davanti e affidandosi all’estro dei “ragazzini terribili” Sučić, Vidović e Baturina ad agire alle loro spalle.
Ritmi subito elevati, ma comprensibilmente le due squadre sono molto prudenti considerando la posta in gioco. Dopo l’iniziale fase di studio, al 10’ Sučić trova il filtrante per Baturina che si infila tra i due centrali avversari e centra il palo a tu per tu con Labrović, però si alza la bandierina dell’assistente. Scampato il pericolo, il Rijeka alza il baricentro cercando qualche varco sulle fasce. E lo trova poco dopo il quarto d’ora con Pašalić che sfonda sulla destra e libera il mancino, ma la mira è da dimenticare. I padroni di casa continuano a spingere e la prima vera occasione è una sventola di Fruk che sibila vicino al palo. Entrataccia di Selahi sulla caviglia di Baturina e il mediano albanese è il primo giocatore a finire sul taccuino del fischietto ungherese Bognar, che poco dopo ammonisce pure Kulenović e Goda: la tensione in campo si fa sentire. Agonismo e intensità non mancano, le occasioni invece sì. Decisamente meglio il Rijeka, Dinamo piuttosto timida e concentrata soprattutto sulla fase difensiva. Nel finale di frazione Pašalić mette i brividi a Nevistić con un sinistro a giro che però non trova lo specchio. E Bognar dice che può bastare così.
Gol annullato a Ogiwara
Nessun cambio all’intervallo nelle file della squadra di casa. Pronti-via e Bognar indica il dischetto dopo l’atterramento in area di Pašalić da parte di Pierre-Gabriel. Pjaca si presenta sugli undici metri e fulmina Nevistić facendo esplodere Rujevica. E il Rijeka è virtualmente in testa! Selahi travolge Baturina, la panchina zagabrese protesta chiedendo il secondo giallo, ma l’arbitro ungherese espelle uno degli assistenti di Jakirović. Sopić non vuole correre rischi e toglie l’albanese inserendo Petrovič al suo posto. Gli ospiti provano a reagire, ma a parte tanto possesso non riescono a pungere. Jakirović allora manda in campo Ademi, Rog e Ogiwara cercando di dare una scossa alla propria squadra. Break biancocrociato con Fruk, Nevistić fa buona guardia. Al 74’ Radeljić stende Petković, il centravanti della nazionale si incarica della punizione e con una prodezza balistica trova il sette non lasciando scampo a Labrović gelando lo stadio. La Dinamo torna prima e per il Rijeka è tutto da rifare. Sopić va all-in buttando nella mischia Janković, Marić e Obregon per l’assalto finale. Saltano gli schemi: Nevistić si supera su Janković, Smolčić di testa coglie il palo, mentre sul ribaltamento di fronte Ogiwara segna il gol del 2-1 in contropiede, annullato però per fuorigioco di Špikić. Nel finale entra Hoxha e al 89’ il kosovaro segna l’1-2 infliggendo molto probabilmente la stoccata mortale ai sogni di gloria dei fiumani. Nel recupero non succede più nulla e a Rujevica la festa è tutta della Dinamo.
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