Željko Sopić: «Era meglio se ci avessero bastonati»

Il Rijeka si lecca le ferite per la sconfitta con la Dinamo e prova a rialzare la testa. Sabato c’è il Varaždin, mercoledì l’andata della finale di Coppa. L’allenatore Željko Sopić non si capacita

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Željko Sopić: «Era meglio se ci avessero bastonati»
Željko Sopić non riesce proprio a mandare giù la sconfitta con la Dinamo. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Un silenzio quasi irreale, forse a testimonianza che i giochi sono ormai definitivamente chiusi. Perché, in appena due settimane, il Rijeka è passato dall’euforia alla rassegnazione. Non di depressione, che è qualcos’altro. Le sconfitte contro Lokomotiva e Dinamo, la seconda delle quali anche immeritata, hanno portato infatti i fiumani a -4 dagli zagabresi quando alla fine del campionato mancano appena tre giornate. La speranza è sempre l’ultima a morire, ma per vincere il titolo a questo punto non basterebbe nemmeno un “semplice” miracolo…

In contesto a Rujevica si pensa sì a chiudere il campionato in bellezza, ma inutile negare che ormai tutte le attenzioni sono rivolte alla finale di Coppa Croazia. Di fronte, nella classica sfida d’andata e di ritorno, ci sarà ancora una volta la Dinamo. Prima della trasferta del 15 maggio al Maksimir, sabato ci sarà comunque l’impegno di campionato a Varaždin. Le ultime delusioni impongono una reazione e un parziale riscatto, per quanto i giochi siano ormai praticamente fatti.
“Ci aspetta una partita impegnativa, loro sono caricatissimi dopo il successo al Poljud e vorranno sicuramente provare a battere un’altra squadra d’alta classifica – ha detto in conferenza stampa l’allenatore Željko Sopić, apparso molto meno teso che in passato e con qualche abbozzo di sorriso sulle labbra –. Hodža, Radeljić e Goda saranno assenti per squalifica e di conseguenza darò l’occasione a qualcun altro, che dovrà inevitabilmente dimostrare di poter contare su di lui in momenti di bisogno come questi. Andiamo lì con l’obiettivo di provare a vincere e rimarginare in parte le ferite”.
La sconfitta con la Dinamo, a prescindere da ciò che si vuol far credere, ha sicuramente scosso la squadra. Da augurarci, comunque, che i danni subiti non siano irreparabili e che si trovi la forza per rialzare immediatamente la testa. “Ovvio che quanto successo ci ha colpito, inutile far finta di nulla. Ciò che brucia veramente è che abbiamo perso una partita giocata davvero bene – prosegue Sopić –. A un certo punto avrei preferito che ci avessero bastonati, almeno così non avremmo nulla da recriminare. Purtroppo non conta l’impressione artistica bensì il risultato. E quello è per noi penalizzante. Abbiamo parlato molto tra di noi nel corso della settimana e stabilito come andare avanti. I ragazzi non hanno nulla da rimproverarsi e di cui vergognarsi. Dal momento che ho preso in mano il Rijeka ho preteso che ogni singolo giocatore potesse guardarsi allo specchio dopo la partita, consapevole di aver dato il massimo. Credo che sia il nostro caso”.
Ma il titolo è ormai assegnato oppure, sotto sotto, c’è ancora qualche speranza? “Fate un po’ voi, fatto sta che dipendiamo dai risultati della Dinamo. La matematica non ci condanna ancora, cerchiamo per lo meno di battere il Varaždin e rinviare magari la festa degli zagabresi. Sarebbe importante per la classifica, però ancora di più per il morale in vista della finale di Coppa Croazia”, aggiunge il tecnico.
La delusione si avverte, e sarà così ancora per un po’ di tempo. I tifosi e la città continuano comunque a manifestare il proprio affetto alla squadra. “È meraviglioso che ci abbiano riservato una standing ovation anche dopo la sconfitta, è altrettanto meraviglioso che tutta Fiume e il Quarnero siano orgogliosi del club, così come noi del club lo siamo dei nostri ragazzi. Tuttavia, e vi prego di non fraintendermi, non è che tutto ciò mi sia più di tanto di conforto. Fatto sta che abbiamo perso una partita nella quale siamo stati la squadra migliore. Le colpe? La vittoria è sempre merito della squadra, mentre la sconfitta è colpa dell’allenatore. Quando perde, l’allenatore è solo al mondo e abbandonato a sé stesso. Ripeto: sarebbe stato più facile per me se ci avessero battuto meritatamente e se avessimo potuto alla fine congratularci con la Dinamo per la vittoria e dire loro: ‘Tanto di cappello, avete giocato meglio e meritato’. Così invece brucia ancora di più”.

Anche il PSG ne sa qualcosa…
In senso figurativo, qualcuno ha fatto dei paragoni tra la partita del Rijeka con la Dinamo e quelle recenti di Champions League. “Il Paris SG ha colpito cinque legni contro il Borussia Dortmund ed alla fine è stato eliminato. Probabilmente il loro allenatore si sente ora come il sottoscritto – illustra Sopić –. Talvolta la squadra migliore non la spunta, soprattutto se la fortuna decide di ribellarsi. In quanto all’altra semifinale, credo che l’esito sia tutto sommato giusto, a prescindere dalle code velenose del post partita. Sono un tifoso del Real Madrid e pertanto mi fa piacere che sia in finale. Luka Modrić? Non ci sono più parole per descrivere ciò che sta facendo. A quei livelli, e con quei ritmi di gioco, entra in campo uno di 38 anni cambiando le sorti dell’incontro. Che dire poi dell’incredibile sprint di 75 metri. Un maestro!”.

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