Albona. Inaugurata la mostra dedicata a San Giusto, protettore della città

Un’esposizione per i quattro secoli dall’avvio della costruzione del campanile nel centro storico

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Albona. Inaugurata la mostra dedicata a San Giusto, protettore della città
Valter Glavičić, Stephanie Peršić, Olja Višković, Renata Kiršić e il parroco Mirko Vukšić all’apertura della mostra. Foto: TANJA ŠKOPAC

Negli spazi del Museo popolare di Albona riservati alle mostre temporanee è stata inaugurata l’esposizione dedicata a San Giusto, protettore di Albona. Intitolata “Kult Sv. Justa – od simbolike do zaštitnika grada” (Il culto di San Giusto – dal simbolo al protettore della città), la mostra è stata realizzata in occasione dei 400 anni dall’inizio della costruzione del campanile intitolato allo stesso santo e la sua inaugurazione è soltanto uno degli avvenimenti con cui quest’anno viene celebrato l’importante anniversario.

L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con la Parrocchia della Natività della Beata Vergine Maria della Cittavecchia ed è stata ideata dalle curatrici del Museo popolare, Stephanie Peršić e Olja Višković, le quali durante la cerimonia d’inaugurazione si sono soffermate brevemente sulla loro ricerca, con la quale, dopo un lungo periodo di “silenzio”, è stata prestata la dovuta attenzione alla storia albonese del culto di San Giusto e all’importanza del santo per Albona. A rivolgersi al pubblico sono stati pure Renata Kiršić Veselica, direttrice dell’Università popolare aperta, in seno alla quale il Museo popolare albonese opera, don Mirko Vukšić, parroco albonese, come pure Valter Glavičić, sindaco di Albona. Nel suo intervento, Renata Kiršić Veselica ha ribadito che la mostra rimarrà aperta fino all’inizio del maggio 2024, sottolineando la possibilità che venga prolungata, “come di solito accade nel caso delle esposizioni di simile importanza che suscitano grande interesse”.

Il ricco archivio
“All’inizio della nostra ricerca non pensavamo che la mostra sarebbe stata così ampia. Tuttavia, lavorando all’archivio parrocchiale, sono stati raccolti davvero molti dati, grazie ai quali l’esposizione ha ora il presente contenuto”, ha affermato Olja Višković, dirigente ff. del Museo popolare, confermando che nell’ambito del lavoro svolto sono stati scoperti dei preziosi documenti storici, ma anche delle opere d’arte, tra cui per le esigenze dell’esposizione dal ricchissimo archivio parrocchiale al Museo sono state temporaneamente spostate pure tre statue, tra cui una identificata come opera raffigurante il santo. Tutte sono state restaurate da Osanna Šašinka. La mostra è divisa in quattro parti, tramite le quali è possibile scoprire dei particolari riguardo alla venerazione dei santi e dei culti dedicati a loro in generale e concretamente quelli relativi a San Giusto, come pure alcuni dettagli riguardo alle confraternite, in particolare a quella di San Giusto. A ciò si aggiunge il contenuto dedicato al patrimonio mobile e immobile intitolato allo stesso santo e così pure l’angolo riservato al campanile albonese.
Come si legge nel catalogo che accompagna la mostra, ad Albona la devozione al nuovo protettore venne dimostrata con l’edificazione di quella che fu la chiesa parrocchiale, avviata nel momento dell’ottenimento delle reliquie del santo, martire di Trieste. Mancano dello stesso periodo le fonti riguardo alla venerazione del santo ad Albona, “tuttavia, una testimonianza degli scritti più recenti parla dell’esistenza di una chiesa parrocchiale dedicata a San Giusto fino alla fine del XIII secolo, quando questo ruolo fu adottato da quella che all’epoca era la nuova chiesa di S. Maria Maggiore dedicata alla Natività della Beata Vergine”. Nel prosieguo si legge che la chiesa di San Giusto con il campanile esisteva fino al 1623, quando le due strutture vennero distrutte da un incendio. Nello stesso anno iniziò la costruzione del nuovo campanile, dedicato al santo, con i resti della chiesa che fungevano da atrio.

Una rarità da tutelare
“Tutti gli oggetti d’arte, e si tratta di sculture di legno, tessile, pale d’altare e opere pittoriche, sono in pessimo stato. A rischio sono innanzitutto quelle tessili e lignee, oltre ai manoscritti, per cui bisogna sottolineare la necessità di provvedere a una conservazione adeguata. E non è la colpa del nostro parroco. Spero che con uno sforzo da parte di tutti noi riusciremo ad assicurare le condizioni per conservare in modo adeguate il materiale perché si tratta innanzitutto del patrimonio albonese, che è pure istriano e croato, ma non solo, visto che interessa pure il periodo della Serenissima”, ha dichiarato Stephanie Peršić, che in seno all’UPA ricopre la funzione di coordinatrice della Galleria civica di Albona, sottolineandi che i materiali più antichi sono del 16.esimo secolo. “Sono già oggi una rarità”, ha detto la Peršić. Da rilevare che tra i manoscritti conservati frammentariamente ci sono pure dei libri della Confraternita di San Giusto, come pure dei volumi in cui quest’ultima è menzionata. Il primo scritto nel primo libro della Confraternita di San Giusto, intitolato “San Giusto Martire Santo Corpo, Libro Primo”, è del 1673 e allo stesso anno risale la fondazione di questa Confraternita.
A ringraziare le curatrici del lavoro svolto è stato don Mirko Vukšić, secondo il quale, ogni persona dovrebbe conoscere la storia del proprio luogo natale per poter comprendere la propria vita. Dicendosi molto grato alle due curatrici, ha sottolineato come il progetto che ha visto la realizzazione della mostra sia un esempio di come l’Ufficio parrocchiale e le istituzioni cittadine dovrebbero collaborare in futuro. Nel lodare il lavoro delle due esperte, il sindaco Valter Glavičić ha detto che la ricchezza dell’archivio analizzato e la ricerca svolta sono un altro motivo per riflettere sulla vastità del patrimonio di cui Albona dispone e che deve ancora essere (ri)portato alla luce.

Recuperata una parte della storia
Riguardo all’esposizione, il professor Tullio Vorano, già dirigente del Museo popolare di Albona, ha detto che con la mostra, con cui sono state “colmate tutte le manchevolezze che si sentivano da tempo”, si è riuscito a recuperare una parte della storia del culto di San Giusto e di Albona. “L’esposizione è molto valida anche per il fatto che sono intervenute molte persone, specialisti nel loro campo, ad altissimo livello professionale. Davvero merita visitarla e conoscere a profondo tutte le vicissitudini di questo nostro San Giusto”, ha concluso.
Un ringraziamento degli organizzatori è andato a tutti i collaboratori, tra cui Toni Ivetić e Biserka Budicin che hanno assistito le curatrici nell’interpretazione dei manoscritti, Oleg Morović si è occupato dell’identità visiva, mentre il Museo storico e navale dell’Istria, con le curatrici Sunčica Mustač e Katarina Pocedić, ha contribuito prestando ad Albona un ritratto di uno dei personaggi storici di Albona, Tommaso Battiala, autore di due fogli datati 1674 con una lista delle reliquie della chiesa di Santo Stefano. Hanno sostenuto la mostra il Ministero della Cultura e dei Media della Repubblica di Croazia e la Città di Albona.

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