L’hospice di Fiume: un esempio da seguire

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L’hospice di Fiume: un esempio da seguire

L’uomo per natura è portato a essere solidale con gli altri esseri viventi. Lo ha dichiarato ieri l’arcivescovo di Fiume, mons. Ivan Devčić, nell’ambito della conferenza organizzata in occasione della Giornata mondiale degli hospice e delle cure palliative, che ricorre il secondo sabato d’ottobre. L’evento, che si è svolto nell’hospice “Maria Crocifissa Cosulich”, ha visto la presenza di vari ospiti, tra i quali il direttore del CCO di Fiume, Davor Štimac, Samir Husić, direttore dell’hospice presso il Centro clinico universitario di Tuzla, Vladimir Možetić, direttore della Casa della salute regionale, il segretario di Stato del Ministero della Salute, Željko Plazonić e altri ancora.

“Cinque anni fa, quando è stato inaugurato l’hospice, quasi nessuno di noi era al corrente di come avrebbe dovuto funzionare la struttura – ha detto mons. Ivan Devčić –, però ci siamo impegnati assieme alla direttrice, suor Daniela Orbanić, che ha dato tantissimo per questo centro. Sono molto grato del fatto che questo progetto sia stato riconosciuto, in quanto un’istituzione del genere è più che necessaria. Non soltanto per i pazienti terminali, ma soprattutto per le loro famiglie. La Chiesa deve essere aperta a tutti coloro che hanno bisogno di sostegno, indipendentemente dalla loro fede. Per questo motivo ora stiamo costruendo un Centro per le persone affette da demenza senile e Alzheimer a Sušak, vicino alla chiesa dei santi Cirillo e Metodio, nell’ex casa della Congregazione delle sorelle misericordiose”.

In cinque anni 1.300 pazienti

Agli inizi non è stato facile, e lo conferma anche suor Daniela Orbanić. “Abbiamo dovuto seguire tante persone, tanti destini e non è stato facile. Grazie al supporto e all’aiuto di tantissime persone possiamo dire con orgoglio che oggi l’unico hospice in Croazia funziona senza alcun problema. Siamo aperti a tutti e finora abbiamo accolto 1.300 pazienti senza avere mai chiesto se e di quale fede fossero le persone. Nel 2013 abbiamo instaurato una collaborazione con l’hospice di Tuzla, l’unico del suo genere in Bosnia ed Erzegovina. Tra i due istituti c’è una grande differenza in quanto loro gestiscono anche l’hospice per bambini e il soggiorno diurno”, ha dichiarato la direttrice.
L’hospice collabora giornalmente con le strutture ospedaliere locali. “I nostri medici aiutano, in modo volontario, il lavoro dell’ospizio ogni giorno – ha dichiarato Davor Štimac –.
Si tratta per lo più di medici oncologi, psichiatri e neurologi che seguono i pazienti anche dopo avere terminato le cure presso il CCO. Infatti, i pazienti con malattie non curabili, necessitano di terapie fino alla fine dei loro giorni. L’hospice di Fiume è purtroppo l’unico del genere in Croazia, mentre ci sarebbe bisogno di tantissime istituzioni come questa, il che dimostrerebbe che lo Stato si prende cura dei propri abitanti”.

L’hospice di Tuzla

Nel 2002, grazie alle donazione di alcuni benefattori inglese e irlandesi, ha preso il via la costruzione dell’hospice a Tuzla e sono stati avviati i corsi di formazione delle persone che oggi vi lavorano.
“Nel 2003 il centro è stato inaugurato con 15 letti per pazienti adulti. Nel 2006 abbiamo aperto il soggiorno diurno per poi, nel 2009, assicurare la cura palliativa anche ai bambini. A differenza della Croazia, noi abbiamo prima iniziato con la prassi, per poi dedicarci alla teoria e all’istruzione avanzata dei dipendenti. Per questo motivo gran parte dei dipendenti di Fiume ha trascorso un periodo a Tuzla dove ha acquisito del sapere per poter lavorare meglio con i pazienti”, ha detto Samir Husić.
In base a delle ricerche scientifiche, entro il 2030 il numero delle persone affette da tumore salirà del 30 p.c. Lo ha dichiarato Željko Plazonić. “Dobbiamo essere pronti a quest’evenienza e avere dei Centri che potranno accogliere questi malati. L’hospice di Fiume è un esempio da seguire, perché in tutti questi anni di lavoro non ci sono mai state lamentele. Oggi purtroppo siamo bombardati da casi di malasanità e vedere che c’è un centro che funziona alla perfezione non può che farci piacere. Qual è il motivo di quest’aumento di malattie? Penso che la causa vada ricercata nel fatto che viviamo in un periodo di massimo stress fisico e psichico che ci fa stare male e che spesso provoca cambiamenti nel nostro corpo. Il tutto poi può portare a malattie non curabili”, ha concluso Željko Plazonić. Tra il pubblico in sala anche il viceconsole Massimo Broglia.

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