Capodistria. Mestieri a rischio con il caldo afoso

Dai vertici dei Sindacati costieri un monito ai datori per garantire condizioni adeguate ai lavoratori

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Capodistria. Mestieri a rischio con il caldo afoso

Le alte temperature e soprattutto l’afa rappresentano sempre più un problema che puntualmente accompagna la stagione estiva. Diventano insopportabili e molto pericolose per chi è costretto a lavorare sul sole cocente. I Sindacati costieri hanno ricordato ai datori di lavoro i loro obblighi nei confronti dei dipendenti che devono sopportare condizioni disagiate per svolgere le proprie mansioni. In una nota si rileva che le norme anti-covid hanno ulteriormente aggravato i problemi di chi è costretto ad affrontare il caldo sul posto di lavoro. Insostenibile appare, ad esempio, dover indossare per ore la mascherina protettiva, che ostacola la regolare respirazione e nessuno degli esperti si è chiesto quali conseguenze ciò possa avere.

Lavoratori a Capodistria

Analizzando la situazione categoria per categoria, i vertici sindacali rilevano che nei trasporti passeggeri i conducenti sono tenuti a tenere coperto naso e bocca per la durata dei loro turni. Le ampie superfici delle finestre sui bus aggravano la sensazione di caldo, che diventa ancora più problematica quando, nel vendere i biglietti, devono indossare il visore protettivo. Gli autisti che portano gli occhiali da vista lamentano l’appannamento delle lenti e, quindi, cresce il rischio per la sicurezza dei passeggeri. Possono arrivare al colpo di calore gli impiegati nelle industrie di trasformazione che lavorano in capannoni enormi, con scarso isolamento termico e dove le temperature salgono anche in seguito al funzionamento prolungato dei macchinari. Se gli addetti sono vicini uno all’altro sono anche loro tenuti a portare le mascherine. Altrettanto devono fare camerieri e cuochi che, in piena stagione turistica, sono sottoposti a turni di lavoro sfiancanti, spesso attorno a forni o fornelli che a loro volta emanano forte calore. I sindacalisti ricordano ai responsabili delle aziende gli obblighi di legge nella tutela della salute dei loro dipendenti. In particolare ricordano che la temperatura massima in spazi chiusi non deve superare i 28 gradi, che all’esterno vanno sospesi i lavori se il termometro supera i 35 gradi e che bisogna adeguare orari e pause, consentendo il recupero delle forze e dei liquidi persi. Per questo motivo vanno garantite anche bibite fresche. I Sindacati costieri fanno appello ancora affinchè sia commissionato uno studio sulle conseguenze delle mascherine protettive indossate per lunghi periodi sotto sforzo.

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