Bijelo Dugme, tra nostalgia vecchia e buona musica

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Bijelo Dugme, tra nostalgia vecchia e buona musica

CAPODISTRIA| Nostalgia, tanti ricordi, ma soprattutto la musica: sono gli ingredienti del tour mondiale dei Bijelo Dugme, la band della ex Jugoslavia, che tra gli anni 70 e 80, sino alla sfacelo del Paese, ha venduto 6 milioni di dischi. Tra le tappe anche la Slovenia, che dopo il sold out all’Arena Stožice di Lubiana, con 12mila presenze, hanno voluto esibirsi pure a Capodistria. Ad accoglierli 4.500 persone circa: “È quanto ci aspettavamo perché molti fan erano già stati al concerto di Lubiana” hanno spiegato gli organizzatori, dichiarandosi soddisfatti della risposta del pubblico. Ma a “cantare” non sono solo i numeri, bensì la verve che nonostante l’età non più giovane dei musicisti, è sempre coinvolgente. Goran Bregović, Alen Islamović, Mladen Vojičić – Tifa (questo è quello che oggi rimane dei Bijelo Dugme), hanno trascinato il pubblico in oltre due ore di emozioni, ma dicevamo, soprattutto, di nostalgia per la loro musica, che un tempo univa i popoli della Jugoslavia, senza distinzioni di lingua, religione, o nazionalità. “È quello che vogliamo ancora oggi, non in una connotazione politica, bensì per il semplice piacere di stare assieme, condividere le canzoni che ci sono rimaste, una delle poche belle cose che ci ha lasciato la Jugoslavia. L’industria del rock non permetterà la fine dei Rolling Stones, altrettanto farà nei confronti dei Dugme” hanno ribadito i tre cantanti prima di raggiungere il palco e celebrare i 40 anni della loro carriera, fatta sì di successi, ma anche di conflitti all’interno del gruppo, che hanno determinato lunghi periodi di separazione. Emblematico è stato l’addio al gruppo di Željko Bebek, che ha scelto di proseguire da solista, tutt’ora deciso a non ricongiungersi con il resto dei Bijelo Dugme. Resta tuttavia un traguardo invidiabile perché poche sono le band in grado di resistere al difficile, anzi spesso impietoso mercato musicale. I Dugme, tra l’altro, sono stati segnati dalla sanguinosa dissoluzione della Jugoslavia. A questo tour il gruppo ha dato una carattere etno con il supporto di un coro e di trombettisti, così come piace a Bregović, che tra l’altro ha avviato con successo una carriera da solista. I nostalgici incalliti sono rimasti forse un po’ delusi da questa chiave di lettura, perché cambia i connotati alle canzoni originali, ma il risultato è in un’indiscutibile allegria, in grado di coinvolgere sia giovani sia adulti. Tra il pubblico c’erano, infatti, diversi ragazzini accompagnati dai genitori: “Siamo curiosi di conoscere da vicino la musica che i nostri genitori ascoltavano da giovani” hanno detto alcuni prima di entrare in platea e lasciarsi andare alle note di “Lipe cvatu”, “Bosanac”, “Napile se ulice”, “Tajna veza” e di tanti brani che hanno iscritto i Dugme nella storia della musica dell’area balcanica. All’epoca erano, infatti, in tanti a definirli i “Rolling Stones“ o i “Beatles“ della Jugoslavia”.

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