Il Rijeka fa e disfa Kek: «Rigore dubbio»

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Il Rijeka fa e disfa Kek: «Rigore dubbio»

FIUME | Rigore sì, rigore no. All’indomani del derby dell’Adriatico numero 150 continuano i dubbi e le polemiche in merito alla massima punizione concessa dall’arbitro Igor Pajač di Zelina, che ha permesso all’Hajduk di pareggiare i conti all’87’ e di uscire imbattuto da Rujevica. C’è chi dice che Said abbia accentuato la caduta, mentre altri sono convinti che il contatto con Župarić, seppur non evidentissimo, ci sia stato e che il direttore di gara abbia in fondo agito bene. Peccato, comunque, che l’arbitro sia risultato il protagonista della partita, rovinando in parte un derby non certo entusiasmante in quanto a spettacolo, ma comunque corretto da entrambe le parti, per lo meno prima di alcune decisioni discutibili che hanno fatto irritare i giocatori in campo. Un esempio? La punizione assegnata al 31’ agli spalatini e il conseguente episodio di fair-play da parte del capitano ospite Josip Juranović, applaudito da tutto lo stadio. Un episodio, quello del fallo inesistente, che poteva costare l’espulsione a Matjaž Kek (a pagare è stato il vice Danko Matrljan), inviperito con l’arbitro Pajač.

I troppi errori di mira pesano
Ma Rijeka-Hajduk è stata anche altro, ovvero una partita nella quale i fiumani avrebbero meritato la vittoria. Purtroppo, come accaduto già in occasione della trasferta in Norvegia, la squadra di Matjaž Kek paga a caro prezzo gli errori di mira e le distrazioni difensive.
Magari sarà soltanto un periodo che “gira” male, però resta il fatto che alcuni giocatori non sono al massimo della condizione, rendendo sotto le attese. E Kek non le manda certo a dire, motivando così anche alcune scelte di formazione. “Il motivo per il quale Pavičić sia rimasto in panchina? Lo dico in tutta onestà, senza mezzi termini: perché gioca male. Deve assolutamente ritrovarsi e migliorare il livello di gioco”, il messaggio da parte dello sloveno a uno dei suoi giocatori di maggiore qualità tecnica. Kek analizza poi per intero la gara. “Considerando la mole di gioco prodotta e le occasioni create, è ovvio che non posso ritenermi soddisfatto per il pareggio finale. È stata una gara combattuta e a tratti nervosa, con tanti duelli. Dopo un primo quarto d’ora nel quale si è giocato alla pari, dal 20’ in poi abbiamo assunto il controllo della partita, creando e sprecando occasioni. Alla fine a decidere il confronto è stato qualcuno che ritiene di avere visto qualcosa. Peccato, perché ci abbiamo messo tanto impegno, noi come del resto anche l’avversario. All’Hajduk faccio i migliori auguri per la trasferta a Bucarest, mentre noi dobbiamo assolutamente recuperare le forze e cercare il passaggio del turno in Europa League. L’1-1 un risultato reale? No, ma le occasioni sbagliate a chi interessano? L’Hajduk ha tirato due volte in porta e ha portato a casa un punto. Il Rijeka ha il problema del gol, forse anche per la mancanza di freschezza da parte di alcuni giocatori. Però, se qualcuno è a corto di fiato già adesso, mi chiedo cosa aspettarci in futuro. Inoltre, abbiamo commesso l’errore di cadere nella trappola della provocazione per alcune decisioni arbitrali. Così non si vincono le partite”, analizza Kek prima di commentare l’episodio del rigore: “L’ho visto e rivisto al replay e sono dell’avviso che sia molto dubbio. Parliamo comunque di un arbitro che fa parte delle liste FIFA e che deve assumersi le proprie responsabilità nell’aver preso una decisione che alla fine ha determinato il risultato finale”.

Ritrovare tranquillità
Il tempo scorre veloce e già giovedì c’è la gara di ritorno del terzo turno preliminare di Europa League con il Sarpsborg. “Sarà una contesa molto simile a quella con l’Hajduk. In questi giorni che la precedono dovrò fare il possibile per tranquillizzare i ragazzi. L’impegno non è mancato, però in determinati momenti pecchiamo di concentrazione. Quando risolveremo questi problemi, e anche tenendo conto della voglia di riscatto dei miei giocatori, la qualità del nostro gioco migliorerà sicuramente”.

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