UI di Capodistria. «L’unitarietà resta intatta»

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UI di Capodistria. «L’unitarietà resta intatta»
Astrid Del Ben. Foto screenshot video Facebook/Lista LAB

Astrid Del Ben, la nuova coordinatrice dell’Unione Italiana di Capodistria, il cui vero nome è Associazione degli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana Unione Italiana, ci ha detto di voler aspettare prima rilasciare altre dichiarazioni pubbliche. “Credo sia più corretto fare prima le consegne con l’ex coordinatore, Maurizio Tremul. Dopo l’incontro, che spero possa svolgersi nel corso della prossima settimana, non avrò problemi a rispondere a tutte le domande”, ha affermato Astrid Del Ben, che ha in effetti detto già molto nel comunicato ufficiale rilasciato giovedì scorso, 22 febbraio.
Abbiamo provato a contattare il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, sia per un commento in qualità di ex coordinatore dell’UI di Capodistria, sia in qualità di presidente dell’Unione, ma non ha risposto alle nostre chiamate.
Si è pronunciato in merito alla questione, invece, il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva. “Io sapevo che dopo la discussione sull’articolo 9 del Regolamento di procedura dell’Assemblea dell’Unione Italiana di Fiume i membri della Consulta erano rimasti insoddisfatti. Al termine della seduta avevano detto che per loro la questione non poteva finire così. Ma non sapevo che avevano scelto questa strada, né che la stavano percorrendo. Ho scoperto il tutto giovedì mattina e poi ho letto il comunicato. Oggi ho ricevuto una telefonata dalla nuova coordinatrice dell’Unione Italiana di Capodistria, che mi ha chiesto un incontro per il quale ho dato la mia disponibilità. Le ho chiesto di inviarmi per via ufficiale tutti i documenti del caso e non appena li avrò potrò valutare più a fondo la questione”, ha affermato Marin Corva.

Il presidente della Giunta esecutiva dell'Unione Italiana, Marin Corva / Foto Roni Brmalj
Il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Marin Corva. Foto Roni Brmalj

La Giunta esecutiva dell’UI aveva appena ripreso in mano la questione dell’articolo 9 e del rapporto fra le due Unioni: pertanto è interessante capire se e come l’elezione del nuovo coordinatore cambierà il modus operandi della Giunta.

«Statuti da modificare»

“Non cambierà. Quello che stiamo preparando è una questione legale che riguarda la rappresentanza dei connazionali in Slovenia. Chi sia il coordinatore non incide su questo. Dobbiamo comunque cambiare lo Statuto dell’Unione Italiana di Fiume e dobbiamo cambiare ancora di più quello dell’UI di Capodistria, che va aggiornato in modo più incisivo. Dobbiamo anche valutare l’opzione di fondare in Slovenia una filiale dell’UI di Fiume, che sia un’associazione anche formalmente legata all’Unione Italiana”, ha affermato Marin Corva. Alcune persone vedono tutto ciò come una rottura, come uno strappo all’unitarietà della Comunità Nazionale Italiana. Il presidente della Giunta esecutiva dell’UI è, però, di tutt’altro parere. “Io non la vedo come una rottura dell’unitarietà. Nessuno degli atti fondamentali è stato modificato. È dal 1998 in poi che abbiamo due associazioni a sé stanti, separate e per nulla legate. È cambiata soltanto la persona che rappresenta un’associazione”, ha concluso il presidente della Giunta Marin Corva, il quale ha invitato tutti a discutere dell’argomento con calma e rispetto.

«Aperto il vaso di Pandora»

Il presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana, Paolo Demarin, è però convinto che si sia appena aperto il vaso di Pandora.
“Quello che è successo è un precedente che genera molta incertezza. Non per l’elezione in sé del coordinatore, bensì per il fatto che la Consulta di Capodistria si sia riunita senza che ciò sia avvenuto congiuntamente all’Assemblea dell’Unione Italiana di Fiume. Adesso è palese che l’articolo 9 è inattuabile, ma anche che abbiamo una lunga serie di problemi ancora più gravi nelle nostre norme. Negli anni abbiamo riformato più volte lo statuto dell’Unione di Fiume, dimenticandoci di quello di Capodistria. È successo anche quando siamo passati all’elezione diretta del presidente dell’UI e del presidente della Giunta esecutiva, modificando soltanto lo Statuto di Fiume. Dovremmo prenderci tutti le nostre responsabilità ora. È evidente che negli anni sono stati fatti degli errori, che adesso si sono manifestati. E non si pensi che ora si sia risolto qualcosa: quello che è successo non è che l’inizio di un periodo molto incerto”, ha affermato Paolo Demarin.

Paolo Demarin, presidente dell’Assemblea UI. Foto Goran Žiković

La sua preoccupazione più grande e più immediata riguarda il funzionamento dell’Assemblea. “Io sono il presidente dell’Assemblea dell’Unione, che con i suoi 75 consiglieri rappresenta tutta la CNI. Questo dev’essere un punto fermo, ma ora se la Consulta si può riunire da sola e se il coordinatore è il suo presidente, si pone un problema di rappresentanza e anche di definizione dei ruoli. La modifica dell’articolo 9 del Regolamento di procedura avrebbe potuto essere l’inizio di un processo di riforme: ora bisogna capire a cosa ci porterà quest’altra strada”, ha rilevato Paolo Demarin.

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