La Procura europea (Eppo) ha ufficialmente confermato che il cosiddetto caso Geodezija rientra nella sua giurisdizione, ribadendo l’importanza della supervisione costante da parte di un consiglio permanente composto da tre procuratori europei provenienti da altri Stati membri.
Secondo quanto scrive il quotidiano Jutarnji list e riportato dall’agenzia Hina, ogni decisione chiave nell’ambito delle indagini condotte dall’Ufficio del procuratore europeo (Eppo), compresa quella relativa all’avvio di un’indagine basata sull’analisi legale della competenza dell’Eppo stesso, è soggetta al monitoraggio del consiglio permanente competente.
Tali consigli permanenti, come specificato dalle fonti ufficiali di Eppo, sono formati esclusivamente da tre procuratori europei provenienti da altri Stati membri dell’Unione europea, garantendo così un’indipendenza e un’obiettività nel monitoraggio di ciascun caso investigativo. Questo approccio mira a garantire la trasparenza e l’integrità delle indagini condotte dalla Procura europea, sottolineando l’importanza della cooperazione e della condivisione delle responsabilità tra gli Stati membri dell’Ue.
Il caso in questione riguarda lo scandalo legato alle pratiche di 3D scanning degli edifici post-terremoto, affidate dal ministero della Cultura croato alla Facoltà di geodesia di Zagabria. L’Eppo ha accusato due professori di quest’istituto di aver sottratto indebitamente fondi destinati per tale scopo.
Le dichiarazioni della Procura europea fanno seguito alle recenti contestazioni del premier croato, Andrej Plenković, riguardo alla competenza dell’Eppo nel caso del ministero della Cultura. Plenković ha sostenuto che l’ufficio croato dell’Eppo non debba rispondere a nessun’altra autorità esterna, enfatizzando che gli attori coinvolti nella Procura europea sono cittadini croati, ex procuratori statali che ora operano nell’ambito dell’Eppo.
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