Teatro Fenice. La patata bollente della cultura fiumana (foto)

In sede di Consiglio cittadino per la cultura si è parlato della situazione attuale in merito al palazzo in stile Liberty, abbandonato all’incuria del tempo

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Teatro Fenice. La patata bollente della cultura fiumana (foto)
Foto Roni Brmalj

Alla 19.esima seduta del Consiglio cittadino per la cultura, la prima dopo la pausa estiva, si è discusso di un solo tema, il quale per la sua complessità e importanza ha impegnato non solo i consiglieri, ma anche i rappresentanti di diversi dipartimenti cittadini e dell’Istituto di conservazione dei beni storico-culturali di Fiume. Si tratta del Teatro Fenice, il palazzo in centro città che da anni ormai è vittima dell’incuria e del degrado e rischia sempre più di diventare un pericolo per l’incolumità dei passanti.

Ad aprire la seduta è stata la presidente del Consiglio, Maša Magzan, la quale ha ripercorso a grandi linee ciò che è stato e non è stato fatto negli ultimi vent’anni, ma ha anche annunciato che l’organo a cui è a capo intende promuovere una serie di iniziative per la tutela e la rivitalizzazione di palazzi e aree cittadine di importanza storica, come ad esempio la Cartiera, via dell’Acquedotto, la rampa di lancio dei siluri, il Metropolis e altri.

Foto Roni Brmalj

Un bene culturale di prim’ordine
Tornando al tema del Teatro Fenice, Magzan ha ricordato che più volte la Città di Fiume lo ha definito “un bene culturale prioritario”, ma che non ha mai intrapreso dei passi concreti per tutelare questo palazzo in stile Art Nouveau. Quello che una volta era uno splendido teatro che poteva ospitare contenuti di carattere musicale, artistico e teatrale, vent’anni fa è entrato nel novero dei beni culturali protetti, mentre nel 2013 è stato collocato in cima alla lista delle priorità nella strategia cittadina di sviluppo per il periodo 2013-2020. Magzan ha concluso auspicando che un nuovo dibattito possa finalmente portare alla soluzione dei problemi legati alla proprietà e all’usufrutto dello stabile.

Foto Roni Brmalj

La Città non investe nel privato
A prendere la parola è stata Vlasta Linić, attualmente capodipartimento per l’Educazione, l’Istruzione, la Cultura, lo Sport e i Giovani, in precedenza attiva nel campo della tutela dei beni culturali.
“Nel corso degli anni abbiamo cercato di trovare delle soluzioni – ha spiegato Linić –. Nel 2005 nel palazzo venivano organizzate diverste attività, mentre nel 2018 l’ex capodipartimento per la Cultura, Ivan Šarar, aveva ventilato la proposta di usare l’edificio per attività commerciali. Avevamo già un accordo per rinnovare la facciata, ma poi la realizzazione di questo progetto non è andata in porto”.
“Nel 2020 – ha proseguito – è stato proposto al Consiglio cittadino di acquistare tutto il palazzo, ma anche in quel caso la proposta era stata bocciata, per cui la città possiede formalmente soltanto un decimo di Teatro Fenice. Un altro problema sta nei contenuti ai quali il palazzo sarebbe adibito visto che in questo momento non abbiamo bisogno di una nuova sala teatrale. Dunque volendo riassumere la posizione della Città di Fiume nei confronti dell’edificio, direi che reputiamo che si tratti di un palazzo di grande valore culturale, ma non ci sentiamo in dovere di intervenire nel suo restauro. Siamo, però, aperti al dialogo”.

Foto Roni Brmalj

Tutore cercasi
Lilian Stošić, dell’Istituto di conservazione dei beni storico-culturali, ha ricordato che nel 2019 era stato fatto un sopralluogo e che all’epoca era stato proposto di sanare alcuni elementi e di effettuare uno studio sulla statica del palazzo, ma il proprietario aveva fatto ricorso e il tribunale aveva accettato tale ricorso. Una delle soluzioni possibili sarebbe trovare un tutore per l’edificio che si impegnerebbe a fare le necessarie modifiche a spese del proprietario, l’azienda Rijeka kino. Ma questa decisione dovrebbe venire presa dal sindaco, il quale finora non si è espresso in merito.
“Per il momento – ha aggiunto Stošić – la situazione non è ancora disperata e non è necessario chiamare l’ispezione edile o proteggere Teatro Fenice con un’impalcatura. Se un giorno si dovesse decidere di usare il palazzo per contenuti di diversa natura da quelli per i quali è stato ideato, l’Istituto di conservazione dovrà approvare tali modifiche.

Un garbuglio burocratico
“Anche se sulla carta la Città di Fiume risulta possedere un decimo del palazzo – ha spiegato Denis Šulina –, capodipartimento per i beni cittadini, in realtà si tratta della proprietà di una serie di appartamenti attigui. In ogni caso, si sta nuovamente cercando di vendere lo stabile”. Il nuovo concorso sarà aperto fino al 21 settembre. Se dovessero pervenire delle offerte, il Consiglio cittadino valuterà se accettarle o meno, oppure se dare la precedenza alla Città di Fiume.
Il consigliere Renato Stanković ha affermato di voler sostenere la decisione di acquistare l’edificio e ha proposto di spostarvi l’Art cinema, che in questo momento è in affitto nell’edificio di proprietà dei cappuccini, oppure il Teatro dei burattini, che ha bisogno di una sala più grande. Magzan ha proposto, invece, di farne una sala multiuso per concerti, turismo congressuale, attività per i giovani e spettacoli del TNC Ivan de Zajc. Ovviamente, prima dell’acquisto bisognerà fare una stima degli investimenti necessari.
La consigliera Antonia Marković (HDZ) ha proposto di aspettare il 21 settembre prima di inoltrare al sindaco delle decisioni ufficiali. La proposta è stata accettata e alla prossima seduta si tireranno le somme della situazione, anche perché alle istituzioni competenti verrà chiesto di fare luce su alcune questioni, come ad esempio la mancata scelta di un tutore.

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