Sciopero dei medici. «Sistema sanitario al collasso: non abbiamo altra scelta»

0
Sciopero dei medici. «Sistema sanitario al collasso: non abbiamo altra scelta»

“Il sistema sanitario è al collasso, non abbiamo altra scelta se non quella di scioperare e attirare così l’attenzione su questo difficile problema”. Con queste parole cinque sigle dei medici – Sindacato croato dei medici, Camera croata dei medici, Hubol, Kohom e Iniziativa dei giovani medici – hanno annunciato la protesta che andrà in scena domani, sabato 18 marzo, a Zagabria.

“Non siamo interessati a partiti o ideologie, siamo qui per salvare la sanità croata, questo è il nostro unico obiettivo”, ha dichiarato Renata Čulinović Čaić, presidente di del Sindacato croato dei medici, durante la conferenza stampa di oggi.

“La protesta di domani non è diretta contro nessuno, ma per assicurare condizioni migliori per i medici, il sistema sanitario e soprattutto per i pazienti”, ha spiegato Krešimir Luetić, presidente della Camera croata dei medici.

“I giovani medici vogliono rimanere in Croazia, ma non lo faranno a queste condizioni”, ha detto Marin Smilović dell’Iniziativa dei giovani medici. “Vogliamo restare in Croazia, perché nessuno ha come obiettivo occuparsi di stranieri negli ospedali del mondo. Oltre 40 miei compagni di classe hanno deciso di proseguire la carriera in Germania, Svizzera, Stati Uniti, Arabia Saudita… Il nostro sistema ci obbliga a farlo, e sempre meno giovani vogliono esercitare la professione medica, perché veniamo trattati come oggetti e non come persone”, ha affermato Smilović.

Commentando il fatto che il ministro della Salute, Vili Beroš, non appoggia la protesta, Čulinović Čaić ha sottolineato che dopo la manifestazione di sabato “si vedrà se il ministro reagirà, e da questo dipenderanno le nostre successive azioni”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display