Rissa sul Platak. Il racconto del testimone

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Rissa sul Platak. Il racconto del testimone
Marko Andrić, a capo del Servizio di soccorso alpino di Fiume. Foto Nel Pavletić/PIXSELL

Oggi pomeriggio, mercoledì le tre vittime della rissa di domenica 29 gennaio sul Platak, sono state dimesse dall’ospedale con una diagnosi di ferite lievi, come è stato confermato dal Centro clinico ospedaliero di Fiume. Le tre persone, ricorderemo, sono state aggredite da tre giovani tra i 20 e i 21 anni dopo essere entrati con una Bmw ai piedi di una pista da sci con la vettura che è rimasta bloccata nella neve (qui l’articolo).
Marko Andrić, a capo del Servizio di soccorso alpino di Fiume, si trovava sul posto al momento dell’accaduto. Raggiunto telefonicamente ha dichiarato che dopo essere stato informato di quanto stava accadendo si è precipitato fuori e si è preoccupato soprattutto di soccorrere il collega, il primo che era stato aggredito, di allertare la Polizia e il Pronto soccorso. “Non ho assistito alla prima aggressione del mio collega, ma alla seconda, quando è caduto a terra, senza sensi. Abbiamo cercato di assisterlo nel migliore dei modi fino all’arrivo dei soccorsi. Tutte le persone che si trovavano nel bar sono accorse per tentare di fermare gli aggressori. Soltanto poche ore prima il mio collega aveva salvato due alpiniste che si erano perse. Sono tuttora sotto shock e spero che i feriti si riprenderanno presto”, ha dichiarato Marko Andrić, il quale è stato sentito anche come testimone dalla Polizia.
Oggi anche dal Servizio nazionale del soccorso alpino (HGSS) è giunto un comunicato nel quale viene condannato fermamente l’atto di violenza accaduto sul Platak. “Siamo amareggiati per quanto successo e per l’aggressione nei confronti dei nostri volontari presenti sul posto per garantire sicurezza e assistenza ai visitatori. Speriamo che le istituzioni competenti analizzeranno con la dovuta attenzione il caso e sanzioneranno in maniera adeguata gli aggressori”, si legge nella nota.

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