Quanti presidenti servono all’UI?

Comunità con pochi operativi ma tanti politici

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Quanti presidenti servono all’UI?
Marin Corva. Foto: Željko Jerneić

Di quanti presidenti ha bisogno l’Unione italiana? I medesimi devono essere professionisti o dedicarsi ai loro compiti nel tempo libero, come fanno ad esempio gli attivisti e molti dirigenti delle Comunità degli italiani? Nel primo caso, devono avere lo status di dipendenti o di manager? Un argomento complesso e impegnativo, del quale negli ambienti della Comunità nazionale italiana si dibatte molto, ma senza che si riesca a dare risposte chiare.
“A mio avviso – questo il parere di Corva – ci siamo dati una struttura politica troppo complessa e una struttura operativa troppo semplificata. Per essere presidente della Giunta serve avere determinate competenze politiche, senza ombra di dubbio. In virtù del mio ruolo, ho incontrato capi di Stato e di governo, ministri, sindaci, vicesindaci… ma, a pensarci un attimo, forse si tratta più di fare lobbying che politica”. “Abbiamo tantissimi presidenti – ha proseguito – di cui solamente uno in paga, mentre i servizi amministrativi dell’Ui si ritrovano a gestire il doppio del lavoro di un tempo con un organico che è la metà di quello del passato”.
CI VOGLIONO DEI PROFESSIONISTI. “Già nel 2009, quando l’Ui aveva chiesto alle Comunità degli italiani un parere sulla sua strutturazione, avevo notato – ha proseguito – che alcuni settori andavano gestiti da professionisti. Mi riferisco ai dicasteri della Giunta competenti per la Scuola, le Comunità e la Cultura. Questi settori richiedono un’attenzione a tempo pieno”. “Per com’è strutturata attualmente la Giunta esecutiva i suoi membri possono dedicarsi ai propri impegni in seno alla medesima soltanto nel tempo libero. Di conseguenza, la Giunta è al limite delle possibilità. Ci piacerebbe tanto creare un nuovo grande appuntamento culturale, ma a fianco dei Festival dell’Istroveneto e dell’Istrioto, del Festival Leron, dell’Ex Tempore di Grisignana, di Voci Nostre… delle manifestazioni promosse dalle Comunità e dalle scuole dove lo andiamo a trovare il tempo per creare nuovi contenuti? Spesso e volentieri se ne deve occupare il presidente della Giunta che già non riesce nel corso delle otto ore lavorative a sbrigare tutti i suoi impegni”, ha rilevato Corva, ponendosi la domanda perché il presidente della Giunta è un semplice dipendente e non gli si riconoscerebbe lo status di manager?
RIVEDERE LA STRUTTURA UI. Corva ha chiarito di non essere contrario alla creazione, in seno all’Ui, della figura del segretario o del direttore generale, ma ha puntualizzato che in tal caso bisogna definire che si deve trattare della “mano estesa” del presidente della Giunta esecutiva. “Sono del parere – ancora Corva – che dovremo avere come a Capodistria un coordinatore d’Ufficio. Di fatto ora lo sono io, ma in futuro questo incarico lo potrebbe ricoprire qualcuno che non ha come me alle sue spalle 20 anni di Unione. Questa persona avrà bisogno di una struttura solida”. “Quando ho assunto la gestione della parte finanziaria dell’Ui era un momento difficile, molto difficile. Ho dovuto rinunciare a una serie di cose che in realtà hanno complicato la mia vita. Ho rinunciato al direttore dei servizi amministrativi, al segretario generale, al segretario di Giunta, all’autista… Quattro collaboratori che esistevano prima del mio insediamento e dai quali per forza di cose ho dovuto desistere. Chi prenderà le redini della Giunta dopo di me o dovrà rifarsi una struttura oppure dovrà tenere conto che dovrà affrontare una serie di impegni lavorativi in semi autonomia o in piena autonomia”, ha affermato sostenendo che “bisogna fare ordine”.
“Lo Statuto dell’Ui affida alla Giunta esecutiva determinati compiti. Non è ammissibile che questa o il suo presidente siano chiamati a rispondere del loro operato e che al contempo altri organi dell’Ui possano incidere sul loro lavoro – ha sottolineato Corva –. Se la guida di un pullman è affidata a Marco, ma è Luca a sedersi al volante e succede un incidente la colpa non può essere di Marco, casomai la responsabilità è di Luca. I nostri atti interni devono stabilire cosa fanno l’Assemblea, il presidente della Giunta, il presidente dell’UI”.
“Dobbiamo semplificare i nostri meccanismi. Ci deve essere una figura che dirige ed è responsabile della ‘baracca’, coadiuvata da persone competenti. L’UI non è una bocciofila. L’UI è una delle associazioni più complesse a livello nazionale e internazionale. Facciamo un milione di cose”, ha detto Corva, osservando che “se nel 2024 le cose andranno come pianificato l’associazione apicale della Cni potrebbe fare affidamento su un budget di oltre 10 milioni di euro. Si tratta di una grossa responsabilità e come CNI dobbiamo tutelarci, avere una persona in grado di gestire questo sistema”, ha concluso.

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