Pola. Anfiteatro: triplicato il numero delle visite

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Pola. Anfiteatro: triplicato il numero delle visite
Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

Dopo un biennio di flessione per il turismo culturale, tra comportamenti diversi e nuovi modi di viaggiare dettati dalla pandemia, anche le istituzioni museali di Pola che gestiscono monumenti, gallerie ed esposizioni stanno sul chi va là e vivono nella speranza che stavolta sarà davvero ripresa, tant’è vero che già si registrano situazioni da duplici e triplici aumenti del numero delle visite. Reduci dalla caduta libera del settore è sicuramente rinascita anche se non totale ripristino degli antecedenti anni d’oro. Lo comprovano i dati del Museo archeologico istriano di Pola che nemmeno l’anno passato aveva gestito una stagione fallimentare.
Il ritorno delle comitive
“I mesi di luglio e di agosto – dichiara il direttore Darko Komšo – avevano prodotto un tale en plein di visitatori, soprattutto in Arena, da parificare e addirittura superare i risultati quantificati nel famoso, anno record 2019. Ma allora si trattava di un successo fugace, arginato solamente al periodo vacanziero di punta, mentre in tutti gli altri mesi dell’anno si era completamente azzerato l’arrivo delle comitive. Adesso invece, già a partire dalla primavera vediamo un grande ritorno degli autobus e dei gruppi organizzati sulle rotte del turismo storico-culturale”. Il numero dei biglietti venduti per l’ingresso nell’Anfiteatro di Pola la dice lunga: fanno in tutto 126.782 per il primo semestre 2022, contro i soli 44.135 dello stesso periodo dell’anno passato, mentre non si raggiunge ancora il record dei 174.508 fatturati nel 2019. Il mese di giugno di quest’anno ricalca il medesimo rapporto numerico: il Museo ha chiuso con 55.571 visite, più che raddoppiate rispetto alle 23.388 di giugno 2021, ma non ancora riassestate alle 65.429 del 2019.
Il «revenge tourism»
Stroppia, intanto, la Galleria Anfiteatro che in un semestre ha raggiunto la quota dei 10.730 visitatori, un numero tre volte più grande di quello avuto l’anno scorso pari a 3.561. Sono flussi di presenze che sembrano integrarsi nel cosiddetto fenomeno del “revenge tourism”, ovvero l’aumento della propensione a viaggiare come “rivalsa” dopo il periodo di restrizioni e sacrifici. Dicono che alla pari degli altri settori economici, anche il turismo, incluso quello culturale, è soggetto ad adattamenti contingenti, a cambi di abitudini che ora potrebbero diventare transizioni strutturali permanenti. Senza dover per forza indagare in merito a tanti mutamenti di umore, il Museo archeologico può reputarsi soddisfatto dei numeri che in questi giorni continuano a uscire dal registratore di cassa, perché attestano che la consuetudine delle vacanze blitz e dell’organizzazione fai da te, peculiare del turismo dei “single”, non domina sulla scena, ma si unisce all’escursionismo delle comitive.
Giugno fa la differenza
Ma non è soltanto l’Arena a rendersi protagonista di un ritorno in grande stile. Il Tempio d’Augusto e di Roma sta facendo altrettanto, se non meglio: nei primi sei mesi dell’anno ha notificato 7.136 ingressi, mentre nel 2021 erano soltanto 1.813. Giugno è il mese che fa la differenza. Dentro al suo minuscolo, ma suggestivo ambiente sono entrati ben 3.806 turisti contro i 3.638 arrivati durante lo straordinario 2019 e i 1.617 del 2021. E dire che l’estate vera e propria sta appena subentrando mentre questo trend sta superando i successi caratteristici dell’era pre-Covid. È anche il caso della Chiesa-galleria dei Sacri cuori, sempre aperta con notevoli proposte artistico-culturali. Giugno 2022 ha fatto registrare 645 visitatori e supera anche lo stesso mese del 2019 (539) e mette ko giugno 2021, che non ne aveva racimolati più di 253. La Galleria C8, spazio espositivo in via Carrara, non è così in vista come i monumenti e i musei, ma offre il proprio contributo all’offerta culturale del Museo archeologico: se nel primo semestre non ha generato risultati eccelsi – 1.758 visitatori invece dei 3.273 del 2019 e dei 1.093 del 2021 – il mese appena trascorso fa già da ottimo indicatore: 315 ingressi si sono avvicinati ai 343 del 2019 e ben distanziati dai 155 avuti nel 2021.

Il Tempio d’Augusto. Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

L’ascensore «traina» il Castello
Indipendentemente dagli umori dei flussi turistici e dagli anni pandemici, è il Museo storico navale a registrare il vero boom delle visite. Mai state così tante, dacché il Castello veneziano ha aperto al pubblico: 44.674 da gennaio a fine giugno 2022, mentre nel solito favoloso 2019, erano 28.776 e nel 2021 non più di 2.557. Il mese scorso ha calamitato in cima all’osservatorio del maniero 19.828 turisti, ossia ben 6.175 interessati in più rispetto a giugno 2019, rispettivamente 17.786 di più in confronto allo stesso mese del 2021. Sono risultati da capogiro questi comunicati dal direttore Gracijano Kešac, dovuti al grande asso nella manica dell’istituzione museale. La grande struttura dell’ascensore collegata alla rete dei rifugi sotterranei e incorporata nella “pancia” del Castello, ha reso sì più accessibile l’area del castrum, ma ha soprattutto aperto un percorso oltremodo attraente e affascinante, all’interno della più o meno remota storia urbana.

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