L’inverno tira fuori gli artigli

Da domani ondata di freddo dalla Russia e temperature intorno allo zero

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L’inverno tira fuori gli artigli
Un uomo spala la neve a Delnice, nel Gorski kotar

Febbraio è l’ultimo mese dell’inverno climatologico, ma è conosciuto per i suoi continui e improvvisi cambiamenti di umore. Sapendo poi che alcune delle ondate di freddo più potenti si sono registrate proprio in questo mese, non dovrebbero sorprenderci le previsioni meteo per i prossimi giorni. Infatti, dopo un periodo caratterizzato da un generale aumento della pressione nonché da temperature decisamente sopra le medie, a partire da lunedì è previsto un nuovo cambiamento che ci consiglia a non riporre nei nostri armadi sciarpe e berretti. A causa di uno sbilanciamento dell’alta pressione delle Azzorre, che porterà i suoi massimi più a Nord verso la Scandinavia, assisteremo a una discesa di masse d’aria più fredde di estrazione artico-continentale sulle nostre regioni. Il contesto climatico dunque tornerà più freddo e invernale, seppure con scarsi fenomeni. Le temperature, che oggi saranno ancora relativamente miti, subiranno una decisa flessione, aprendo le porte a una fase fredda, che ci accompagnerà per buona parte della prossima settimana.
Sappiamo che in passato le previsioni meteorologiche venivano spesso affidate a… proverbi popolari o a stregoni. Giovedì scorso, infatti, si celebrava la Candelora, il giorno che dovrebbe segnare il passaggio dall’inverno alla primavera. Secondo alcune usanze popolari, in base al clima di questo giorno è possibile comprendere come sarà il clima dei mesi successivi. “Se la vien con sol e bora, de l’inverno semo fora. Se la vien con piova e vento, de l’inverno semo drento”, recita un antico proverbio.
Negli Stati Uniti – in tipico stile americano – tutta la nazione attendeva con impazienza le previsioni della marmotta Phil. La tradizione vuole che in questo giorno si debba osservare il suo rifugio; se questa emerge e non riesce a vedere la sua ombra perché il tempo è nuvoloso, l’inverno finirà presto, se invece vede la sua ombra perché è una bella giornata, l’inverno continuerà per altre sei settimane. Mentre i nostri antenati si affidavano al tempo previsto il 2 febbraio per capire come sarebbe stata la fase finale dell’inverno, noi eviteremo di affidarci a marmotte “meteorologhe” e a proverbi e daremo ascolto a meteorologi veri, secondo i quali il gelo russo starebbe avanzando a grandi passi verso le nostre regioni e dovrebbe raggiungerci all’inizio della prossima settimana. “Nikola”, un nocciolo di aria gelida di origine artico-continentale, richiamerà il temibile buran, vento freddissimo che si spingerà fin verso il cuore del Vecchio Continente e che avrà degli effetti diretti anche su molte delle nostre regioni. In meteorologia il buran è un vento di aria gelida, a volte molto forte, caratteristico delle steppe della pianura sarmatica, a ovest degli Urali. Viene da N-NE ed è causato da una depressione che sconvolge le condizioni anticicloniche tipiche della zona. Insomma, un pendant della nostra bora. Il quadro atmosferico generale volgerà così verso un contesto più freddo, in alcune zone freddissimo. Dalle nostre parti, le minime dovrebbero essere per tutta la settimana attorno allo zero, grado più o grado meno, a seconda del rione o della zona. Chi vive a Fiume sa benissimo che ci possono essere anche 5-6 gradi di differenza fra Drenova e Cosala, o tra Pehlin e Cantrida. Quindi, a ognuno la temperatura… che si merita.
Niente primavera precoce, dunque. Febbraio, però, è capace di tutto. Lo dimostrò due anni fa, il giorno 24, quando venne stabilito il record assoluto, il valore più alto mai registrato a Fiume. I 25°C di quel giorno incenerirono tutti i primati precedenti.

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