Isole croate: investire per fermare la fuga

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Isole croate: investire per fermare la fuga

La Croazia conta 1.244 tra isole, isolotti e scogli circondati dall’acqua limpida e cristallina dell’Adriatico. Su una cinquantina di isole abitate vivono poco meno di 133mila abitanti di cui circa il 13 per cento sono giovani di età inferiore ai 15 anni, il 65 per cento è rappresentano da persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni mentre il 22 per cento è costituito dagli over 65. Dal 2001 al 2011, quando si sono tenuti gli ultimi due Censimenti a livello nazionale, il numero di abitanti è complessivamente aumentato, ma c’è stato un decremento demografico sulle isole più piccole e lontane dalla terraferma. L’isola di Canidole Grande (Vele Srakane), nell’arcipelago lussignano, nel 2001 contava 8 abitanti e dieci anni più tardi soltanto 3. Le Incoronate (Kornati) invece hanno registrato un aumento di ben 171 punti percentuali per quanto riguarda il numero di abitanti: da 7 sono arrivate a 17 abitanti. Ora si è attesa dei risultati del Censimento 2021 per un aggiornamento sul numero di abitanti della regione insulare che dispone di 58 tra Case della salute e ambulatori, 69 giardini d’infanzia, 109 scuole elementari e 13 medie superiori nonché 23 Case per anziani. Il governo, nella relazione sugli effetti dell’attuazione della Legge sulle isole per il 2020 inviata all’attenzione del Sabor, sostiene che la Croazia, assieme alla Finlandia, sia l’unico Paese europeo a prendersi cura delle proprie isole. Va ricordato che Zagabria varò nel 1999 la Legge sulle isole per migliorare le condizioni di vita degli isolani e impedire il calo demografico, mentre nel 2018 ne emanò una nuova.
Negli ultimi 15 anni la Croazia ha investito 27,8 miliardi di kune nello sviluppo della sua regione insulare e soltanto l’anno scorso i settori statale e pubblico hanno messo a disposizione 3,8 miliardi, di cui 3,5 miliardi sono stati mezzi a fondo perduto e i rimanenti 324 milioni di kune sono stati il frutto di prestiti concessi dalla Banca croata per la ricostruzione e lo sviluppo (HBOR) e dall’Agenzia nazionale per la piccola imprenditoria, le innovazioni e gli investimenti (HAMAG-BICRO).
Gli investimenti più importanti nella regione insulare dal 2006 ad oggi si sono avuti nelle infrastrutture viarie (9,5 miliardi di kune), nell’economia (7,04 miliardi), nelle misure di sostegno e nelle sovvenzioni (3.4 miliardi) e nell’infrastruttura municipale (2,7 miliardi). Così ad esempio, il Ministero della Marineria, del Traffico e dell’Infrastruttura ha stanziato 57,7 milioni di kune per il cofinanziamento del pedaggio sul ponte di Veglia, abolito nel giugno dell’anno scorso. Ben 818 milioni di kune invece sono stati investiti nel 2020 dall’impresa Strade croate (Hrvatske ceste), mentre il Ministero dello Sviluppo regionale ha messo a disposizione 24 milioni di kune per i trasporti stradali. A poter contare sul trasporto gratuito sono alunni, studenti, pensionati e over 65 nonché le persone con disabilità residenti su 17 isole e sulla penisola di Sabbioncello (Pelješac). Per quanto concerne il settore economico, da rilevare che sulle isole dell’Adriatico orientale nel 2018 c’erano 1.257 imprese. Dal 2017 al 2020 gli operatori economici hanno realizzato complessivamente 44 miliardi di kune, 12 miliardi soltanto nel 2019, mentre nell’anno caratterizzato dallo scoppio della pandemia da coronavirus (il 2020) le entrate hanno toccato i 9,9 miliardi di kune, con un calo del 18,1 per cento nei confronti dell’anno precedente. Sempre l’anno scorso, a causa della pandemia da Covid-19, il numero degli occupati sulle isole ha subito una flessione di 1.884 unità, passando da 23.174 a 21.290 occupati. Rallegra invece l’aumento del numero di alunni: nell’anno scolastico 2013/2014 le scuole isolane contavano 8.060 allievi per arrivare agli 8.582 dell’anno scolastico 2020/2021. Il maggior numero di alunni ci fu invece nell’anno scolastico 2018/2019, ossia 8.658.

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