Estate 2024. In Croazia prezzi esorbitanti già a maggio

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Estate 2024. In Croazia prezzi esorbitanti già a maggio

L’estate 2023 è stata la prima in cui si pagava in euro. E i turisti si sono resi conti che la Croazia non è più una destinazione mare, sole e prezzi accessibili. Anzi, molti si sono lamentati del fatto che in alcuni casi i prezzi sono maggiori che in altri Paesi Ue, dove il tenore di vita è più alto. Ma sembra che la stagione turistica 2024 non sarà da meno. Anzi, a vedere i prezzi che vengono già ora praticati nelle principali destinazioni turistiche sulla sponda orientale dell’Adriatico, pare che sarà un’estate… bollente.
Sui siti news croati, infatti, sono già apparsi gli scontrini di alcuni locali sulla costa, in cui si può vedere, ad esempio che un macchiato grande viene a costare 6 euro, mentre un caffelatte 6,5 euro. Stiamo parlando di un bar nel centro di Abbazia (Opatija), la Perla del Quarnero, ma prezzi quasi identici sono stati “scovati” anche sull’isola di lesina (Hvar) e o Ragusa (Dubrovnik). Ok, si tratta delle mete più lussuose in Croazia, ma i prezzi potrebbero scoraggiare quest’anno i turisti, soprattutto quelli di fascia media, i quali probabilmente sceglieranno delle destinazioni più accessibili ai loro portafogli.
Ma non tutti sono d’accordo che questi prezzi stellari rappresentano un “male” per il turismo croato. Questa tendenza è giustificata dal noto ristoratore fiumano e presidente dell’Associazione dei ristoratori del Quarnero e dell’Istria, Vedran Jakominić, il quale spiega perché i prezzi elevati ad Abbazia non dovrebbero scandalizzare, ma sono invece un riflesso della qualità dei prodotti e dei servizi offerti. “Mi dite perché un’auto costa più di un’altra? O perché una maglietta Nike originale costa più di una copia cinese?”, ha risposto Jakominić al con una domanda.

Parlando ai microfoni del canale all news N1, Jakominić ha citato in particolare l’esempio del caffè macchiato a 6 euro: “Si tratta di un hotel ad Abbazia, che si trova in una posizione premium e che con questi prezzi vuole scoraggiare i ‘passeggiatori’ dal sedersi lì e disturbare i loro ospiti. È una loro decisione e praticano prezzi del genere ormai da vent’anni”. Secondo il presidente dell’Associazione, qualche centinaio di metri più lontano “si può pagare il caffè a molto meno: ci sono locali dove si può bere un caffè a un euro e mezzo, ma nel caso dell’albergo in centro si paga anche la posizione premium e la vista sul mare”. Jakominić ha poi fatto un esempio un po’ forzato: “Quando sono stato a Parigi, ho bevuto una Coca-Cola sulla Torre Eiffel e l’ho pagata 10 euro. E va bene così!”.

Il noto ristoratore di Fiume sottolinea che le alte tariffe negli hotel di Abbazia sono giustificate e riflettono la qualità dei servizi offerti, spiegando inoltre la necessità di strategie di turismo sostenibile. “Il problema è che abbiamo puntato tutto sulla stagione turistica estiva, ma non abbiamo la capacità per sostenerla. Abbiamo bisogno di prezzi più alti e meno turisti. Questi sono luoghi premium, dove la domanda determina il prezzo. Non potete mettere il prezzo di 6 euro per un caffè  in un rione di Zagabria perché lì nessuno ve lo pagherebbe, ma ad Abbazia sì,” osserva Jakominić.

L’economista Damir Novotny spiega il fenomeno delle alte tariffe stagionali per il caffè nelle località turistiche di spicco, sottolineando che il contesto economico e la logica di mercato giocano un ruolo cruciale.

“Parte dei cittadini croati fatica ad accettare la logica del mercato. Dopo l’ingresso nell’Eurozona, siamo diventati parte di una delle aree più ricche del mondo. Questo porta a ciò che noi economisti chiamiamo convergenza dei prezzi. I prezzi per lo stesso livello di qualità tendono ad avvicinarsi a quelli delle regioni circostanti,” afferma Novotny.

Secondo Novotny, c’è una netta differenza tra le destinazioni elitarie della costa adriatica, come Ragusa (Dubrovnik) e Abbazia (Opatija), e quelle meno prestigiose che attraggono turisti con minore potere d’acquisto. “I turisti che visitano Dubrovnik sono abituati a prezzi elevati nei loro Paesi e accettano tali prezzi anche lì. Tuttavia, non si trattengono a lungo. Un fenomeno simile si osserva in Italia, a Venezia e Roma, dove i prezzi variano a seconda della destinazione e del tipo di domanda turistica”.

Novotny sottolinea che i turisti provenienti da Paesi come gli Stati Uniti o la Corea del Sud, dove i prezzi sono generalmente elevati, non sono sorpresi dai prezzi alti in Croazia. “Vediamo che la costa adriatica non è un’area turistica unificata in termini di formazione dei prezzi, ma che le singole destinazioni operano in modo autonomo”.

“La reazione della popolazione locale dovrebbe essere più scioccata da un caffè a 2,50 o 3 euro in una località turistica poco nota piuttosto che da uno a 6 euro ad Abbazia”, aggiunge Novotny, mettendo in evidenza che la generalizzazione non è appropriata in questo contesto. “Il mercato in Croazia è multilivello e le differenze di prezzo sono notevoli da una zona all’altra. Sulla costa adriatica tutto dipende dal tipo di offerta e dal tipo di turista.”

“Sull’isola di Lesina (Hvar) arrivano turisti di élite e per loro nessun prezzo del servizio ristorativo è troppo alto. Molti hanno ancora il riflesso del sistema socialista, pensando che lo Stato dovrebbe definire i prezzi per renderli uguali ovunque,” conclude Novotny.

 

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